Masleniza - il Carnevale slavo, con una settimana di ritardo
Data: Giovedì, 10 marzo 2011 ore 09:09:33 CET
Argomento: Redazione


Carnevale ortodossoDopo aver ascoltato, pazientemente, la storia del Carnevale di Misterbianco, la mia cara amica mi confida: “Ma anche in Russia questa settimana inizia la Masleniza, il Carnevale ortodosso”. E inizia a raccontarmi una “favola” incredibile e d’altri tempi…: “Gli slavi orientali festeggiano la ricorrenza da tempo memorabile: salutano il gelido inverno che se ne va, per aprire le porte al tiepido sole primaverile, al risveglio della natura per ingraziarsi abbondanti raccolti e prosperità.
Nei paesi di religione cristiana ortodossa le festività religiose, rispetto alle nostre, sono posticipate; le date, infatti, vengono calcolate in base al calendario giuliano e non a quello gregoriano come nella chiesa romana. La Pasqua ortodossa si celebra una settimana dopo quella cattolica, di conseguenza anche il Carnevale, cioè, la Masleniza, inizia una settimana dopo. La festa, che precede l’inizio del lungo digiuno quaresimale, cade nel periodo tra febbraio e marzo e per molti secoli in Oriente ha rappresentato l’inizio del nuovo anno.
Nei territori dell’antica Rus’, infatti, prima del XV secolo, l’anno nuovo iniziava a marzo. Successivamente tale data venne spostata al 1° di settembre; fu solo con un decreto di Pietro il Grande che si adottò l’abitudine di festeggiare l’anno nuovo partendo dal 1° gennaio del 1700.
La Masleniza, è una festa antichissima di chiaro stampo pagano che la Chiesa, nonostante la sua influenza e la sua presenza millenaria sui territori slavi, non è mai riuscita a estinguere, perché fortemente voluta ed amata dal popolo e preesistente all’arrivo del cristianesimo.
Nell’antichità questi festeggiamenti venivano celebrati in onore di Lada, la dea primavera, una divinità femminile protettrice della semina, della vita, del matrimonio e dell’amore e del dio Veles protettore dell’allevamento, dell’agricoltura, della ricchezza e della prosperità. Alle due divinità venivano tributati riti propiziatori di fecondità, fertilità, per poter beneficiare di una numerosa progenie con la prosecuzione del ciclo della vita.
La Masleniza precede il digiuno della Quaresima e dà l’addio al cibo sostanzioso, quale la carne. (L’etimologia della parola “carnevale” deriva dal latino “carnem levare”, tradotto in seguito dal popolo come “carne vale” , ma il bello è che in russo “masleniza” (burrosa) deriva da un’altra parola antica che significava esattamente la stessa cosa!).
In questa settimana, un’irrefrenabile voglia di divertimento e d’allegria sono considerati atteggiamenti indispensabili per propiziarsi la felicità di tutto l’anno. Per le strade, all’aperto, con vitalità e buonumore si suona, si canta, si danza, nonostante la temperatura che in questo periodo dell’anno è ancora piuttosto rigida e la neve è abbondante. Il divertimento preferito della Masleniza è andare su una slitta colorata trainata da tre cavalli addobbati con i nastri e i campanelli, detta “trojka”; i ragazzi suonano la fisarmonica e la balalajka, le ragazze invece cantano, e il tutto, spesso, si copre di risate contagiose e battute spiritose. Sempre secondo la tradizione, ogni giorno della settimana è vincolato da attività particolari. Lunedì, chiamato giorno dell’incontro, è d’uso aiutare i poveri, si da inizio ai festeggiamenti e si comincia a preparare i bliny, le prime frittelle, infatti, vengono donate ai poveri, come segno della volontà di combattere la povertà. Martedì è il giorno dei single, i veri protagonisti di Masleniza, in cerca delle loro future spose. Spesso questa giornata termina con