Città studi Milano: Tbc a scuola, i bimbi contagiati salgono a 36
Data: Domenica, 20 febbraio 2011 ore 07:11:10 CET Argomento: Rassegna stampa
I pessimisti
parlano di microepidemia. Sicuramente alla scuola elementare Leonardo
da Vinci la tensione è palpabile e la preoccupazione lievita. Ieri i
medici dell’Asl hanno sottoposto al test di Mantoux le maestre, (per i
risultati servono 72 ore). Ma le notizie più inquietanti arrivano da
Villa Marelli dove ieri i primi ragazzini risultati positivi alla
tubercolina hanno fatto una lastra radiografica ai polmoni. Il numero
dei bambini contagiati, (ma non malati) è destinato a salire: 11, 15, e
21. Il numero sarebbe arrivato a quota 36, su 165 bambini circa delle
prime due classi, finora esaminati. Tutti gli scolari risultati
positivi ora dovranno fare una lastra, ed eventualmente sottoporsi alla
terapia. Finora, però, si tratta di risultati parziali.
L’Asl ha esaurito solo la prima tornata di test. Il protocollo
parla chiaro: prima di sottoporre i bambini ai raggi X, bisogna
attendere 72 ore. Sono previsti altri due turni di test e questo
significa che nel giro di tre settimane tutti i bambini della Leonardo
saranno «esaminati». A loro si aggiungeranno anche i ragazzi che oggi
frequentano la prima media e che l’anno scorso invece frequentavano la
elementare «Leonardo». Uno screeening senza precedenti che non fa
dormire sonni tranquilli a mamme e insegnanti. Lunedì si è svolta una
prima riunione, l’altro ieri i rappresentanti di classe sono stati
convocati e ieri è iniziata la «processione» a Villa Marelli per i
primi esami radiografici. Non senza disagi, visto che l’apparecchiatura
non funzionava bene. I medici dell’Asl lunedì non hanno espresso
particolari preoccupazioni. La situazione sarebbe sotto controllo, ma
prima di prendere qualcunque provvedimento bisognerà conoscere l’entità
del fenomeno. Se come qualcuno paventa, la percentuale dei ragazzini
positivi al test di Mantoux dovesse essere del 15-20 per cento per ogni
classe, la situazione assumerebbe le dimensioni di una vera epidemia.
Le mamme - comprensibilmente apprensive - temono che la causa del
contagio non sia identificata.
Oggettivamente non è facile trovare «l’untore». Sicuramente ci
sono due bambini malati, cioè a dire in una fase avanzata: un bambino
di seconda, scoperto a novembre e un altro già in prima media, scoperto
un mese dopo. Qualcuno si chiede se non sia passato troppo tempo, ma
piuttosto che perdere energie a trovare colpevoli, il gruppo delle
mamme spera solo di iniziare tempestivamente la terapia, che potrebbe
essere lunga (anche 1 anno) ma che non comprometterebbe la vita normale
di un bambino. Non sono tranquille neanche le famiglie che hanno avuto
il loro figlio negativo al test. Per loro è già previsto un «retest»
che normalmente si fa dopo sei settimane. Ma sarebbe l’ultimo appello.
Se anche il secondo controllo è negativo, statisticamente si può tirare
un sospiro di sollievo. Intanto l’attività didattica della scuola
procede apparentemente senza traumi. La preside ha cercato -
legittimamente - di evitare che il nome della scuola possa essere
coinvolto in una storia che non è certo edificante. Ma tutti
ribadiscono che nè le maestre, nè la direzione è in nessun modo
responsabile di quanto sta accadendo. Già lunedì scorso l’assemblea con
i medici dell’Asl era a porte chiuse, e i giornalisti non sono stati nè
ricevuti nè informati sull’andamento della microepidemia. Martedì sera
alle 19, intanto, è fissata una riunione con i rappresentanti di
classe. L’Asl intende creare un comitato scientifico allargato in cui
includere cinque rappresentanti dei genitori. Alcuni di loro si stanno
organizzando per chiedere la chiusura provvisoria dell’istituto.
di Tino Fiammetta e Nicola Palma (http://www.ilgiorno.it/milano/cronaca/2011/02/19/461692-citta_studi_scuola.shtml)
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