L'Asasi intervista l’on. Alessandra Siragusa
Data: Lunedì, 21 febbraio 2011 ore 08:46:07 CET
Argomento: Redazione


Abbiamo estorto un’intervista alla deputata del PD Alessandra Siragusa che, con la senatrice Simona Vicari del PDL e altri parlamentari, ha fatto approvare il disegno di legge che sana la posizione dei presidi vincitori del concorso del 2004.
ASASi: On. Siragusa, la scuola statale siciliana, ha raggiunto un livello d’apprendimento medio per gli studenti quindicenni, pari a 451, contro una media italiana di 486 e una media Ocse di 491. Quali secondo lei le cause?
Alessandra Siragusa: I risultati dell’indagine OCSE-PISA fotografano la difficile situazione di contesto, sono lo specchio della povertà economica e culturale della nostra regione. La scuola in Sicilia è chiamata ad affrontare problemi molto gravi di deprivazione sociale e culturale. Il molto che si è fatto nella prevenzione della dispersione scolastica riguarda soprattutto lo stare a scuola, ma poi il problema rimane come tenerceli questi ragazzi e soprattutto le strategie di insegnamento/apprendimento in situazioni di partenza tanto svantaggiate. Occorrerebbe una scolarizzazione precoce, il potenziamento del numero di sezioni della scuola dell’infanzia, ancora troppo scarse nonostante il calo demografico, e del tempo pieno nella scuola primaria, presente in percentuale irrisoria. In un panorama simile, credo che la riduzione del tempo scuola voluto dall’attuale governo nazionale, sia una sciagura per il successo formativo dei ragazzi siciliani!
ASASi: On. Siragusa, in Sicilia, le scuole statali hanno visto diminuire la propria popolazione scolastica, solo nell’ultimo anno, di 9.000 unità (in pratica 18 scuole in meno in un anno). Quali potrebbero essere le cause?
Alessandra Siragusa: Le cause della diminuzione della popolazione scolastica sono da collegarsi alla gravissima crisi economica che si è abbattuta su una situazione già difficilissima. Al calo delle nascite che parte da lontano si è aggiunto un più recente fenomeno migratorio: in Sicilia si sta perdendo quel poco lavoro che c’era e le famiglie emigrano in cerca di nuova occupazione!
ASASi: On. Siragusa, il docente, nella qualità di componente del consiglio d’istituto, ha un ruolo sovraordinato di indirizzo e di controllo rispetto al preside. Nella qualità di professore ha un ruolo subordinato e dipendente. Un docente, però, può far parte contemporaneamente della RSU, del comitato di valutazione e del consiglio d’istituto. Pensa che possa esservi un conflitto d’interesse?
Alessandra Siragusa: Parlare di conflitto d’interesse del docente in un Paese dove esistono ben altri e più gravi conflitti mi sembra onestamente esagerato! Un’istituzione scolastica in cui la governance sia assunta come fondamento dell’autonomia può serenamente articolare le presenze in modo da evitare eventuali problemi!
ASASi: On. Siragusa, ritiene che la presenza di 13 organi collegiali in ogni scuola migliori le condizioni amministrative, didattiche e gestionali?
Alessandra Siragusa: La questione della governance mi sembra importantissima, ma governance è capacità di cooperazione fondata sulla condivisione di obiettivi, percorsi e strategie! Non credo che sia del tutto corretto dire che esistono 13 organi collegiali, perché non tutti quelli citati hanno lo stesso ruolo né concorrono alla governance. Certo comunque, occorrerebbe mettere mano agli istituti di partecipazione e, insieme, chiedere a genitori e studenti una più efficace corresponsabilizzazione.
ASASi: On. Siragusa, l’assenza di valutazione del personale negli ultimi quarant’anni può aver influito sui livelli di apprendimento degli allievi? Perché a suo avviso è fallita la sperimentazione di valutazione voluta dal Ministro Gelmini?
Alessandra Siragusa: La valutazione delle scuole e dei percorsi d’insegnamento/apprendimento mi sembra di fondamentale importanza per il raggiungimento della mission delle istituzioni scolastiche, ma il fallimento del tentativo un po’ sciatto della Gelmini era scontato: non si può bersagliare la scuola, dirne di cotte e di crude, bloccare gli scatti di anzianità, tagliare le ore e i posti di docenza, e poi immaginare che frotte di insegnanti e di scuole corrano a farsi valutare! Occorre coinvolgere le scuole, rafforzarne e valorizzarne l’autonomia, pensare percorsi di valutazione e di autovalutazione chiari, trasparenti e condivisi, strutturare i premi collegandoli ai progressi degli studenti dal livello di partenza e in modo che sia la scuola ad assegnarli. Penso, insomma al modello proposto da Checchi, Ichino e Vittadini. Allora, credo, sarà possibile chiedere agli insegnanti e a tutti coloro che lavorano a scuola di farsi valutare! E migliorare la qualità del sistema scolastico!

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