Statali e paritarie: che crescano e si moltiplichino, ma secondo il dettato costituzionale
Data: Venerdì, 04 marzo 2011 ore 11:47:35 CET
Argomento: Redazione


Lo dico subito: non difendo a priori la scuola pubblica; né sono pregiudizialmente  contrario alle scuole private. Anzi! Le ritengo utilissime. Io sono per la concorrenza, per il confronto tra le due scuole, non per la “contrapposizione”. Lo Stato non deve avere, né pretenderlo, il monopolio dell’educazione! Nessuno –io credo- può, se intellettualmente onesto, difendere e sostenere o privilegiare l’indottrinamento di Stato! La propaganda totalitaristica del “Libro e moschetto” appartiene agli orrorosi errori di un passato che la nostra Costituzione democratica, nata dalla Resistenza, ha definitivamente condannato e sepolto. D’altra parte, solo chi è intellettualmente disonesto, può mettere in discussione la democraticità e la libertà laica e repubblicana della nostra scuola pubblica statale e il ruolo che essa ha avuto, e deve continuare ad avere, di promozione umana culturale e sociale nella storia del nostro Paese.
Il problema sta altrove. La concorrenza è l’anima del commercio, non si dice così? Certo, ma deve essere una concorrenza leale e corretta sotto il profilo del dettato costituzionale. Non si può in questo benedetto paese essere liberali e liberisti a convenienza, né tanto meno foraggiare il privato a spese del pubblico, l’uno tutto il bene, l’altro tutto il male! Che le scuole private e paritarie crescano e si moltiplichino è un bene per tutti;  il loro incremento non può che allargare ed  arricchire il circuito dell’istruzione, favorire ulteriormente la libera circolazione della cultura stimolando la scuola pubblica a fare ancora meglio, a fare di più, a gareggiare con più spirito competitivo ecc.ecc.
La scuola privata deve, dunque,  esistere ma : “ senza oneri per lo stato”(  Scuole Private senza oneri per lo Stato art. 33 della Costituzione Italiana, III Comma).
La scuola pubblica la paghiamo tutti noi con le nostre tasse; è la scuola a cui siamo affezionati, in cui siamo cresciuti come studenti e cittadini; è la scuola di tutta la collettività che lo stato si fa carico di tutelare e sostenere perché ad essa  è affidato il  delicato compito non solo di  istruire i  giovani ma anche di educarli  alla conoscenza  e al rispetto dei valori più sacri della persona umana:  la solidarietà, la libertà, l’amore per la giustizia, per il sapere critico, per il bello, il giusto, l’onesto  e  il buono! A questa scuola, a cui noi siamo legati  “ ab ovo”, noi vorremmo che lo Stato desse più fiducia, più credibilità, più autorevolezza e più contributi,  per renderla sempre più forte, più capace e più efficiente nello svolgimento del suo ruolo e delle sue funzioni, e più competitiva nei confronti delle scuole private!
Queste ultime, ben vengano; sono un valore aggiunto, un incremento in più, uno stimolo per la scuola pubblica. Sono un’opportunità maggiore per una scelta ancora più libera e meno vincolante. Ma non chiedano i soldi pubblici per i loro investimenti ed interessi  privati ! Così facendo, si tradirebbe lo spirito che anima il vero liberismo del liberale!  Il “senza oneri per lo Stato”, senza demagogia, deve essere il punto fermo non negoziabile da cui partire per iniziare qualsiasi altro tipo di discorsi che abbiano sinceramente a cuore le sorti della cultura,  della istruzione e della educazione in questo nostro Paese.

Nuccio Palumbo
redazione@aetnanet.org






Questo Articolo proviene da AetnaNet
http://www.aetnanet.org

L'URL per questa storia è:
http://www.aetnanet.org/scuola-news-240093.html