Brescia, cura dimagrante: via quarantacinque istituti
Data: Venerdì, 18 marzo 2011 ore 07:10:28 CET
Argomento: Rassegna stampa


Ci sono troppe scuole in città e provincia. Tra elementari, medie e superiori sono 165, e sta per scattare la cura dimagrante. Molte sono sottodimensionate, e non ne sopravviveranno più di 120. Saranno soprattutto istituti del primo ciclo (elementari e medie) a sparire, ma la direttrice dell'Ufficio scolastico territoriale (Ust) Maria Rosa Raimondi, non dice quali. Il numero delle superiori (fanno il 25 per cento del totale) da tagliare, invece, si conterà sulle dita di una mano.
E IN CITTÀ a rischiare è il Moretto, che quest'anno ha avuto pochissime iscrizioni. Tuttavia Raimondi conferma la volontà di salvare l'istituto dalla «gloriosa tradizione». Il professionale cittadino per l'industria e l'artigianato passa per una scuola dequalificata, ma «l'immaginario collettivo non sempre corrisponde alla realtà - dice Raimondi - e il nostro obiettivo è ricostruire l'immagine della scuola».                        
 Ci sono pure troppi indirizzi scolastici.  Per il 2011-12, solo in città una buona dozzina resterà al palo per la seconda volta a causa di pochi «clienti». Sono soprattutto indirizzi di istituti professionali, ora quinquennali come quelli tecnici. Era in forse pure Logistica e trasporti all'Itis Castelli, invece, «con le reiscrizioni riusciremo a raggiungere i 27 per formare una classe», annuncia Raimondi.
Ridimensionamento delle scuole e degli indirizzi sono i due temi emersi ieri durante l'audizione di Raimondi nella commissione Istruzione del Broletto presiduta da Lucio Facchinetti, presente l'assessore Aristide Peli. Un'audizione insolita, ma insolito è pure il momento. Per il secondo anno si fanno i conti con le iscrizioni dopo il riordino seguito alla Riforma. Il biennio di rodaggio è passato. Il consuntivo dice che i licei tornano in testa con l'apporto delle paritarie, che licei e tecnici fanno la parte del leone con il 43.15 e il 36.29 per cento, e lasciano ai professionali un 16 per cento scarso, a cui va aggiunto il 4.59 dell'Ifp (sorta di cfp dentro le statali).
I LICEI SCIENTIFICI mantengono il primato, seguiti da Finanza e marketing, dal liceo linquistico e dall'alberghiero. Calano vistosamente i geometri, e la cosa preoccupa. Ma ora scattano modifiche e aggiustamenti all'offerta formativa, che - sottolinea Peli - non sarà più modificata per almeno 5 anni. Ogni scuola avrà la sua identità (commerciale, tecnica, alberghiera...) e avrà corsi sia tecnici, sia professionali. E non potrà in alcun modo uscire dai confini dell'edificio, anzi, le succursali esistenti sono in odore di soppressione. Tutti gli istituti dichiareranno in anticipo il numero di alunni che possono accogliere, in modo da evitare il più possibile i «respingimenti».
Che quest'anno sono stati poco più di 300 (compresi i Cfp) su un totale di 13.200 iscritti alle classi prime. I più (177) avevano scelto proprio i Cfp, ma il numero di doti assegnato dalla Regione è limitato e molti hanno dovuto orientarsi su una scuola statale. Altri 25 hanno dovuto rinunciare all'Ifp (20 dei quali al Mantegna cittadino), e 73 non hanno potuto fare un liceo. Soprattutto non hanno potuto frequentare il Leonardo, che ha dovuto respingerne ben 50. Per il resto, 19 sono risultati in soprannumero negli istituti tecnici (nessuno in città) e 8 nei professionali. Molti di più, invece, sono i ragazzi ri-orientati su altri corsi degli istituti scelti, poichè deroghe al minimo di 27 alunni per classe non sono previste. Le novità più grosse, tuttavia, si attendono sul fronte della soppressione delle scuole. Dovrebbero sparirne dalle 45 alle 50, fino a pareggiare con il numero di presidi ed eliminare le 47 reggenze attuali. In città il problema non dovrebbe esistere, per le superiori. Anzi, Peli aspetta il Pgt per capire le scelte del capoluogo sulla collocazione delle sedi nuove, come quella del liceo artistico Olivieri. Ma ci sono, e dove siano è da capire.
Mimmo Varone (da http://www.bresciaoggi.it)

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