Autonomia scolastica: l’Italia non è in ritardo
Data: Venerdì, 11 marzo 2011 ore 14:59:41 CET Argomento: Sindacati
Non è vero quel che
fino ad oggi è stato detto: l’Italia non è in ritardo rispetto agli
altri paesi europei nella realizzazione dell’autonomia scolastica, lo
strumento che consente alle scuole autonomia gestionale e
amministrativa, fonte normativa che rappresenta il cuore ‘gestionale’
delle scuole attraverso il quale gli istituti amministrano le proprie
risorse, gestiscono piccole e grandi emergenze, dispongono la propria
offerta formativa, programmano le attività didattiche.
Se infatti i primi ad introdurre riforme che hanno demandato competenze
alle scuole sono stati Belgio e Olanda alla fine degli anni ’50,
(1959), se negli anni ’80 è prima la volta della Spagna (1985) e poi
della Francia (1986), l’arrivo negli anni ’90 di una generalizzazione
in quasi tutta Europa delle politiche di autonomia scolastica, vede
l’Italia (1999) perfettamente al passo con gli altri paesi – è uno dei
dati contenuti nella ricerca presentata oggi nel corso del convegno
nazionale organizzato dalla Uil Scuola a Roma in occasione dei 150 anni
dell’Unità
d’Italia.
Solo dopo il Duemila inizia il processo di riflessione sul tema
dell’autonomia e dell’avvio di progressive sperimentazioni in Germania
(2003/2004) mentre paesi come Finlandia e Danimarca hanno puntato a
delegare poteri centrali piuttosto che a introdurre originali elementi
di autonomia scolastica.
Il centro della ricerca Uil Scuola si basa sostanzialmente sulle
‘istituzioni scolastiche pubbliche’, regolate, cioè, secondo i diversi
ordinamenti europei da autorità politiche competenti.
Dal punto di vista metodologico si struttura su quattro gradi di
autonomia ‘concessa’ alle scuole: autonomia completa, limitata, nessuna
autonomia, possibilità di delega.
SOLDI PUBBLICI
Quella della gestione delle risorse finanziarie è uno dei primi temi
affrontati nella ricerca.
Il grado di autonomia delle scuole viene analizzato in funzione delle
voci di spesa: in conto capitale, spesa per beni immobili, spese di
funzionamento e spese correnti, acquisto di materiale informatico.
A conti fatti, le meno autonome in Europa sono Bulgaria, Cipro e
Romania ma anche le scuole di Francia e Germania sono scarsamente
autonome. Ben figurano, invece, per autonomia finanziaria le scuole
belghe, lettoni e svedesi.
L’Italia si trova in una condizione intermedia: non ha alcuna autonomia
nell’acquisto di beni immobili e di spese in conto capitale. Ha una
autonomia completa in merito alle spese di funzionamento e alle spese
correnti.
SOLDI PRIVATI
Quel che emerge dalla ricerca sull’autonomia degli istituti scolatici
nella’accettare fondi privati e che la libertà totale concessa alle
istituzioni scolastiche di accettare risorse finanziarie dai privato
riguarda solo il sistema scolastico belga di lingua fiamminga (20%
studenti) ed il sistema scolastico italiano (93% studenti).
In effetti, in Italia, già dal 1975 esiste la possibilità di ‘accettare
contributi da privati’. Non vengono, invece, previsti ‘prestiti’
(seppur non esclusi). Nel 2007 le ‘erogazioni liberali ’sono state
fiscalmente detraibili per i privati e deducibili per le aziende.
In Germania, Grecia, Cipro, Lussemburgo non si può ricorrere a
finanziatori privati.
Nel resto d’Europa, pur tra molte differenze, è consentito accettare
donazioni e sponsorizzazioni.
Diffuso in Italia, il fenomeno dell’affitto dei locali delle scuole per
prestazione di servizi alla comunità (palestre, aule magne).
UTILIZZO DEI SOLDI PRIVATI
Una vota che arrivano fondi privati per acquistare beni immobili, beni
immobili, per retribuire i docenti, per retribuire i non docenti - si
legge nello studio condotto dalla Uil Scuola - come si comportano le
scuole europee?
Le disposizioni vigenti in Italia, Belgio fiammingo, Galles e Irlanda
del nord sono le più liberali.
Resta la constatazione che l’acquisto di beni immobili, per l’Italia, è
più una possibilità teorica che reale. In Italia i contributi delle
famiglie, salvo quelli delle tasse per le scuole superiori, non sono
obbligatori, sono assolutamente volontari. Negli istituti
professionali, agricoli, alberghieri c sono altre forme di
finanziamento che provengono da varie forme di lavorazione e vendita di
prodotti in uso.
In tutti i paesi europei, comunque, la possibilità di accedere a forme
di finanziamento da privati non si traduce ‘automaticamente’ nella
possibilità di utilizzare in modo autonomo i fondi raccolti. Il loro
utilizzo, da parte delle scuole, deve essere ‘espressamente
autorizzato’.
In Svezia non si possono utilizzare tali fondi per retribuire i docenti
e in Belgio per il personale non docente.
LE PERSONE
Assunzione, licenziamento, compiti, responsabilità, supplenti, misure
disciplinari: sono questi i campi affrontati nello studio condotto
dall’Ufficio Studi e ricerche della Uil Scuola sull’autonomia
scolastica nei paesi dell’Unione Europea.
- Capi di Istituto
Nella maggior parte delle scuole europee l’autonomia delle istituzioni
scolastiche nei confronti dei capi d’istituto è piuttosto limitata.
In Italia non c’è nessuna autonomia. In Belgio fiammingo, Irlanda,
Slovenia e Galles l’autonomia è totale. Posizione intermedia per
Spagna, Polonia e Irlanda del Nord dove la selezione dei capi di
istituto è svolta congiuntamente dagli organismi della scuola e dalle
superiori autorità scolastiche.
In Francia e Lussemburgo, nella scuola primaria, non ci sono capi di
istituto, ci sono docenti che svolgono attività di coordinamento .
- Docenti
Solo Grecia, Cipro e Malta non concedono margini di autonomia alle
scuole. In Germania, Spagna, Francia, Italia, Portogallo le misure sono
piuttosto restrittive: l’autonomia è limitata alla nomina del personale
supplente (in Italia e Ungheria le graduatorie sono vincolanti).
- Personale non docente
I margini di autonomia concessi alle scuole per quanto attiene alla
gestione del personale non docente sono omogenei all’interno dei
singoli paesi.
In Italia la contrattazione a livello di istituto si interseca con i
contenuti del contratto nazionale per ciò che attiene a compiti e
responsabilità. (da UilScuola)
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