In Lombardia via altri 2.400 insegnanti per effetto della manovra
Data: Venerdì, 04 marzo 2011 ore 12:00:00 CET Argomento: Rassegna stampa
Sempre meno maestre e professori nelle scuole della Lombardia. Il
ministero dell´Istruzione ha quantificato l´ultima tranche di taglio
dell´organico prevista dalla finanziaria 2008: dal prossimo anno le
classi riapriranno con 2.415 insegnanti in meno, 1.424 dei quali solo
nella scuola primaria. La scure del ministero torna ad abbattersi su un
sistema già provato dalle pesanti riduzioni degli anni scorsi: negli
ultimi 3 anni, infatti, sono già stati cancellate circa 4mila cattedre
in tutta la regione (3.375 nel 2009 e 876 nel 2010). A Milano,
probabilmente, l´effetto sarà più pesante. «La direzione scolastica
regionale ci ha già annunciato che i criteri saranno quelli degli
scorsi anni - ha detto Attilio Paparazzo della Cgil Flc Milano - e che
i tagli avranno le stesse proporzioni».
Nel 2010 circa metà degli 876 posti in meno la metà sono stati nelle
scuole milanesi e quindi, se il criterio dovesse rimanere lo stesso, in
città ci saranno 1.200 insegnanti in meno, 700 dei quali nelle
elementari. «Un vero disastro - secondo Rita Frigerio della Cisl Scuola
- perché la situazione è insostenibile. Già quest´anno far fronte alle
esigenze delle scuole è stato un mezzo miracolo, come si farà il
prossimo anno davvero non riesco a immaginarlo. A Milano non c´è
proprio niente da tagliare, casomai ci sarebbe da restituire».
A forte rischio sarà soprattutto il tempo pieno. Nel 2010 ben 3mila
famiglie hanno dovuto rinunciarci. Nel luglio scorso, il ministro
Gelmini aveva sbandierato come una vittoria la possibilità di
soddisfare il 92 per cento delle richieste. «Per garantire le 40 ore di
attività - ha calcolato la Frigerio - i dirigenti scolastici sono stati
costretti a far ruotare in media cinque docenti per classe, con punte
di otto. Che offerta didattica può esserci per dei bambini che si
trovano davanti otto insegnanti diversi a rotazione? Quest´anno le
famiglie hanno confermato le stesse richieste, voglio vedere cosa si
riuscirà a fare» Sindacati e insegnanti stanno già organizzando la
protesta. «Stiamo svolgendo centinaio di assemblee e molte iniziative
stanno già partendo negli istituti - ha detto Paparazzo - si discute
anche delle parole di Silvio Berlusconi contro la scuola pubblica.
Uniremo i nostri sforzi in due appuntamenti principali: lo sciopero del
6 maggio e il sit-in del 12 marzo. Per dire no a questa scientifica
vendetta contro la scuola italiana». (da la Repubblica)
redazione@aetnanet.org
|
|