“ESSERE ADOLESCENTI A CATANIA”. Presentati alla provincia i risultati dell’indagine Demopolis
Data: Venerdì, 25 febbraio 2011 ore 18:00:00 CET Argomento: Sondaggi
È una
generazione con valori tradizionali molto forti, quella dei ragazzi
catanesi tra i 14 e i 19 anni, ma del tutto disinteressata alla vita
pubblica del Paese, con profonde lacune nella conoscenza delle
Istituzioni e della politica
Sono questi alcuni dei dati più significativi che emergono
dall’indagine dell’Istituto Nazionale di Ricerche Demopolis, condotta
per conto della Provincia di Catania e dell’Associazione “Progetto
Sicilia”, sugli adolescenti della provincia etnea. Un campione di 816
intervistati stratificato in base al sesso ed alle fasce d’età.
I risultati della ricerca sono stati presentati oggi dal presidente
della Provincia Giuseppe Castiglione, dall’assessore provinciale alle
Politiche Scolastiche, Giovanni Ciampi, dall’avv. Ruggero Razza e dal
direttore dell’Istituto Demopolis Pietro Vento.
«È nostra abitudine consultare i giovani attraverso questo tipo di
ricerche per raggiungere un numero sempre maggiore di ragazzi e poter
così raccogliere le loro opinioni e le loro idee – ha dichiarato il
presidente Castiglione. Conoscere il loro “universo” è il nostro punto
di partenza per promuovere attività sempre più mirate. La Provincia ha
organizzato spesso incontri con gli studenti per parlar loro di
legalità, per informarli sui rischi in cui si incorre a causa
dell’abuso del consumo di alcol o per avvicinarli alle Istituzioni
europee, ma da quel che emerge occorre fare ancora di più. Un dato che
sconcerta – ha osservato Castiglione – è infatti la forte lacuna
sulla realtà politica ed istituzionale, sia in ambito locale che
nazionale. A tal fine incoraggeremo sempre più attività rivolte alla
formazione, in raccordo anche con il mondo scolastico».
Dalla ricerca emerge che i giovani leggono pochissimo, si ritrovano nel
tempo libero in strada o in piazza, per il gusto di stare insieme, ma
senza empatia: solo per pochi la dimensione collettiva assume rilevanza
oltre la cerchia delle frequentazioni giornaliere. Diffuso è
l’estraniamento rispetto alle difficoltà del Paese, crescente la voglia
di privata, ludica evasione.
Il presente diviene così l’unica dimensione da vivere, con Internet e
il gruppo dei coetanei sempre più centrali nelle dinamiche quotidiane e
nei processi di socializzazione, spesso a scapito della scuola e della
famiglia.
Il linguaggio della politica e delle istituzioni è lontano da questa
generazione, che sembra mancare di credibili punti di riferimento,
intorno ai quali aggregarsi, trovare sicurezza, magari ispirarsi. Il
71% ritiene che sarà impossibile riuscire nella vita senza adeguati
appoggi e conoscenze. Appena il 23% riconosce l’importanza dello
studio: la società attuale – rilevano molti studenti – non premia il
merito e non basta impegnarsi per conseguire obiettivi personali e
lavorativi.
Solo restituendo protagonismo e diritto di parola alla gioventù
siciliana, si potrà avviare un processo di “alfabetizzazione civile e
valoriale” delle nuove generazioni, ripristinando quelle “relazioni di
fiducia” che fanno di un individuo un cittadino attivo, conscio della
centralità dell’istruzione, convinto della necessità delle regole per
la tutela del bene comune e per la civile convivenza.
L’identikit tracciato dall’Istituto Demopolis rivela anche una profonda
sfiducia degli adolescenti catanesi nelle istituzioni nazionali e
locali, nel Parlamento e nei partiti politici, con una dinamica non
dissimile da quella rilevata nell’intera realtà giovanile nazionale. Il
39% degli intervistati non riconduce al Parlamento italiano il potere
legislativo e segnala, in un quarto dei casi, il Governo. Il dato si
aggrava nell’attribuzione del potere esecutivo; appena il 52% lo
ascrive correttamente al Governo. Da segnalare inoltre che il 34% dei
ragazzi crede che sia Silvio Berlusconi a ricoprire la funzione di capo
dello Stato.
La ricerca, diretta da Pietro Vento con la collaborazione di Giusy
Montalbano e Maria Sabrina Titone, ha indagato anche la percezione e
l’applicazione della legalità nel vissuto quotidiano degli studenti, a
scuola, nel gruppo o in famiglia. Le “regole” sono in buona misura note
ai ragazzi, gli studenti sanno razionalmente distinguere il legale
dall’illecito.
Ma trasgredire, contravvenire alle regole di casa come a quelle della
civile convivenza, con comportamenti spesso pericolosi, ai ragazzi
catanesi appare “normale”: in maggioranza, gli adolescenti –
intervistati dall’Istituto Demopolis – riconoscono di aver
scaricato dalla Rete senza autorizzazione o di aver viaggiato sui mezzi
pubblici senza pagare; molti ammettono il mancato utilizzo del casco e
l’uso del cellulare durante la guida, ma anche, in percentuale più
ridotta, di aver sfidato i limiti di velocità o di aver guidato dopo
aver bevuto più di un alcolico.
Il report grafico dell’indagine è consultabile sul sito istituzionale
della Provincia (www.provincia.ct.it) all’interno della sezione
“comunicati stampa”.
redazione@aetnanet.org
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