Inno di Mameli e grembiule in classe: le proposte per la “nuova” scuola
Data: Martedì, 22 marzo 2011 ore 07:11:48 CET Argomento: Rassegna stampa
No
all’insegnamento obbligatorio dell’inno di Mameli nelle scuole del
primo ciclo di istruzione. La Lega spacca la maggioranza in commissione
Cultura alla Camera e dice “no” alla proposta di legge della pidiellina
Paola Frassinetti. Dopo essersi messi di traverso sui festeggiamenti
dei 150 anni dell’Unità d’Italia i parlamentari del Carroccio ora se la
prendono con la “colonna sonora” di questa ricorrenza. Mercoledì la
commissione dovrà dire sì o no a una legge che prevede l’insegnamento
obbligatorio (con relativa spiegazione storica) dell’inno fra i banchi
delle ex elementari e medie. La Lega ha già annunciato il suo voto
contrario. Udc, Pdl, Idv, Pd voteranno a favore. Il Carroccio
boicotterà l’iniziativa perché, come ha spiegato la capogruppo in
commissione, Paola Goisis, «l’inno di Mameli non è ancora stato
adottato ufficialmente quale inno nazionale».
Meglio occuparsi dei dialetti: la Lega ha presentato una
proposta di legge per riconoscere il piemontese come lingua. Ma la
prima firmataria della legge sull’inno, Paola Frassinetti, dorme sonni
tranquilli: «Gli altri gruppi - afferma - l’hanno sottoscritta, quindi
passerà. E’ anche uno strumento per integrare i tanti stranieri che
ormai popolano le nostre classi».
E sempre di scuola si parla in altre due proposte di legge depositate
alla Camera: i deputati Isabella Bertolini (Pdl) e Luca Volontè (Udc)
premono perché ci sia l’obbligo di indossare il grembiule alla primaria
e l’uniforme nelle classi successive per motivi di “uguaglianza e
decoro”. Ovvero per evitare che i ragazzini comincino da piccoli a
dividersi a seconda delle griffe indossate. Già il ministro Gelmini,
all’inizio del suo mandato, aveva esortato le scuole a tornare al
grembiule. Per ora c’è l’autonomia in materia. Il Parlamento vorrebbe
arrivare a un obbligo formale. (da Il Messaggero)
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