Milleproroghe: Rilievi Napolitano a governo
Data: Martedì, 22 febbraio 2011 ore 19:45:00 CET Argomento: Istituzioni
NAPOLITANO, ELUSO
VAGLIO PREVENTIVO COLLE - "Il presidente della Repubblica Giorgio
Napolitano - si legge in una nota diffusa dall'ufficio stampa del
Quirinale - ha oggi inviato una lettera ai Presidenti delle Camere e al
Presidente del Consiglio, nella quale ha richiamato l'attenzione
sull'ampiezza e sulla eterogeneità delle modifiche fin qui apportate
nel corso del procedimento di conversione al testo originario del
decreto-legge cosiddetto "milleproroghe". "Il Capo dello Stato, nel
ricordare i rilievi ripetutamente espressi fin dall'inizio del
Settennato - prosegue la nota -, ha messo in evidenza che la prassi
irrituale con cui si introducono nei decreti-legge disposizioni non
strettamente attinenti al loro oggetto si pone in contrasto con
puntuali norme della Costituzione, delle leggi e dei regolamenti
parlamentari, eludendo il vaglio preventivo spettante al Capo dello
Stato in sede di emanazione dei
decreti-legge".
PREMIER CONCORDA CON OSSERVAZIONI COLLE - Il Presidente del Consiglio,
Silvio Berlusconi, ha convenuto sulle osservazioni di metodo formulate
dal Presidente della Repubblica nella lettera oggi inviata a lui e ai
Presidenti delle Camere in materia di decretazione d'urgenza. Lo rende
noto un comunicato del Quirinale diffuso al termine dell'incontro di
questo pomeriggio.
Il presidente della Camera, Gianfranco Fini, legge in Aula a
Montecitorio della lettera del presidente della Repubblica Giorgio
Napolitano sul dl milleproroghe. La seduta della Camera è
sospesa: i lavori riprenderanno domani mattina alle 9. Lo ha annunciato
all'Assemblea di Montecitorio il presidente Gianfranco Fini dopo aver
dato lettura all'Assemblea di Montecitorio della lettera del presidente
della Repubblica sul decreto legge Milleproroghe.
NAPOLITANO: D'ORA IN POI NON RINUNCIO A FACOLTA' RINVIO - Mi riservo,
qualora non sia possibile procedere alla modifica del testo del disegno
di legge approvato dal Senato, di suggerire l'opportunità di adottare
successivamente possibili norme interpretative e correttive, qualora io
ritenga, in ultima istanza, di procedere alla promulgazione della
legge. Devo infine avvertire che, a fronte di casi analoghi, non potrò
d'ora in avanti rinunciare ad avvalermi della facoltà di rinvio, anche
alla luce dei rimedi che l'ordinamento prevede nell'eventualità della
decadenza di un decreto legge". E' quanto si legge nel testo della
lettera che Giorgio Napolitano ha inviato ai presidenti di Senato e
Camera.
"Ritengo possibile anche una almeno parziale reiterazione del testo
originario del decreto legge" Milleproroghe. E' quanto afferma nella
lettera inviata ai presidenti di Senato e Camera il capo dello Stato,
Giorgio Napolitano aggiungendo che ciò può ovviare i problemi che
nascerebbero da un rinvio alle Camere del provvedimento.
"Ho ritenuto di dovervi sottoporre queste considerazioni, perché a mio
avviso non mancherebbero spazi attraverso una leale collaborazione tra
governo e Parlamento da un lato e fra maggioranza ed opposizione
dall'altro, per evitare che un decreto legge concernente essenzialmente
la proroga di alcuni termini si trasformi sostanzialmente in una sorta
di nuova legge finanziaria dai contenuti più disparati". Lo scrive il
Capo dello Stato nella lettera inviata al governo sul milleproroghe.
Molte delle disposizioni aggiunte al decreto Milleproroghe "in sede di
conversione sono estranee all'oggetto quando non alla stessa materia
del decreto, eterogenee e di assai dubbia coerenza con i principi e le
norme della Costituzione". E' quanto scrive è stato il Presidente della
Repubblica Giorgio Napolitano nella lettera inviata al governo e letta
in Aula alla Camera dal presidente Gianfranco Fini.
PDL, GOVERNO VERSO MAXI-EMENDAMENTO - E' molto probabile che il governo
presenti al più presto un maxiemendamento che riproponga il testo
originario del decreto 'milleproroghe'. E' questa una delle soluzioni,
che prospettano fonti autorevoli della maggioranza, per uscire
dall'impasse che si sarebbe creata dopo la lettera del Capo dello Stato
nella quale si sostiene che il provvedimento sarebbe stato trasformato
al Senato in una sorta di nuova finanziaria. E sul nuovo
maxiemendamento è probabile che si chieda il voto di fiducia.
(Ansa)
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