piccole risse, quando qualcuno avvicina una ragazza già impegnata, inoltre, ci si dedica ai giochi. Il mercoledì è il giorno della visita alla suocera, che ovviamente accoglie il genero con i bliny, le frittelle fatte dalle sue mani. Il giovedì, invece, è dedicato alle grandi pulizie di casa, che vede impegnate tutte le donne, inoltre, ogni famiglia si ritrova intorno al tavolo per gareggiare a chi mangia più bliny: al vincitore è previsto un anno particolarmente prospero. Il venerdì i generi contraccambiano il precedente invito delle suocere, accogliendole nelle loro case. Il Sabato la festa si sposta nelle strade, con danze, vodka e le immancabili frittelle, inoltre, si invitano e si incontrano le cognate e alla sera si compie la cerimonia culminante della settimana: nelle piazze si da fuoco al pupazzo impagliato che simboleggia l’inverno. La domenica, chiamata “Proschiennoe Voskresenie”, è il giorno del perdono: i membri della famiglia, ed anche gli sconosciuti, si perdonano a vicenda per le cattive azioni commesse nell'ultimo anno, si scambiano le visite tra parenti ed amici e in caso di rancori, tra baci e abbracci, si fa pace e si chiede perdono per ogni offesa compiuta o subita. Domenica è anche l'ultima giornata in cui è consentito bere vodka, dopo, infatti, inizia la quaresima (Veliki Post) e fino a Pasqua ai cristiani non è concesso bere o mangiare troppo.
Non c’è festa senza un piatto particolare. In Russia si dice: “senza bliny non c’è Masleniza”. E, infatti, il piatto tipico della Masleniza è il bliny, le frittelle larghe, sottili, rotonde dal colore dorato che simboleggiano il Sole che diventa sempre più caldo e che allunga le giornate. Durante tutta la settimana di Masleniza troverete i russi in cucina, intenti a preparare i bliny, un piatto molto semplice e gustoso, che può essere condito con burro, smetana (panna acida) e tvorog (una sorta di ricotta), miele e marmellate di ogni frutto, oltre che con caviale, salmone o pesce (aringhe, alicette in salamoia, pesciolini affumicati e storione), funghi, carne o fegato. I bliny russi sono decisamente unici al mondo, teneri, leggeri, fragranti, pieni di bollicine d’aria intrappolate durante la cottura. Ogni famiglia ha una propria ricetta particolare: la maniera più classica di prepararli è a base di farina di grano saraceno, latte, uova, zuppa, un pizzico di sale e “padella molto calda”. La tradizione vuole che i primi bliny vengano dedicati al ricordo dei propri cari defunti, perciò sono posti fuori dalla finestra di casa.
Un’altra tradizione della Masleniza è la costruzione di speciali fortezze di neve e ghiaccio ed i ragazzi, divisi in due gruppi, si tirano le palle di neve fino a rimanere sfiniti. Poi, per riprendersi, tutti insieme, si fa un “leggero” spuntino, con i bliny e il thè fumante, sotto i tendoni colorati, accompagnati dalle esibizioni delle maschere, soprattutto, da Petrushka. Il russo Petrushka è come Pulcinella napoletano, la maschera preferita dal popolo, più spiritosa, maliziosa e sarcastica.                   
Troppi impegni per una sola settimana, non vi pare? E, quindi, non c’è da stupirsi se la quaresima si vive senza grossi sacrifici, poiché il periodo di digiuno da cibo e vita sociale così intensa, era proprio indispensabile…
Oggi, così come in passato, tra gli slavi orientali, nonostante i ritmi di vita più frenetici, la Masleniza continua a rappresentare una delle feste popolari più amate e attese dell’anno”.

Angelo Battiato (inviato speciale a Brescia)
angelo.battiato@istruzione.it





Questo Articolo proviene da AetnaNet
http://www.aetnanet.org

L'URL per questa storia è:
http://www.aetnanet.org/scuola-news-240247.html