Cosa dirò lunedì ai miei alunni dopo l'attacco in Libia?
Data: Sabato, 19 marzo 2011 ore 19:04:30 CET
Argomento: Redazione


Perché scrivere di scuola oggi e in questo momento? Da pochi minuti è scoppiata un’altra guerra. E’ scoppiata a due passi da casa nostra. E’ scoppiata nel silenzio di troppi. A che serve lamentarsi ora per i problemi della scuola? Davvero l’unica cosa che ci interessa è lo stipendio?! La scuola, i docenti, questo sito, io stesso, non avremmo dovuto essere voce critica e dura contro un’altra guerra? Cosa racconteremo lunedì in classe ai nostri studenti? Faremo lezione come se nulla fosse? Capisco che siamo nel fine settimana, che si festeggi San Giuseppe con il papà, che si faccia shopping o si esca per una passeggiata, ma possibile che a pochi interessi l'inizio di un'altra guerra? E' normale che tutto accada sopra le nostre teste e che non ci sia stata una voce di dissenso? Com'è che destra e sinistra sono pienamente d'accordo questa volta? Non c’era una volta più di uno a scendere in piazza contro la guerra? Che fine hanno fatto le famose bandiere arcobaleno? Le abbiamo nascoste in cambio del petrolio?  Che bella Italia unita! La nostra Costituzione, quella che ciascuno usa come vuole, cosa dice a proposito della guerra d'offesa? Non mi pare vi siano dubbi di interpretazione. Non ci sono altre soluzioni come la diplomazia, l'embargo, l'intelligence, le spie? L'ho sempre detto e evidentemente ho ragione quando affermo che l'unico problema per molti italiani, a quanto pare, sono le questioni legate a Berlusconi. Persino una guerra (che certo non sarà lampo!) non fa notizia. Se se si trattasse di uno scandalo legato al Presidente del Consiglio, Facebook sarebbe pieno di insulti, di notizie, di lamentele. Se, invece, di fronte casa nostra inizia un bombardamento non interessa quasi a nessuno! Possibile che nessuno si sia chiesto cosa ne pensasse l’opinione pubblica? Visto che il tutto si svolge a due passi da casa nostra, non sarebbe stato il caso di trovare altre soluzioni. Dobbiamo rischiare tutti per salvare la faccia a livello internazionale all’Italia? Ero piccolo ma ricordo bene i missili lanciati contro la Sicilia, ricordo che con mia madre e i miei fratelli andavamo ogni pomeriggio in chiesa a pregare per la pace. Sì, pregare per la pace!

Marco Pappalardo







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