In 80mila a Potenza contro la mafia e intanto sondaggio shock nelle scuole. ''Falcone e Borsellino? Due fessi''.
Data: Lunedì, 21 marzo 2011 ore 07:58:01 CET Argomento: Sondaggi
Giornata di
memoria e riflessione ieri a Potenza: solita guerra della cifre a
parte, 80mila presenti secondo gli organizzatori e non più della metà
secondo la Questura, la 16esima "Giornata della Memoria" organizzata da
Libera per ricordare le vittime della mafia è ormai appuntamento
importante nel calendario nazionale.
Un corteo per tenere accesa la memoria sulle pagine più scure della
cronaca italiana e per riflettere in un paese <>. Così si è espresso Don Luigi Ciotti, responsabile
e figura di spicco dell'associazione, che ha sottolineato il dolore nel
dover leggere ogni anno un elenco sempre più lungo in un'Italia troppo
distratta da altro e la necessità, nella lotta alla mafia, di dover
sperare ed impegnarsi quotidianamente.
Scegliere Potenza non è stato atto casuale: la mente riporta ad
Elisa Claps, la studentessa potentina trovata morta esattamente un anno
fa nel sottotetto della chiesa della Santissima Trinità dopo 17 anni di
vane ricerche, che non è vittima della mafia ma senza dubbio anch'essa
un'anima innocente schiacciata dall'ingiustizia e dall'omertà. Il
corteo, infatti, ha visto sfilare anche diversi familiari di vittime
innocenti in un contesto generale e l'interminabile schiera, partita da
Piazza Bologna, è confluita nel piazzale antistante la Regione con a
capo, oltre a Don Ciotti, anche don Marcello Cozzi da subito in prima
linea per organizzare l'evento in Basilicata.
Il corteo era composto, tra gli altri, tra i parenti delle 900 vittime
delle mafie i cui nomi sono stati letti sia 2 giorni fa, in una veglia
di preghiera, che ieri al termine della manifestazione. Tra i molti
interventi significativi, di particolare rilievo le frasi di Vito De
Filippo, presidente della giunta regionale della Basilicata, che ha
sottolineato la presenza dell' <> a questa
iniziativa e ricordato quanto le infiltrazioni malavitose nel Sud
dell'Italia siano un freno alla crescita e allo sviluppo. Significativa
anche la presenza del Procuratore aggiunto di Palermo: quell' Antonio
Ingroia tanto criticato dalla Maggioranza per il suo intervento alla
manifestazione del 12 marzo in difesa di scuola pubblica e Costituzione
che, nel suo intervento di ieri sul palco, oltre ad elogiare
l'iniziativa, ha rincarato la dose dichiarando riguardo alla riforma
della giustizia: <>.
In una giornata quasi primaverile e carica di significati e di idee, a
fare da nota stonata e da spunto per ulteriori riflessioni, in senso
negativo su ciò che ancora non funziona nella coscienza del paese, ci
ha pensato il risultato shock di un sondaggio dell'associazione
"MafiaContro" su un campione di 1.062 ragazzi fra i 15 ed i 18 anni,
che frequentano sette istituti scolastici siciliani, una scuola
friulana ed una lombarda. I dati raccolti sono stati a dir poco
insoddisfacenti ed anche agghiaccianti: il 26 %, una fetta
significativa degli studenti dunque, considera Falcone e Borsellino
<> o <>; il 32 % degli
intervistati, inoltre, al posto dei 2 giudici avrebbe scelto di andare
via o non fare assolutamente nulla contro la minaccia ormai imminente
della mafia.
Il 10 % degli intervistati considera i 2 capi criminali Totò Riina e
Bernardo Provenzano <>; per il 5% dei
ragazzi i 2 boss sono stati <>. Il 31 % pensa che la mafia sia
<>; La sfiducia
nelle istituzioni è preoccupante (71%) e, non servono i dati del
sondaggio, l'educazione civica impartita nelle scuole sembra essere
carente e poco determinante.
La sensazione più inquietante però, a parte l'ignoranza diffusa e la
mancanza di identificazione nelle figure giuste, è la rassegnazione che
emerge nei giovani nel considerarsi pronti a convivere ed accettare
senza opposizioni l'intimidazione mafiosa. Considerando che proprio la
gioventù italiana rappresenta il futuro nella lotta alla criminalità
organizzata, i presa (da
http://www.levanteonline.net/)
redazione@aetnanet.org
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