Alunni immigrati, li istruiamo poco e male: Italia al 19^ posto in Europa
Data: Luned́, 28 febbraio 2011 ore 17:00:00 CET
Argomento: Istituzioni


Le politiche italiane per l'integrazione dei migranti sono nel complesso un po' meglio della media europea, anche se si registra un passo indietro, seppure contenuto, rispetto ai risultati registrati nel 2007, anno della seconda edizione del rapporto Mipex. Giunto quest'anno alla terza edizione, il rapporto Mipex colloca l'Italia al decimo posto nella classifica generale sulle politiche per l'integrazione in 31 paesi tra europei e nordamericani, ma registra la perdita in un anno di un punto complessivo nella media dei vari indicatori monitorati: in una scala di valori percentuali da 0 a 100, l'Italia ottiene il punteggio di 60 e viene superata dalla Spagna, che invece rispetto all'edizione precedente ha 3 punti in piu', "per via del suo ininterrotto impegno verso l'integrazione economica, famigliare e sociale nonostante la recessione - si legge nel rapporto - Le nuove politiche dell'Italia, in particolare la legge per la sicurezza, hanno reso le condizioni nel paese leggermente meno favorevoli all'integrazione".                     
Nello specifico, l'Italia ottiene il punteggio piu' alto (74) per quanto riguarda il ricongiungimento familiare (anche se comunque piu' basso rispetto all'anno scorso: 78), posizionandosi al 6° posto nella classifica dei 31 Paesi, anche se si segnalano alcune difficolta': i soggiornanti "devono soddisfare requisiti sproporzionatamente elevati di reddito e alloggio per ricongiungere le loro famiglie", inoltre si segnala che i costi amministrativi per l'edempimento delle pratiche "sono balzati da 80 a 200 euro; il 50% copre tutti i costi della procedura e l'altro 50% copre i costi dell'espulsione di altri immigrati".
Invece il punteggio piu' basso e' quello relativo all'istruzione (41), che corrisponde al 19esimo posto e rientra appena nella fascia di punteggio considerata "in via di miglioramento" (dai 41 ai 59 punti). Un risultato non brillante ottenuto perche' "a parte i progetti della societa' civile, il sistema di istruzione italiano non sostiene attivamente nuove opportunita' e un'istruzione interculturale", tanto che "L'istruzione di alunni immigrati e' un'area di debolezza per l'Italia". Per la partecipazione politica l'Italia e' al 14esimo posto (con un punteggio stabile a 50), mentre sulle politiche antidiscriminazione e' al 15esimo (punteggio stabile a 62), anche se tra i singoli indicatori si segnala il pessimo punteggio ottenuto sulle politiche di parita' (11), il che vuol dire che "l'accesso alla giustizia puo' essere negato dal momento che il punteggio delle politiche di parita' e' di 35 punti al di sotto della media europea". Appena poco piu' alto il punteggio sull'accesso alla cittadinanza (63, con una perdita di due punti rispetto al precedente rapporto), un risultato che posiziona l'Italia al 7° posto nella classifica, ma che non e' considerato brillante: "Gli immigrati e i loro discendenti nati in Italia sono esclusi da molte aree della vita perche' l'Italia non ha ancora riformato le leggi sulla cittadinanza, diversamente da altri nuovi paesi di immigrazione", anche se si segnalano buone potenzialita' per il futuro: "L'alto punteggio del paese mostra che, con una riforma dell'idoneita' alla cittadinanza, sussistono le basi per una cittadinanza sicura e paritaria". L'Italia perde punti anche sugli indicatori per il soggiorno di lungo periodo (66, rispetto ai 69 del 2007), posizionandosi all'ottavo posto, mentre per la mobilita' lavorativa l'Italia e' al decimo posto (punteggio stabile a 69) "L'Italia permette ai lavoratori non comunitari legali e alle loro famiglie di integrarsi nell'economia generale, con tutti i suoi punti di forza e debolezza, mentre ignora la loro specifica situazione all'interno di essa", si legge.   (da www.dire.it)

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