«C’è un filo rosso che unisce la CGIL al Risorgimento». Intervista a Enrico Panini.
Data: Martedì, 15 marzo 2011 ore 10:30:00 CET Argomento: Sindacati
La Notte
tricolore del primo sindacato italiano. Dibattito «Il lavoro salverà
l’Italia» intitolato a Di Vittorio: Camusso Camilleri, Cerami e Scola
C’è un filo rosso che lega i 150 anni dell’Unità ai prossimi che
vivremo. Un rosso color Cgil, «scesa in campo» - come spiega Enrico
Panini - per ribadire che dal Risorgimento alla crisi dei giorni nostri
è sempre il lavoro, la trincea dell’impegno e della democrazia. «Il
lavoro salverà l’Italia» è infatti il titolo suggerito da uno scritto
di Giuseppe Di Vittorio al dibattito che farà da perno, nella sede di
Corso d’Italia, al programma di iniziative ed eventi messo in piedi a
sostegno della ricorrenza.
Farà gli onori di casa Susanna
Camusso, al suo fianco Andrea Camilleri, Vincenzo Cerami, Ettore Scola
e Lucio Villari.
Perché la Cgil in prima fila il 17
marzo?
«Per due motivi principali, il primo ovviamente riguarda
l’importanza dell’evento in sè, ossia la celebrazione dell’unità del
paese e la notte del tricolore. A maggior ragione se pensiamo che le
prime leghe risalgono al 1851, con la nascita dell’Ansaldo e le
questioni legate al lavoro. L’unificazione del paese che ai tempi
nostri si trova in una condizione contrastata e difficile e che rimanda
ancora una volta al lavoro come tema centrale».
L’altra ragione per esserci?«La necessità e l’impegno di tenere insieme
i due risorgimenti, il primo quando il nostro paese fu liberato da una
dittatura odiosa, e adesso col compito di portarlo fuori dalla grave
crisi dei giorni nostri. Ecco perché abbiamo scelto quella frase di Di
Vittorio per dare il titolo alla nostra riflessione ». Una centralità
lunga 150 anni. «Il punto di osservazione per osservare al giorno
d’oggi l’unità d’Italia non può infatti prescindere da questo tema e
dalle sue prospettive e problematiche proiettate nel futuro. La nostra
Costituzione, del resto, è l’unica al mondo che mette espressamente il
lavoro alla base della nostra Repubblica, anche per le esperienze
drammatiche e tristi dei secoli scorsi, come quella di Bava Beccaris o
i fatti di Bronte, che abbiamo voluto ricostruire e riproporre
nell’ambito delle nostre iniziative».
C’è una “mission” nello sforzo della Cgil a lasciare un’impronta su-
questo anniversario?«Bisogna evitare anzitutto che la memoria sia
frutto di un passato che non ha riferimenti al presente, non dobbiamo
mai dimenticare che questi 150 anni che celebriamo e analizziamo ci
parlano soprattutto della complessa situazione attuale nella quale ci
troviamo».
E poi?«L’altro obiettivo primario delle nostre iniziative e di quelle
degli altri soggetti impegnati per i 150 anni è contro la
banalizzazioni che vengono fatte nel nostro paese a proposito di questi
temi. Penso per esempio al suffragio universale o allo stare insieme
nell’impegno civile, motivi che parlano a tutti e riguardano l’intero
paese, a dispetto di come la pensi chi ha invitato a non celebrare la
data del 17 marzo come di una festa nazionale».
A chi giovano queste polemiche?«A chi vuole togliere valore e peso a
queste vicende storiche e all’impegno per le nostre istituzioni e i
valori che fondano questo paese. Mi riferisco a chi sostiene che la
nostra Costituzione sia frutto dei soviet, o che il Risorgimento sia
stato condotto da truppe mercenarie ingaggiate per denaro. Invece la
nostra forma democratica è dovuta a uomini e donne che, oggi come un
secolo fa, non si sono limitati a fare da osservatori, ma sono scesi in
campo per difendere e sostenere questi valori, esattamente come vuole
fare la Cgil col suo contributo e la sua presenza nell’ambito della
notte tricolore».
Alla quale ha dato un contributo anche il mondo della cultura.
«Certamente, con un connubio tra arte e spettacolo che ha portato al
nostro fianco diversi artisti. Tra i quali la sensibilità diffusa è
stata davvero diffusa e altissima, tanto che è stato molto grande il
rammarico tra chi, per impegni propri, non ha potuto essere al nostro
fianco ». (Salvatore Maria Righi)
(da L'Unità)
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