Lettera ai miei Studenti di ieri e di oggi sulla guerra
Data: Lunedì, 21 marzo 2011 ore 22:44:53 CET
Argomento: Opinioni


Carissimi Studenti di ieri e di oggi,

non fatevi prendere in giro!  Ve lo ripeto sempre di non credere neanche a me se prima non pensate, studiate, ascoltate, leggete, confrontate. Ancora una volta sento il dovere di dirvi chiaramente alcune cose, poiché la mia missione non è quella di passarvi delle nozioni e verificarle, bensì quella di indicarvi una strada, di aiutarvi a guardare oltre, di scoprire le ricchezze che avete dentro, di suscitare in voi il senso critico, di dirvi che il bene e il male esistono e hanno nomi e volti. Siamo in guerra e non c’è un altro modo di definire ciò che sta accadendo in queste ore in Libia! Quando qualcuno lancia missili e sgancia bombe, non sta facendo una missione umanitaria, né un’azione diplomatica, né un embargo. Le armi uccidono e basta, quelle intelligenti non esistono, perché chi uccide non è mai intelligente. C’è chi vuole far credere che sia una guerra giusta, quando le guerre giuste non esistono, poiché nessuna guerra lo è! «La guerra è un’avventura senza ritorno» diceva Giovanni Paolo II al tempo della prima Guerra del Golfo. Non aveva forse ragione? Molti non sono più tornati e tanti altri sono ancora là a combattere. Per cosa? Per cosa oggi in Libia? Certo non voglio giustificare Gheddafi e condanno fortemente quanto da tempo fa e non solo negli ultimi giorni, ma sicuramente esistevano altri modi di agire anziché l’attacco. Poiché non voglio indottrinarvi, desidero porvi delle questioni su cui riflettere oltre quelle già scritte:

Perché il Presidente della Repubblica continua in questi giorni ad andare in giro a celebrare l’unità d’Italia? E’ forse il momento di far festa?

Il Presidente della Repubblica e la Corte Costituzionale, sempre pronti a fermare i provvedimenti del Governo per incostituzionalità, non si sono accorti che questa guerra non è secondo la nostra Costituzione?

Sabato pomeriggio e sera cosa avrà distratto il mondo di Facebook dall’inizio della guerra? La festa del papà, quella di San Giuseppe o il fine settimana?

Dove sono finite le bandiere arcobaleno della pace? Dove la Sinistra, contraria persino alla guerra contro il punteruolo rosso? Dove le donne e gli uomini scesi in piazza di recente contro Berlusconi. “Se non ora, quando?”. Non è forse lo sbaglio più grosso di questo Governo?

Non è magari il caso di farsi restituire da Obama il premio Nobel per la Pace? Io cerco di dirglielo da tempo, ma forse ho il numero di telefono sbagliato.

Non pensate che tra la risoluzione dell’ONU contro Gheddafi e l’attacco sia passato pochissimo tempo? Perché non vi è stato il tempo di un dibattito pubblico né in Parlamento?

Sapete che l’orco dittatore libico è stato nella commissione ONU per i diritti civili? Forse non è stato presente alle riunioni e quindi non ci hanno fatto caso finora?

Perché prima di bombardare non hanno fatto in modo di allontanare almeno i civili della propria nazione dalla terra libica? Il rimorchiatore sequestrato con italiani a bordo che ci faceva ancora là?

Si sono posti seriamente il problema di una successione a Gheddafi? Cosa sta accadendo dietro? L’Iraq non ha insegnato niente?

Forse è possibile credere alla favola che questa guerra sia in corso per fermare la carneficina di Gheddafi o c’è puzza di gas e petrolio?

Perché le principale reti televisive nazionali in prima serata, come se niente stia accadendo, continuano a propinarci calcio, il Commissario Montalbano, Ballando con le stelle, la Corrida e il Grande Fratello?

Con tristezza ma pieno di speranza vi ho scritto e non tacerò sull’assurdità di questa e ogni guerra come ho sempre fatto. Sono sicuro, carissimi Amici, del vostro valore e della vostra capacità di vincere la “banalità del male” con la profondità del bene. Per il resto non mi resta che pregare!

Vostro Prof. Marco Pappalardo







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