La manipolatrice lombarda: il disperato tentativo del Ministro Gelmini di ribaltare la realtà
Data: Lunedì, 14 marzo 2011 ore 14:54:51 CET Argomento: Sindacati
Ieri sera il
Ministro Gelmini è stata ospite di una nota trasmissione televisiva.
Siamo di fronte all’ennesimo tentativo di ribaltare la realtà.
Siamo senza parole. Un
Ministro senza credibilità e senza pudore, da un lato difende il
Presidente del Consiglio quando attacca gli insegnanti e dall’altro si
fa promotrice del miglioramento della qualità della scuola pubblica.
Ma di quale qualità sta parlando
Gelmini? I dati la smentiscono clamorosamente.
Dal prossimo anno ci saranno meno 19.700 docenti e 14.500 ATA che si
aggiungono ai clamorosi tagli degli ultimi due anni. Altro che
contenimento della pianta organica, come affermato dal Ministro ieri
sera!
La tristezza di questi numeri ci dice che le scelte politiche del
governo di centro destra, in carica pressoché ininterrottamente da 11
anni, hanno messo alle corde la scuola pubblica, impoverendola di
fondi, insegnanti e personale ausiliario, tecnico e amministrativo (130
mila posti in meno in tre anni). Al Ministro chiediamo invece di dare
una risposta alle migliaia di precari che da anni lavorano nelle
scuole, nelle università e negli istituti di ricerca pubblici e che per
colpa delle scellerate riforme del governo sono stati privati di
qualsiasi speranza e prospettiva.
I dati Ocse 2010, poi, ci raccontano una realtà diversa: l'Italia
investe meno nella scuola il 4,5% in rapporto al PIL contro una media
del 5,7%. Ma disinveste anche in ricerca e università pubblica perché
ritenuti un puro costo e non una straordinaria opportunità per
rivitalizzare la qualità economica e sociale del Paese. Questo ha
significato il progressivo impoverimento dei comparti della conoscenza.
Le scuole sono in rosso e sono costrette a fare affidamento sui
contributi volontari delle famiglie (aumentati in alcuni casi fino al
300%). Mentre la scuola pubblica languiva, la scuola privata godeva dei
finanziamenti statali pressoché inalterati. Le università non sono più
in grado di garantire la prosecuzione dei contratti a termine e a
progetto, di fare i concorsi, di investire in ricerca. Vengono
ridimensionati importanti progetti negli istituti di ricerca pubblica.
Questa è la verità che solo il Ministro non vede o finge di non vedere
perché è lei la responsabile principale, insieme a Tremonti, della
crisi dei settori della conoscenza che è lo specchio della assenza di
una visione di futuro del Governo Berlusconi.
Fa specie inoltre che candidamente il Ministro affermi che le
retribuzioni del personale sono tra le più basse d'Europa quando è
stato proprio il Governo di cui fa parte che ha bloccato qualche mese
fa i contratti in tutto il pubblico impiego e gli scatti di anzianità
del personale della scuola.
Infine, è gravissimo che la Gelmini affermi con leggerezza che non si
appassiona al dibattito tra scuola pubblica e privata. Le vogliamo
ricordare, insieme alle centinaia di migliaia di persone scese in
piazza sabato scorso, che è un Ministro della Repubblica e che la
Costituzione sulla quale ha giurato garantisce l'istruzione pubblica a
tutti i cittadini. Se non si appassiona cambi mestiere!
La migliore risposta alle favole e alle manipolazioni del Ministro è lo
sciopero generale che la CGIL ha indetto per il 6 maggio. Chiediamo
un'adesione massiccia di tutti i lavoratori per la difesa della scuola,
dell'università e della ricerca pubblica.
(da Flc-Cgil di Domenico Pantaleo)
redazione@aetnanet.org
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