Cenacolo enogastronomico all’Istituto Alberghiero “V. Dandolo” di Bargnano (BS)
Data: Martedì, 15 marzo 2011 ore 03:00:00 CET
Argomento: Redazione


Fettuccine agli occhi di bue - biardino di baccoCi vuole poco a trasformare un’aula scolastica in una sala di ricevimento. A far diventare una stanza traboccante di libri e di registri, dal profumo di gesso, in un salone delle feste con tavole imbandite, luci soffuse e odori d’incenso. Basta davvero poco. Occorre estro, fantasia e tanta buona volontà. E la capacità dei docenti e degli alunni dell’Istituto Alberghiero “V. Dandolo” di Bargnano (BS). L’idea del “cenacolo enogastronomico”, che si è tenuto sabato 12 marzo, presso i locali della scuola bresciana, è del “profe” Antonio Ferrieri, far diventare la scuola, almeno per una sera, non solamente luogo di lavoro e di apprendimento “coatto” per i ragazzi, ma un ambiente piacevole di incontro culturale e conviviale, un momento rilassante di meditazione e di degustazione, uno spazio “mondano” condiviso con amici e colleghi, gustando piatti prelibati e genuini e raffinati vini “muffati”, francesi e austriaci, di grande qualità, il tutto condito dalla sapiente “opera” degli alunni.
Un’autentica attività didattico – professionale, dunque, velata di charme e d’abiti da sera. Si inizia dall’invito “personalizzato” del dirigente, a tutti i docenti, al personale didattico ed ai genitori degli alunni. Il menù, da cinque stelle, della migliore tradizione nazionale e internazionale, è un “preludio”: “quiche lorraine, bouillabaisse alla marsigliese, gamberi e mozzarella in crosta su letto di primizie mediterranee e, infine, torta caprese alle mandorle.
Il tutto innaffiato dai “nobili” e dolci vini botritizzati, dall’aroma delicato ed elegante, il “Gewurztraminer alsaziano”, il “Greco di Tufo”, il “Sauternes” e il “Beerenauslese”. Le portate saranno sapientemente presentate dagli alunni del professore Ferrieri, che ha anche curato l’organizzazione artistica della serata; mentre il professore Gerardo Romano e il tecnico Vincenzo Boccia si occuperanno della preparazione dei piatti.
“Dietro ogni portata – dice Antonio Ferrieri – c’è, innanzitutto, la storia e la cultura enogastronomica del territorio di provenienza, c’è il profumo e i sapori degli ingredienti che li rende unici e ricercati, c’è il sapere dell’uomo che li erge a “capolavori dell’arte”. Degustare i piatti con passione, privilegiando la cultura dello slow food. Questo è lo scopo della serata di gala, voluta, soprattutto, dai nostri ragazzi.”
“La gastronomia – come ci ricorda il maestro Jean Anthelme Brillat Savarin – ci sostiene dalla culla alla tomba, aumenta le delizie dell’amore e la confidenza dell’amicizia, disarma l’odio, agevola gli affari e ci offre, nel breve corso della vita, la sola gioia che, non essendo seguita da stanchezza, ci riposa da tutte le altre”.
Una cucina, dunque, da assaporare… e da meditare. E da apprezzare.

Angelo Battiato (inviato speciale a Brescia)
angelo.battiato@istruzione.it





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