Intesa sindacati-governo: CIDA e CONFEDIR divergono
Data: Sabato, 19 febbraio 2011 ore 18:00:36 CET
Argomento: Opinioni


Di Fatto Rembado ha inferto un duro colpo al processo che lui stesso aveva caldeggiato e sponsorizzato e non si è fatto scrupolo di andare per la sua strada rompendo unilateralmente un impegno politico-sindacale  sottoscritto, senza consultarsi con niente e nessuno; neanche con la sua stessa confederazione, la CIDA, per non parlare del suo stesso sindacato l’ANP, che non ha mai saputo niente della CIDA e dove i (pochi) iscritti rimasti non hanno  mai partecipato a nessuna decisione in cui fosse condivisa  una scelta confederale.
Sempre con il metodo dirigista, se non cesarista, di mettere tutti sul fatto compiuto e sulle decisioni assunte in corto circuito.
Ma per che cosa e perché il governo ha ritenuto di proporre un’intesa sulla Brunetta alle confederazioni sindacali della dirigenza e dei dipendenti?
La riforma Brunetta ha sbattuto il muso contro Tremonti che non scuce un euro, rendendo impossibile raggiungere tutti i fini proclami e conclamati, a cominciare dal merito e dalla premialità,  e a finire sui rinnovi dei contratti bloccati sino al 2014.
Come si esce dall’angolo del fallimento in cui è precipitato tutto il pacchetto pseudo riformatore di Brunetta? Facendo finta che ci sia ancora la possibilità di percorrere una strada negoziale e contrattuale, sia per i dipendenti sia per i dirigenti e facendo firmare carte fasulle a chi ci sta.
La Confedir, che tutela sia i dirigenti sia i quadri, non ci sta, perché ha scelto di intraprendere la strada del contenzioso giudiziario contro la “150 “ (Brunetta) e i suoi atti e una sua firma avrebbe di fatto bloccato le sue azioni legali. Così come stanno facendo le associazioni affiliate  a cominciare dall’ANIEF (Marcello Pacifico) che con le sue armate di legali ha vinto di recente davanti alla Corte Costituzionale il contenzioso sulle graduatorie a pettine per i docenti.
Così come sta facendo la DIRPRESIDI  (Attilio Fratta) che sta a tappeto attivando davanti alla magistratura i ricorsi per ottenere la perequazione interna ed esterna per i presidi.
Così come stanno facendo le organizzazioni dei medici dei dirigenti dello Stato e delle altre categorie del P.I. iscritte alla Confedir.
La COSMeD, l’altra confederazione  che organizza 27.000 dirigenti medici, capeggiati da Troise,  si è allineata alla CONFEDIR e non ha firmato in carenza di un preventivo confronto con le Regioni, senza incentivi per i dirigenti del Ssn, senza un riconoscimento della specificità del Ssn e dei dirigenti medici e sanitari nell'ambito del pubblico impiego, perché anche per loro la legge150/2009 si è abbattuta sulla dirigenza sanitaria senza tener conto delle peculiarità del servizio da erogare ai cittadini.
I confederali cgil,cisl,uil come al solito si sono beccati tra di loro come i polli di Renzo e divisi  tra i soliti che firmano sempre e gli altri che contestano sempre.
Ebbene la Cida, firmando, segue la strada della rassegnazione e dell’appiattimento supino all’impotenza, in linea al  commissionato parere “ Caringi “ , per far dire che non c’è niente da fare perché la strada giudiziaria è senza sbocchi. E invece di fare contenzioso investe i soldi degli iscritti per comprare appartamenti a Roma e incrementare il patrimonio edilizio dell’ANP, risparmiando sugli avvocati e sulle azioni legali alla stessa stregua dei sindacati generalisti che sono diventati dei giganti immobiliari e delle centrali finanziarie.
