“Essere adolescenti a Catania”. Indagine Demopolis: valori molto forti ma disinteresse per politica e istituzioni
Data: Mercoledì, 09 marzo 2011 ore 19:10:00 CET
Argomento: Sondaggi


È una generazione con valori tradizionali molto forti, quella dei ragazzi catanesi tra i 14 e i 19 anni, ma del tutto disinteressata alla vita pubblica del Paese, con profonde lacune nella conoscenza delle Istituzioni e della politica
Sono questi alcuni dei dati più significativi che emergono dall’indagine dell’Istituto Nazionale di Ricerche Demopolis, condotta per conto della Provincia di Catania e dell’Associazione “Progetto Sicilia”, sugli adolescenti della provincia etnea. Un campione di 816 intervistati stratificato in base al sesso ed alle fasce d’età.
I risultati della ricerca sono stati presentati oggi dal presidente della Provincia Giuseppe Castiglione, dall’assessore provinciale alle Politiche Scolastiche, Giovanni Ciampi, dall’avv. Ruggero Razza e dal direttore dell’Istituto Demopolis Pietro Vento.
«È nostra abitudine consultare i giovani attraverso questo tipo di ricerche per raggiungere un numero sempre maggiore di ragazzi e poter così raccogliere le loro opinioni e le loro idee – ha dichiarato il presidente Castiglione. Conoscere il loro “universo” è il nostro punto di partenza per promuovere attività sempre più mirate. La Provincia ha organizzato spesso incontri con gli studenti per parlar loro di legalità, per informarli sui rischi in cui si incorre a causa dell’abuso del consumo di alcol o per avvicinarli alle Istituzioni europee, ma da quel che emerge occorre fare ancora di più. Un dato che sconcerta – ha osservato Castiglione –  è infatti la forte lacuna sulla realtà politica ed istituzionale, sia in ambito locale che nazionale. A tal fine incoraggeremo sempre più attività rivolte alla formazione, in raccordo anche con il mondo scolastico».
Dalla ricerca emerge che i giovani leggono pochissimo, si ritrovano nel tempo libero in strada o in piazza, per il gusto di stare insieme, ma senza empatia: solo per pochi la dimensione collettiva assume rilevanza oltre la cerchia delle frequentazioni giornaliere. Diffuso è l’estraniamento rispetto alle difficoltà del Paese, crescente la voglia di privata, ludica evasione.
Il presente diviene così l’unica dimensione da vivere, con Internet e il gruppo dei coetanei sempre più centrali nelle dinamiche quotidiane e nei processi di socializzazione, spesso a scapito della scuola e della famiglia.
Il linguaggio della politica e delle istituzioni è lontano da questa generazione, che sembra mancare di credibili punti di riferimento, intorno ai quali aggregarsi, trovare sicurezza, magari ispirarsi. Il 71% ritiene che sarà impossibile riuscire nella vita senza adeguati appoggi e conoscenze. Appena il 23% riconosce l’importanza dello studio: la società attuale – rilevano molti studenti – non premia il merito e non basta impegnarsi per conseguire obiettivi personali e lavorativi.
Solo restituendo protagonismo e diritto di parola alla gioventù siciliana, si potrà avviare un processo di “alfabetizzazione civile e valoriale” delle nuove generazioni, ripristinando quelle “relazioni di fiducia” che fanno di un individuo un cittadino attivo, conscio della centralità dell’istruzione, convinto della necessità delle regole per la tutela del bene comune e per la civile convivenza.
L’identikit tracciato dall’Istituto Demopolis rivela anche una profonda sfiducia degli adolescenti catanesi nelle istituzioni nazionali e locali, nel Parlamento e nei partiti politici, con una dinamica non dissimile da quella rilevata nell’intera realtà giovanile nazionale. Il 39% degli intervistati non riconduce al Parlamento italiano il potere legislativo e segnala, in un quarto dei casi, il Governo. Il dato si aggrava nell’attribuzione del potere esecutivo; appena il 52% lo ascrive correttamente al Governo. Da segnalare inoltre che il 34% dei ragazzi crede che sia Silvio Berlusconi a ricoprire la funzione di capo dello Stato.
La ricerca, diretta da Pietro Vento con la collaborazione di Giusy Montalbano e Maria Sabrina Titone, ha indagato anche la percezione e l’applicazione della legalità nel vissuto quotidiano degli studenti, a scuola, nel gruppo o in famiglia. Le “regole” sono in buona misura note ai ragazzi, gli studenti sanno razionalmente distinguere il legale dall’illecito.
Ma trasgredire, contravvenire alle regole di casa come a quelle della civile convivenza, con comportamenti spesso pericolosi, ai ragazzi catanesi appare “normale”: in maggioranza, gli adolescenti – intervistati dall’Istituto Demopolis –  riconoscono di aver scaricato dalla Rete senza autorizzazione o di aver viaggiato sui mezzi pubblici senza pagare; molti ammettono il mancato utilizzo del casco e l’uso del cellulare durante la guida, ma anche, in percentuale più ridotta, di aver sfidato i limiti di velocità o di aver guidato dopo aver bevuto più di un alcolico.

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