Indirizzi con pochi iscritti. A Brescia tanti corsi saranno aboliti
Data: Domenica, 20 febbraio 2011 ore 11:00:00 CET
Argomento: Rassegna stampa


Per ora gli studenti si sono sbizzarriti a scegliere tra la montagna di indirizzi offerti dal Piano scolastico provinciale in tutti gli ambiti territoriali. Dall'anno prossimo non sarà più così. L'Ufficio scolastico territoriale (Ust) diretto da Maria Rosa Raimondi e l'assessore provinciale alla Pubblica istruzione Aristide Peli si preparano a una bella sforbiciata.  (da  http://www.bresciaoggi.it)
Al secondo anno di iscrizioni dopo la Riforma Gelmini e il riordino della superiore, si ripete quanto era già accaduto lo scorso anno. Molti indirizzi hanno avuto adesioni che stanno quasi sulle dita di una mano. Non sarà possibile attivare delle classi, e gli studenti dovranno essere nuovamente orientati verso altri indirizzi. Entro il 25 febbraio ci penserà la scuola a dirottarli altrove, dal 28 la palla passerà all'Ust.
È così per alcuni corsi Ifp, che sta per Istruzione e formazione professionale e in pratica equivale ai corsi triennali Cfp regionali con la differenza che vengono attivati negli Istituti professionali statali. Addetto alle produzioni biologiche, che sarebbe al Golgi in città, ha ottenuto cinque adesioni, Operatore ai servizi di vendita 9, Operatore del legno al Fortuny 13, Operatore dell'abbigliamento sempre al Fortuny 14, Operatore agricolo 24. Anche Operatore ai servizi di accoglienza all'Ipssar Mantegna ha ottenuto 7 iscrizioni (su un totale di 36 in tutta la provincia) e verrà cassato. Stessa sorte toccherà al tecnico di Trasporti e logistica dell'Itis, che per il secondo anno non ha clienti e si ferma a 7 iscritti.
Poi c'è il caso Moretto, che senza un'inversione di tendenza si avvia verso la chiusura. Nel complesso ha avuto 14 iscritti al corso professionale di Manutenzione e assistenza tecnica, 7 all'Ifp di Operatore meccanico, 3 all'Operatore elettrico, uno all'operatore alla riparazione dei veicoli a motore. Gli studenti dovranno accordarsi per confluire in uno o due indirizzi per poter formare una o due classi. Il Moretto «è una delle criticità della scuola bresciana - ammette Raimondi -, bisognerà capire dove si è persa qualità in un istituto che è stato vanto della tradizione bresciana e ha dato origine ad altre scuole». La direttrice Ust assicura che sta pensando a come rilanciarlo, e precisa che «il problema non è di organico docenti».
Ieri mattina ha presentato i dati delle iscrizioni in via Sant'Antonio insieme a Peli, ed entrambi annunciano che da giugno saranno impegnati a riorganizzare l'offerta.
CHE FOSSE troppo ampia rispetto alla popolazione scolastica, si sapeva. «In alcuni ambiti è come se avessimo 10 indirizzi per 100 studenti - spiega Peli -, è inevitabile che mediamente verrebbero classi da 10, che non sono possibili». E allora si taglieranno quegli indirizzi che per due anni hanno dimostrato insufficiente appeal. Anche perchè «la direttiva dell'Ufficio scolastico regionale è rigida – precisa Raimondi –, dice che le classi devono essere almeno di 27 alunni ed eventuali deroghe da valutare caso per caso devono essere legate a specificità oggettive».
Per altro verso, ci sono scuole come il liceo Leonardo di via Balestrieri che ha iscritti in più rispetto alle classi che può permettersi. E in questo caso gli eccedenti dovranno essere dirottati altrove, in primo luogo verso gli eventuali ambiti di appartenenza. «Per questioni soggettive - spiega Raimondi - molti pur abitando nella Bassa o altrove scelgono il liceo delle scienze applicate al Leonardo, ma quell'indirizzo è presente in tutti gli ambiti con l'eccezione del Garda e se sono in eccedenza dovranno tornare a casa». Migrare si può, insomma, ma senza diritto di precedenza.
Mimmo Varone
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