Prove Invalsi obbligatorie sì, ma con i soldi e il “personale” Invalsi, altrimenti che ci sta a fare il CCNL?
Data: Domenica, 06 marzo 2011 ore 09:00:00 CET
Argomento: Redazione


Rimini Maggio 2006. L’Avv. dello Stato Laura Paolucci tiene un corso di aggiornamento  ai DS e DSGA su “Aspetti di diritto pubblico e del lavoro nella scuola dell’autonomia” e  la sua ultima (26.ma) slide - presente in rete - è una citazione dotta dai discorsi di Otto von Bismarck: “Con cattive leggi e buoni funzionari si può pur sempre governare. Ma con cattivi funzionari le buone leggi non servono a niente”. Io controbatterei con Stalin: “Il capitale più importante di una società sono le persone”.
Carissima dott.ssa Paolucci,
è da settimane che ho inviato una mail a Roberto Ricci, Responsabile SNV-Prova nazionale Invalsi ponendo la precisa domanda sulla obbligatorietà o meno della somministrazione delle prove da parte dei docenti.
Non ho avuto alcuna  risposta.
Ho letto, Sig.ra Avvocato, il suo intervento autorevole (a gamba tesa!) sulla letterina Asasi del 3 u. s. rimbalzata oggi sul sito aetnanet,  dove il sottoscritto è già scritto il 18/02/2011, e spero che Lei mi abbia letto. Ciò che lei abilmente argomenta lo prendo come una risposta al mio quesito nella querelle:  Invalsi sì/no. Mi delude il fatto che essendo io un insegnate “statale” pensavo di poter godere dell’aiuto di un avvocato dello Stato. Lei è brava a recitarmi i miei doveri, che conosco molto bene perché  so leggere anche nei meandri delle norme giuridiche, grazie ai miei studi di Filosofia. Avrei gradito che come  mio “avvocato difensore” mi avesse declinato i pochi diritti che ancora rimangono alla classe docente, così derisa e beffeggiata anche da parte di alte cariche dello Stato. Nel suo incipit Lei si associa a quanti ci ritengono una casta dicendo che: “La valutazione spaventa. La valutazione esterna spaventa più di quella interna.” Mi chiedo in che mondo lei viva. E’ un’epoca, se non s’è accorta, fatta di inquietudini e contraddizioni. Stamattina l’avv. Cav. Berlusconi ha dichiarato: «Noi (plurale modestiae ) abbiamo difeso in modo concreto la scuola pubblica con la riforma (?!) e riteniamo che gli insegnanti abbiano un ruolo fondamentale nell'educazione dei nostri figli. Riteniamo però che ricevano uno stipendio assolutamente inadeguato».
Questo è il punto. Spero e mi auguro che anche Lei abbia avuto il congelamento del CCNL 2006-09 di impiegata della  P.A. e il differimento di due anni di carriera giuridica ed economica, col blocco degli scatti.
I docenti, lo sappia, abbiamo bloccato le gite di istruzioni non perché non crediamo nella didattica delle visite culturali, ma perché non potendo fermare ponti e strade e ferrovie abbiamo scelto di mandare un forte segnale agli operatori economici che vivono alle spalle (non da parassiti) della “migrazione” degli studenti italiani. Verranno bloccate successivamente le nuove adozioni dei libri di testo. Reclameranno le case editrici.  E, visto che vale sempre il “do un des”, a fronte di un non-aumento di retribuzione, come da impegno contrattuale scritto (pacta sunt servanda), noi docenti decidiamo di fare lo stretto strettissimo dovere di lavoro sindacale precisto e nient’altro. Non chiedeteci di essere missionari della scuola, semmai siamo dei volontari pagati, come l’esercito in Afganistan.
La sua onestà intellettuale e professionale ci sciorina le norme giuridiche che descrivono che cosa è l’Invalsi. Non occorre la sua arringa difensiva: ci basta visitare l’home del sito Invalsi per capirne identità il valore  e la forza economica. Io non metto in dubbio l’Invalsi e la necessità di effettuare le prove. Difendo il nostro diritto a non somministrare le prove.  Non è previsto dal CCNL che il docente debba impiegare il suo tempo-pagato in funzioni extra-docenza: la somministrazione in classe delle prove. Il contratto è stato congelato ma non abrogato.
Del resto lei ci “minaccia” scrivendo che “l’invalsi potrebbe, volendolo, “scavalcare” completamente le istituzioni scolastiche nella realizzazione della propria funzione istituzionale, decidendo di somministrare le prove in un “luogo” diverso dalle sedi e dai plessi scolastici: una simile scelta sarebbe più “complicata” dal punto di vista organizzativo e certamente più costosa, ma sarebbe compatibile con la normativa sopra ricordata”.  Lo faccia, per favore. Qui sta la risposta al mio quesito: Prove Invalsi obbligatorie sì ma con i soldi e il “personale” dell’Invalsi stesso.
Afferma Lara La Gatta su “La Tecnica della Scuola”: “Nel ricordare che le prove sono strutturate per misurare i livelli fondamentali degli apprendimenti alla fine del primo biennio e pertanto non richiedono alcuna specifica forma di preparazione o, tanto meno, di addestramento”. Ergo…
La sua onestà di avvocato non ci costringe oltre i nostri diritti. Avrei preferito che nelle sue 1.366 battute di testo ci fosse stato un rigo a favore della dignità calpestata indistintamente di tutti gli insegnanti statali italiani, madri e padri di famiglia. I risultati e la valutazione del merito degli insegnanti non si misurano solo dai risultati e dalle statistiche nazionali ed europee. In Italia, il pollo lo mangiano sempre … i soliti noti.
Con stima delle sue opinioni documentate.

Giovanni Sicali
giovannisicali@gmail.com






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