E' proprio quando credete di sapere qualcosa, che dovete guardarla da un'altra prospettiva - John Keating, prof nell’Attimo Fuggente
Data: Martedì, 22 marzo 2011 ore 11:15:00 CET
Argomento: Redazione


Non ci stracceremo ancora le vesti. E a chiederci perché di fronte casa nostra è scoppiata una nuova guerra. Con il solito armamentario di parole ad effetto per tenerci buona la coscienza colpita a morte dal martellante suono dei mass-media: operazione di pace, sotto l’egida dell’Onu e della Nato”, “intervento umanitario”, “esportare la democrazia…e il risorgimento”, “interventi chirurgici”, “missili intelligenti”, “fuoco amico”, tanto per gradire, per non udire, la sera a cena, davanti al TG, i soliti termini antichi, arcaici, obsoleti: “bombe”, “distruzione”, “feriti”, “morti”. E ripetere ancora il solito ritornello nazionale: “L'Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali” (art.11, Costituzione Italiana). La scuola vera, cari colleghi, deve insegnare a saper leggere la storia, a decifrare gli avvenimenti, a scoprire gl’inganni; la scuola pubblica deve educare a ragionare, ad acquisire una coscienza critica, ad avere una visione più ampia della storia e degli uomini. Saper dire ai ragazzi che niente è come sembra e che la verità non abita da una sola parte. E non sempre “chi vince è il migliore ed a ragione, anzi, spesso è il contrario”. Recitava il prof. John Keating nell’Attimo Fuggente, “E' proprio quando credete di sapere qualcosa, che dovete guardarla da un'altra prospettiva”.
Certo senza “scendere in politica”, senza dover rincorrere la cronaca del giorno prima, senza condannare il solito vinto ed osannare l’eterno vincitore, senza dover perdersi in mille appostamenti inutili e fuorvianti, che fanno male all’insegnamento, alla scuola e anche a noi! Bisogna saper capire, dai mille tasselli di rugiada, le inondazioni della storia.
Questo è il compito difficile e ingrato della scuola. Ma è il nostro compito. Ma è mai possibile, dovremmo saper dire ai nostri ragazzi, che solo noi siamo i buoni e i bravi e sempre gli altri sono i brutti, sporchi e cattivi!?
Per decenni ci hanno riempito la testa che a Mosca risiedeva “il male assoluto”, poi ci hanno detto che “il demonio” ha traslocato ed è andato a vivere a Pechino e a L’Avana. Poi, all’improvviso, caduto il muro di Berlino, hanno cambiato musica!
Adesso, sono gli arabi i terroristi, il nuovo male. Hanno iniziato a cercare le “armi di distruzione di massa” dove c’era sabbia e dolore, ma anche tanta dignità, hanno distrutto il popolo afgano con la scusa di cacciare Bin Laden, (che chissà dove si trova), hanno processato e impiccato i “dittatori”, che il giorno prima avevano aiutato e “baciato le mani”, hanno lanciato strali e anatemi contro “collaborazionisti” e “revisionisti” degli “stati canaglia”. Solo per qualche dollaro o qualche barile di greggio in più!?
Non si rischia, purtroppo, di demolire civiltà bellissime e straordinarie, annientare religioni antichissime e sorprendenti, distruggere l’uomo!? Ma è questo il futuro che stiamo costruendo per i nostri figli? È questa la società del domani? Sono queste “le magnifiche sorti e progressive”?
Un mondo con il profumo delle armi, alla ricerca del petrolio e con la paura dell’atomo?
Amo e credo nella democrazia, come la migliore forma di governo ancora possibile, ma non vorrei gioire per un popolo che guarda solo l’estratto conto in attesa del prossimo week end o che beve Coca aspettando di passare la domenica al megastore.
Per non parlare dei sentimenti svenduti dietro al bar.
Davvero abbiamo bisogno di più cultura, più istruzione, più scuola. Davvero la scuola è la nostra ultima speranza.

Angelo Battiato (inviato speciale a Brescia)
angelo.battiato@istruzione.it





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