Costituzione tradita su uguaglianza, istruzione e lavoro
Data: Mercoledì, 16 marzo 2011 ore 15:00:00 CET
Argomento: Rassegna stampa


Lavoro, giustizia, istruzione, autonomie locali. La Costituzione è stata ignorata in molti punti: nel Paese resta forte il divario tra i principi fissati dalla madre di tutte le leggi e i dati negativi delle sue applicazioni. In Sardegna il gap appare di particolare evidenza. Così, per i 150 dell'Unità d'Italia, «La Nuova» ha chiesto di affrontare questo tema d'attualità a operai, sindacalisti, imprenditori, magistrati, avvocati, professori, politici. I loro giudizi sono spesso critici. Le voci polemiche. I commenti duri. Soprattutto per il parziale tradimento del patto sociale nato nel secondo dopoguerra.
OCCUPAZIONE E PROGRESSO. La prima analisi arriva da Tino Tellini. È uno dei cento tecnici Vinyls impegnati per la ripresa produttiva della chimica a Porto Torres con le manifestazioni sulla Torre Aragonese e all'Asinara, da oltre un anno trasformata nell'isola dei cassintegrati. «L'Italia è una Repubblica fondata sul lavoro, dice l'articolo 1 della Costituzione, ma almeno dal governo quest'articolo è stato relegato in fondo alla lista delle cose possibili - sostiene Tellini, uno dei leader della protesta - Berlusconi si preoccupa solo di fare leggi ad personam, indegne di una Costituzione cosiderata tra le migliori del mondo. E, come nel suo caso, il lavoro non sembra interessare a gran parte della politica».

«Quanto all'uguaglianza tra cittadini, altra delle norme-cardine della Carta, quel che succede oggi in Italia appare un'anomalia rispetto alla vita nei Paesi democratici: parlamento ed altre istituzioni sono assoggettate ai voleri di un unico individuo», prosegue il tecnico della Vinyls.
«In effetti la nostra è una libertà controllata, teleguidata: l'80% delle tv è nelle mani del premier e la gente vota in larga misura basandosi sull'informazione dei tg tra le 20 e le 21 - afferma il cassintegrato - Quel club dei 5 milioni che legge i quotidiani, cerca notizie su internet e compra libri non è in grado d'influire più di tanto».
Mario Medde, segretario regionale della Cisl, ricorda innanzitutto i numeri dei senza lavoro nell'isola: un giovane su tre a caccia di un posto qualsiasi, disoccupati più di 12 sardi ogni 100. «Assistiamo a una incrinatura del patto tra Stato e Regione - spiega poi - Il nostro Piano di rinascita è una norma costituzionale, eppure viene violato. E in questo modo rende impossibile il recupero dello svantaggio da noi accumulato nei decenni». «Manca inoltre il riconoscimento dello status d'insularità: la Sardegna è l'unica vera isola d'Italia ma la continuità territoriale per le persone e per le merci è ancora di là da venire».

Sotto l'ultimo profilo la pensa esattamente come lui Massimo Putzu, presidente regionale di Confidustria. «Questo fattore di deficit va eliminato - puntualizza - Altrimenti non recuperemo mai il costo aggiuntivo derivante dai trasporti». Nel sostenere «come la nostra Costituzione abbia generalmente un impianto ancora valido», l'imprenditore di Olbia aggiunge che però una modifica almeno andrebbe fatta, all'articolo 41. «Le nostre aziende piccole e medie, che pure hanno tanto contribuito alla sviluppo, sono messe in secondo piano - osserva - Ecco, noi vorremmo un maggiore sostegno alla libertà d'impresa per contribuire di più e meglio al progresso generale».

SCUOLA E UNIVERSITÀ. «Per quel che concerne l'istruzione, tenendo conto che sospendo per ora il giudizio sulla Riforma Gelmini, in teoria i princìpi costituzionali sono salvaguardati ma nella pratica ciò non succede», afferma Luigi Gallucci, professore e preside per 40 anni negli istituti dell'isola. E fa un esempio: i costi dell'istruzione. «Per i libri s'interviene con i prestito d'uso in favore dei meno abbienti - rimarca - Però le risorse sono poche. Così tanti alunni si trovano in difficoltà. Insomma, nella realtà le situazioni critiche appaiono molto chiare».

«E intanto assistiamo a Regioni come la Lombardia che nei fatti incentivano i privati - continua Gallucci - Invece da noi, tra una dispersione scolastica che supera il 20% e lo spopolamento delle zone interne, il diritto allo studio rischia davvero di venire compromesso».  (http://lanuovasardegna.gelocal.it/)

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