Scuola pubblica, in rete contro il premier: ''Parole che fanno paura''
Data: Mercoledì, 02 marzo 2011 ore 19:49:10 CET
Argomento: Rassegna stampa


Approda e si moltiplica sul web la rabbia degli insegnanti e dei cittadini dopo le parole di Silvio Berlusconi sulla scuola pubblica. Nei giorni scorsi il presidente del Consiglio ha sottolineato che i genitori devono essere liberi di scegliere dove mandare i propri figli, soprattutto se si parla di scuola privata. Anche perché in quella statale "gli insegnanti inculcano idee diverse da quelle che vengono trasmesse nelle famiglie". Immediate le reazioni politiche e non e ora viene preso d'assalto il web con Facebook, neanche a dirlo, protagonista del coro di critiche. Sul social network fioccano le pagine create a difesa della scuola pubblica come questa: "Tutti devono sapere - la scuola pubblica sta morendo".  
 Sul gruppo c'è ad esempio Filippo Bosco, che si domanda: "Non so se fanno più paura le parole del premier o gli applausi dei 'cristiano-riformisti'! Mi chiedo quale Vangelo abbiano letto...". Da Emanuela Pulvirenti, insegnante, parte un "piccolo suggerimento ai colleghi per le adozioni dei libri: Boicottate tutti i testi scolastici del gruppo Mondadori!!! Ecco il link del volantino (...)". C'è poi chi, come 'Euristeo Precario... Sposerò la Carfagna', ricorda: "La scuola pubblica esiste da 150 anni, la Gelmini ha impiegato 150 giorni per distruggerla".
Su 'No ai finanziamenti alle scuole private: soldi alla Scuola Pubblica', Beppe Capici non nasconde una certa amarezza: "Stiamo tornando indietro nel tempo, dove solo i ricchi avevano il diritto allo studio, le dichiarazioni del dittatore 'Berlusconi' sulla scuola pubblica sono scioccanti. Mandiamoli a casa". Grace Bartolo, invece, coglie un particolare importante, un particolare tecnico: "...se la scuola è 'd'obbligo', almeno fino all'età di 16 anni, dev'essere pubblica altrimenti che scuola d'obbligo sarebbe, la privata può anche non esistere, è una scelta del genitore che, se vorrà una scuola privata per il proprio figlio, dovrà contribuire pagando la scelta fatta". Di poche ma incisive parole Marina Spila: "Insegno nella scuola pubblica e ritengo che sia l'unica ad offrire pari opportunità a tutti i bambini".
Oltre seicento persone, invece, hanno già firmato la petizione online (http://www.petizionionline.it/petizione/parole-di-uninsegnante-della-scuola-pubblica-per-berlusconi/3552) legata ad una lettera inviata da una insegnante della scuola pubblica al presidente del Consiglio. L'insegnante, Monica Fontanelli, nella parte finale della missiva chiede a Berlusconi: "Rispetti il lavoro di chi, per poco piu' di mille euro al mese, fa di tutto per dare ai giovani di questo Paese cultura, dignità, consapevolezza e onestà".   (www.dire.it)

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