L’autonomia e il meritevole oggettivo raccomandato
Data: Sabato, 19 marzo 2011 ore 11:00:00 CET
Argomento: Redazione


Il dirigente scolastico concluse il faticoso collegio con queste ultime famose parole: “Cari docenti, sappiate che valuterò i vostri meriti in modo corretto e professionale. Nessuno potrà eccepire alcunché sulle mie scelte perché ogni cognome corrisponderà ad un meritevole oggettivo”. Tutti direte: nessuno di noi avrebbe saputo fare meglio.
Chiamò il parroco DON SANTO e disse: “Figliolo, caro, dovresti inserire la prof.ssa Raccomandata, ne ha bisogno, si è redenta da poco, fa tanta beneficenza”. “Ma santo padre, racconta barzellette sporche agli studenti in classe”. “Figliolo, chi non ha sbagliato scagli la prima pietra, il gossip lasciamolo ai comunisti, sai le indulgenze non le facciamo avere a tutti. La prof.ssa è molto vicina al nostro presidente, non vorrai che perdiamo le prossime elezioni, vero? Una mano lava l’altra”.
Chiamò il dirigente superiore ASSOLUTAMENTE DISINTERESSATO e disse:
“Caro collega, noi ci siamo frequentati poco da quando hai avuto questa nomina, ma ho sentito un gran bene di te. Ma perché non mi chiamate, perché non mi cercate? Siamo una squadra, dobbiamo stare tutti uniti, specie ora che manca la nostra guida.
Ma perché non mi chiamate, perché non mi cercate? Siamo una squadra, dobbiamo stare tutti uniti, specie ora che manca la nostra guida. Chiamami. Ho bisogno della vostra collaborazione per realizzare al meglio il mio compito. Siete tutti miei figli. Ci sono problemi con la prof.ssa Raccomandata? Cara amica, persona squisita, pensa tu, teme che non tu non abbia ancora inquadrato il suo valore, la sua alta eticità. Fatti sentire. Sempre a disposizione della mia famiglia”.
Chiamò il sindacato rappresentativo CHE APPIATTISCE I DOCENTI e disse: “Egregio dirigente, colgo l’occasione per congratularmi con Lei. La sua scuola è all’apice regionale e nazionale per il rispetto democratico dei rapporti sindacali. Lei è esemplare. La sua RSU mi ha detto: non c’è neppure bisogna di sedersi al tavolo contrattuale, perché da solo pensa a tutto, parte e controparte, competente, ammirevole distributore e allocatore delle risorse economiche così esigue. La prof.ssa Raccomandata è nostra iscritta, un’iscritta storica, attenta, con buone entrature all’ARAN, sempre disponibile. Mi faccia sapere, complimenti, dirigente! Ce ne vorrebbero mille come lei!”.
Chiamò la mamma CHE FA COMPLIMENTI A TUTTI e disse: “Non te la ricordi Giustina Raccomandata, ma ci giocavi quando eri piccolo, che persona, che famiglia. Il padre, ma come non te lo ricordi, era un generale dell’esercito e la madre di famiglia nobiliare. Per lei avevi un’adorazione e piangevi quando se ne andavano. Suo padre, uomo tutto d’un pezzo cosa ti diceva, dai cosa ti diceva? Sei uno smemorato. Testa alta, cuore puro, non guardare in faccia nessuno. È la migliore che hai? No? Beh, fammi sapere. Un bacio”.
Chiamò il senatore ONESTO SENZA ALCUN OMBRA DI DUBBIO e disse: “Solo con il ritorno ai valori che abbiamo sempre condiviso la nostra nazione potrà rinascere. Ma ti ricordi quante versioni mi hai fatto copiare quando eravamo al liceo, stessa classe, stesso banco? Veramente tu facevi lo stronzo e coprivi il testo con la mano, ma io, furbo, avevo come due palle di vetro! L’Italia ha bisogno di dirigenti come te! Ma oltre il tuo appoggio, ti vedrei sugli scranni del senato. Ci pensiamo. Giustina Raccomandata l’ho sentita ieri sera. Dimmi che è la tua migliore insegnante. Chi fimmina, chi fimmina. È un punto di forza del partito nella tua circoscrizione. Basta. Già troppu ti rissi. Fammi sapere. Ad maiora”.
Chiamò l’ente Provincia SENZA UN QUATTRINO e disse: “Pregiatissimo dirigente, domani stessa giungeranno nella sua scuola tre squadre di operai. Non ci dica niente, dirigente, non ce lo dica che da anni ci reitera le stesse richieste, che piove nella sua stanza, che i muri dell’auditorium sono gonfi di umidità, che avete fatto ricorso ai vigili del fuoco e avete scritto al prefetto per chiudere la palestra, contesa da trent’anni tra il Comune e la Provincia, non ci dica niente. Siamo costernati e vogliamo aprire una nuova pagina dei rapporti tra lei e noi. Il nostro dirigente superiore, dottor SENZA MACCHIA è stato perentorio. È stata sua moglie, sua insegnante, dirigente, Giustina Raccomandata, che ha speso qualche parola decisiva. A buon rendere, dirigente, da ut dem” (n.d.r.: dammi affinché ti dia)”. Chiamò ..., chiamò …, chiamò ..., chiamò ….
Il dirigente scolastico, allora, chiamò il ministro DIMMI CHI FREQUENTI E TI DIRÒ CHI SEI e gli raccontò, con sincerità e dolore, quanto gli era successo. “Ma vuoi fare sempre il primo della classe? Possibile che non siete capaci di leggere tra le righe? E hai fatto pure studi classici. Autonomia significa sapere scegliere i docenti meritevoli della nostra attenzione, quelli con un curriculum senza ombre, quelli che, insieme a noi, sono in grado di costruire la grande casa liberale del sapere. Autonomia significa scegliere i nomi autorevoli, gli ottimisti, gli sposati regolarmente, quelli che hanno una bella famiglia, i senza macchia dal punto di vista sessuale. Pensare poco, dirigente, agire molto. Sempre al servizio. Homines sunt, immo servi. Mi raccomando, scegli con la stessa oculatezza il rimanente, 24, 9 %.

Gaetano Bonaccorso
gbonaccorso@alic






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