8 marzo: CIA, per mimose e frappe un business da 250 mln
Data: Marted́, 08 marzo 2011 ore 07:20:11 CET
Argomento: Eventi


'Le mimose per celebrare la Festa della donna ma anche le frappe per ricordare l'ultimo giorno di Carnevale. Domani sara' un 8 marzo piu' costoso del solito per gli italiani: la doppia ricorrenza muovera' un giro d'affari complessivo di oltre 250 milioni di euro soltanto tra fiori e dolci tipici''. Lo afferma la Cia-Confederazione italiana agricoltori, sulla base dei dati raccolti dalle sedi territoriali e zonali.
''In particolare, la spesa per le mimose e' stimata oltre i 90 milioni di euro per un totale di quasi 18 milioni di ramoscelli che saranno donati a mamme, fidanzate, colleghe di lavoro e compagne di scuola. Ma i festeggiamenti in onore delle donne - osserva la Cia - si uniranno a quelli per il martedi' grasso, con la corsa alle ultime frappe dell'anno: il consumo delle specialita' tipiche carnascialesche e' previsto intorno alle 22 mila tonnellate, per una spesa totale che sfiorera' i 160 milioni di euro''.           
 ''Si tratta di una somma piu' alta rispetto al 2010, nonostante le vendite rimangano pressoche' stabili - spiega la Cia -. Il fatto e' che, rispetto a 12 mesi fa, i prezzi di chiacchiere e castagnole sono cresciuti in media del 12 per cento: infatti, se l'anno scorso un chilo di frappe costava mediamente tra i 15 e i 20 euro, nel 2011 i costi sono saliti tra i 18 e i 25 euro al chilo, per arrivare a punte di 35 euro. Molto meglio, quindi, il 'fai da te', visto che gli ingredienti per i dolci classici della tradizione carnevalesca si pagano non piu' di 5 euro sempre per un chilo. Sicuramente si risparmia, quindi, e anche di tanto''.

''Discorso diverso per le mimose - aggiunge la Cia - che quest'anno fanno i conti con una produzione in calo. Il maltempo delle ultime due settimane, con il ritorno del freddo e delle gelate, ha danneggiato la fioritura delle fronde impedendo di raccogliere una quota pari a circa un terzo della produzione (tra il 29 e il 31 per cento). Le quotazioni pero' non ne hanno risentito, e i prezzi pagati al produttore sono scesi di quasi la meta' rispetto al 2010: da 9 euro a 5 euro al chilogrammo''.

''Proprio per questo motivo, non ci sono i presupposti per prevedere ulteriori rincari nelle vendite al dettaglio. Anzi, ogni nuovo incremento sarebbe del tutto ingiustificato.

Generalmente - conclude la Cia - la mimosa viene venduta al commercio in ramoscelli i cui prezzi variano normalmente dai 5 ai 10 euro, che sono valori comunque molto lontani da quelli riconosciuti agli agricoltori''.  (ASCA)






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