Eco: la lingua italiana è indispensabile... nella disunione
Data: Lunedì, 21 febbraio 2011 ore 19:39:44 CET
Argomento: Eventi


Il futuro della lingua italiana? Una cosa è certa: se "il 17 marzo del 1861 Cavour scrive una lettera a D'Azeglio in francese", vuol dire che "per l'unità del Paese" la lingua è stata "inutile", ma che oggi diventa un fattore indispensabile nella "disuniuone". Così lo scrittore e semiologo Umberto Eco intervenuto al convegno 'La lingua italiana fattore portante dell'identità nazionale', organizzato al Quirinale dalla Presidenza della Repubblica nell'ambito delle celebrazioni del 150esimo anniversario dell'unità d'Italia.
"Anche se l'unità- prosegue Eco- venisse infranta, come alcuni vogliono, la lingua italiana non verrebbe meno". Secondo Eco un "trionfo dei dialetti ci impedirebbe anche di parlare tra noi" e se l'Italia fosse divisa "l'italiano sarebbe l'unico strumento di contatto".               
Alla domanda se la lingua sia causa dell'identità nazionale, lo scrittore risponde: "No. Eppure il paradosso è che gli unici che dicono 'l'italiano è la base dell'unità' sono quelli a cui l'Italia post risorgimentale dà noia", gli stessi che hanno pensato "di fare dei segnali stradali in dialetto". Ma, aggiunge Eco, un Paese che parla soltanto il dialetto "è tagliato fuori dal grande evento del mondo, perchè il dialetto è un universo chiuso".
"Internet serve per scaricare le immagini. Le nuove generazioni non leggono più i giornali né guardano la tv, dove Vespa e Berlusconi parlano un italiano ragionevole... almeno nella forma", chiude Eco.  (www.dire.it)

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