Tagli, la scuola reggerà alla Gelmini? Il tempo pieno già un sogno
Data: Martedì, 08 marzo 2011 ore 06:47:51 CET Argomento: Rassegna stampa
Siamo
partiti dall’attacco alla scuola di Stato “sferrato” dal premier
davanti alla platea dei cristiano-riformisti per analizzare la politica
di questo governo nei confronti della scuola pubblica e di quella
privata. E abbiamo raccolto testimonianze di presidi e genitori che
raccontano come i tagli della Gelmini sono stati tutt’altro che
indolori. (di
Barbara Liverzani da http://www.ilsalvagente.it/)
Anche le elementari sono diventate un problema
“La scuola pubblica italiana regge”. Ce lo ha assicurato, in questi
giorni, la ministra Gelmini. Il problema è come regge e sulle spalle di
chi. Dalle pagine di questo giornale abbiamo spesso raccontato le
storie di insegnanti e dirigenti in difficoltà e di famiglie costrette
a fare i conti con una scuola dimezzata che si adatta sempre meno alle
esigenze di genitori lavoratori.
Se prima per le famiglie c’era l’incubo dell’iscrizione ai nidi
comunali e alle scuole dell’infanzia, ora anche le elementari sono
diventate un problema: il posto si trova, per legge, ma non per il
tempo scuola prescelto. Specialmente se è un tempo lungo: di 30 o 40
ore settimanali. E questo perché i tagli operati non sono stati
indolori.
Bologna: "Impossibile alle primarie accontentare tutte le richieste"
Ecco cosa ci racconta Filomena Massaro dirigente dell’Istituto
comprensivo 12 di Bologna: “Le iscrizioni alle primarie si sono appena
chiuse e hanno visto confermare la scelta di un tempo scuola ampio da
parte delle famiglie. Peccato che anche quest’anno ci troveremo
nell’impossibilità di accontentare tutte le richieste”.
La conferma arriverà dall’assegnazione degli organici a fine mese, ma
non c’è da stare tranquilli: innanzitutto perché la terza tranche dei
tagli di Tremonti prevede che l’anno prossimo saltino altri 20mila
docenti. Ma non è tutto.
“Finora i docenti venivano assegnati in base a un modello a 27 ore solo
nelle prime, quest’anno andrà a regime il Regolamento del ministero e
quindi lo stesso parametro di assegnazione varrà anche nelle quarte e
nelle quinte”, ci dice la Massaro.
"Non so come garantire le 30 o 40 ore"
E allora come si faranno a garantire le 30 e le 40 ore? “Non lo so
anche perché negli ultimi due anni abbiamo già utilizzato tutte le
risorse che si sono liberate dall’abolizione delle compresenze.
Difficile a questo punto non solo ampliare ma anche garantire lo stesso
numero di classi a tempo pieno già esistenti”. E allora? “In queste
condizioni diventa difficile anche solo illustrare o garantire alle
famiglie un’organizzazione didattica certa. Ecco perché qui in Emilia
in questi ultimi anni abbiamo assistito a un progressivo spostamento di
quote di alunni verso le paritarie che quantomeno offrono un modello
organizzativo preciso e definito”.
A Milano un questionario per i genitori
A Milano nell’Istituto comprensivo Morosini Manara il preside, al
momento dell’iscrizione, ha consegnato ai genitori un questionario
sulla base del quale stilare una graduatoria per il tempo pieno.
“Premesso che non ci piaceva alcun criterio di scelta, almeno così ne
potremmo adottare uno che abbia senso, per esempio considerando i casi
in cui entrambi i genitori lavorano o dove ci sono ragazzi disabili”,
ci racconta Maurizio Brioschi, genitore e presidente del Consiglio
d’Istituto.
“Del resto nella nostra scuola ci sono state solo 10 richieste per il
tempo normale e già con l’organico di adesso organizzare il tempo
scuola è un’impresa assurda. Si è smembrato il tempo pieno com’era
prima, qualche laboratorio si riesce ancora a fare ma grazie alla buona
volontà delle maestre che fanno volontariamente e gratuitamente delle
ore in più”. Ecco come e su chi si regge la scuola versione
Gelmini.
redazione@aetnanet.org
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