Quando l’occupazione costa il 5 in condotta
Data: Sabato, 12 marzo 2011 ore 07:26:02 CET Argomento: Rassegna stampa
Lo scorso anno,
alla fine del primo quadrimestre, sono
stati 63.525 gli studenti delle scuole superiori che si sono ritrovati
in pagella un 5 in condotta. A giugno sono diventati 10 mila. E
quest’anno? Il Ministero dell’Istruzione ancora non ha diffuso i dati
(e chissà quando lo farà). Certo è che un po’ di cifre sono già venute
fuori e stanno facendo discutere. Una su tutte: le 170 insufficienze
date ad altrettanti studenti del Liceo classico Garibaldi di Napoli
“rei” di aver occupato la loro scuola per protestare contro la riforma
Gelmini e di aver causato 40 mila danni al loro istituto. “Hanno
interrotto l’attività didattica per 20 giorni: dal 27 novembre al 15
dicembre. Contestavano i tagli, ma in realtà i tagli se li sono creati
con le loro mani saltando ore e ore di lezione. Per questo meritavano
una punizione esemplare, che li facesse riflettere sulla gravità
dell’azione compiuta” spiega la preside Laura
Colantonio.
Per ora, l’unica riflessione fatta dagli studenti ruota però
intorno alle possibili azioni legali da intraprendere contro una
decisione che, a loro avviso, presenta alcuni vizi di forma. “Per dare
un 5 in condotta è necessario che il ragazzo abbia già ricevuto una
sanzione disciplinare. Nel nostro caso non è accaduto. O, meglio, ci
hanno sospeso per 5 giorni con l’obbligo di frequenza, ma è stato un
provvedimento contemporaneo e non precedente. Per questo riteniamo che
quel voto non sia valido e abbiamo coinvolto i genitori per ricorrere
agli organi di garanzia regionale” dice un rappresentante
dell’istituto. La guida alla riforma pubblicata sul sito del Ministero
recita al riguardo che il 5 in condotta può essere assegnato “purché
prima sia stata inflitta allo studente una sanzione disciplinare (una
sorta di cartellino giallo)”. La preside però assicura: “Non c’è stato
nessun vizio forma”. E rassicura: “E’ un voto che non avrà conseguenze
sull’esito dell’anno scolastico, abbiamo già detto agli studenti che
non devono preoccuparsi”.
In realtà il voto in condotta, introdotto dalla riforma Gelmini, fa
media e, se confermato nel secondo quadrimestre, comporta la non
ammissione all’anno successivo. O, nel caso dei maturandi, l’esclusione
dall’esame. E dei 170 studenti del Garibaldi sono in molti quelli
dell’ultimo anno. “Sarà dura spiegare al commissario esterno che quel 5
in condotta è stato dato per farci riflettere” aggiunge il
rappresentante di istituto. E denuncia: “Si tratta di una punizione di
massa e assolutamente a casaccio. Abbiamo occupato la scuola in 500 (in
tutto gli iscritti sono 700, ndr), hanno punito solo un terzo. In un
primo momento si sono basati sulle foto che qualcuno di noi aveva
ingenuamente postato su Facebook, ma poi hanno deciso di affidare la
scelta dei capri espiatori ai professori”. Al contrario, la preside del
liceo garantisce: “Li abbiamo visti personalmente giorno dopo giorno.
Certo, noi eravamo fuori dalla scuola perché ci impedivano di entrare,
ma sapevamo bene chi erano quelli in prima linea nella protesta”.
Una protesta che, oltre all’interruzione delle lezioni, è costata alla
scuola 40 mila euro di danni. “20 mila euro per le macchinette degli
snack che abbiamo rotto, cui si aggiungono altri 20 mila euro tra
computer o vocabolari scomparsi” confessano. Motivo per cui una
punizione un po’ se la aspettavano, ma non così “eclatante”. Nonostante
tutto, però, la loro protesta contro la riforma Gelmini va avanti.
“Parteciperemo anche alla mobilitazione della scuola del 12 marzo”
promettono. Non tutti però. “Alcuni ragazzi hanno ancora la voglia di
combattere, altri sono rimasti un po’ traumatizzati dal 5 in condotta”
sottolinea l’Unione degli Studenti della Campania che, come sindacato,
sta appoggiando e seguendo la questione del liceo Garibaldi che,
sottolineano, non è l’unico caso. “Anche al Liceo Sbordone di Napoli o
allo scientifico Torricelli di Somma Vesuviana sono state date
insufficienze per le occupazioni”. E, uscendo dai confini regionali, di
5 in condotta di questo tipo se ne trovano anche in altre città. Come
Roma o Palermo. A Bologna invece in una scuola è stato adottato un
provvedimento più soft: il voto è stato solo abbassato. (da
http://tg24.sky.it/)
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