Le giustificazioni della firma sono poi quelle incredibili legate al mantenimento della sedia al tavolo, in quanto chi non firma viene escluso dal seguito della discussione. Poi nello stesso comunicato della Cida si dice, senza rendersi conto della contraddizione logica, peste e corna del decreto Brunetta e del disastro indotto dalla manovra Tremonti .
Singolare posizione della burocrazia sindacale, surrettiziamente acquisita dalla Cida, che esprime un giudizio di merito negativo e poi firma per restare al tavolo delle decisioni!
E valeva la pena svendersi l’anima per un piatto di lenticchie?
E siccome nessuno fa niente per niente, sarebbe opportuno che Rembado smentisse le voci e i rumors di palazzo, sempre più insistenti, che lo danno nel prossimo listino senatoriale del popolo delle libertà, per le ormai imminenti elezioni politiche. Non che ci sia qualcosa da obiettare su una scelta legittima che, fra l’altro, valorizzerebbe le indubbie competenze e capacità del personaggio, specie all’interno di un consesso dove contano sempre più le  escort, le ballerine e le veline dell’isola dei famosi, ma per sgombrare il campo da spurie e malevoli interpretazioni.
E per la scuola quale ricetta si può propinare a un popolo di lavoratori ingabbiato nelle sabbie mobili della “ 150 “? Quella che c’è scritta nell’intesa del 4 febbraio e cioè che “ le retribuzioni complessive conseguite dai lavoratori nel corso del 2010 non devono diminuire per effetto dell’applicazione del decreto legislativo 150” ?
Roba da pazzi , si firma un’intesa per impedire che gli stipendi possano scendere.!!!
Non solo ma è venuta anche meno la motivazione principale per la quale Rembado aveva assicurato  ai presidi che la “ 150 “ almeno avrebbe fatto aumentare i poteri dei dirigenti.
Ma quando mai!  Tutti i presidi che hanno firmato i contratti integrativi di istituto, o non li hanno stipulati, seguendo i consigli dei falsi  “ predicatori “  “alla Brunetta” , che hanno spruzzato i loro lucidi fuorvianti per le scuole della penisola, sono finiti davanti al giudice del lavoro per comportamento antisindacale; e nonostante le proteste dello staff (si fa per dire!) dell’anp, l’ultima nota “ Chiappetta” del MIUR conferma l’interpretazione dei confederali e dei giudici del lavoro di appartenenza cgil sull’art. 6, e cioè che prima va riscritto il CCNL nel 2014 e poi si potrà modificare l’integrativo. La famosa data del 31.12.2010, che avrebbe dovuto significare il discrimine tra il vecchio e il nuovo paradiso, praticamente è uno specchietto per le allodole; occorre una nuova operazione legislativa in questo paese di codici e codicilli. 
Ma allora perché ha firmato Rembado? Come è possibile plaudire a quella sciocchezza della sperimentazione per  l’introduzione di un meccanismo di premialità per il personale della Scuola?
Evidentemente una volta presa la china senza ritorno della firma del CCNL a perdere, della firma di tutti i contratti integrativi regionali che hanno massacrato la retribuzione di posizione e di risultato dei dirigenti, ormai si firma di tutto e di più  a catena. Tanto ormai non c’è più bisogno di rendere conto a quei (pochi) soci rimasti che pur non essendo costretti a restare non hanno la forza e il sussulto di mandare a quel paese la pentiade sindacale.
Come si fa a rassegnarsi al blocco dei contratti, in palese violazione degli articoli 1-4, 35-36, 39 della Costituzione?
La Confedir e le sue associazioni sindacali collegate (Dirpresidi e Anief nella scuola e tutte le altre OO.SS. delle potenti corporazioni dei medici) continuerà le sue azioni legali già avviate contro il decreto Brunetta. Non solo, ma la Confederazione avvierà una nuova azione legale contro questa povera intesa e contro gli atti governativi collegati alla stessa.
Dirigenti ecco come chi vi governa vuole valorizzarvi.
Salvatore Indelicato







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