Unità d'Italia, le scuole decidono in autonomia. Oggi la decisione del governo
Data: Venerdì, 18 febbraio 2011 ore 07:01:30 CET
Argomento: Eventi


Le scuole fanno di testa loro. Il ministro Gelmini non decide, la Lega insiste perché le celebrazioni non lo siano poi troppo (sfruttando la scia di Confindustria), il presidente Napolitano vorrebbe che il tira e molla finisse, che si decidesse se il 17 marzo sarà o meno festa. E anche se alla fine gli istituti resteranno chiusi (questo l’accordo raggiunto ieri nel governo, che dovrebbe essere ufficializzato oggi), le scuole napoletane si organizzano in autonomia.
Con manifestazioni che coinvolgono i ragazzi perché della loro coscienza faccia parte la memoria nazionale, o stabilendo che  Roma o non Roma  il 17 marzo è una giornata da celebrare. Anche lasciando chiusi i cancelli degli istituti. A guidare il drappello delle scuole che hanno già scelto la sospensione delle lezioni c’è il liceo classico Pansini.
  «Permanendo l’incertezza del governo sulla data del 17 marzo (scuole aperte/scuole chiuse), in memoria di chi è morto perché la Patria vivesse e nel rispetto della sua storia e della sua Costituzione, considerando che non abbiamo bisogno di stare aperti il giorno della festa nazionale per parlare ai ragazzi dell’Unità d’Italia (come vorrebbe chi non sa come funziona la scuola di Stato) perché è cosa che facciamo tutti i giorni, abbiamo deciso la sospensione delle lezioni per il 17 marzo».

Altri collegi dei docenti esaminano documenti dello stesso tenore, perché «se l’Unità d’Italia va affermata come valore, occorre che sia festa a scuola», afferma Francesco Di Vaio, il preside del liceo classico Vittorio Emanuele. Che alla causa delle celebrazioni per il 150°  che coincide con la nascita del suo liceo, inaugurato 7 giorni prima dell’Italia unita  ha donato un anno del suo lavoro: lui è preside, in questi mesi, a titolo gratuito. Poteva starsene a casa, in pantofole. «Invece sono qui per organizzare le celebrazioni». Che sono cominciate in ottobre ed andranno avanti fino a fine anno scolastico (con un testo teatrale, preparato dagli studenti, sul Risorgimento). Il 10 marzo giornata centrale: autorità cittadine e docenti universitari, ma, soprattutto, il coro della scuola, il ballo risorgimentale nel chiostro, il buffet preparato dai ragazzi.

Il testimone delle celebrazioni passa di scuola in scuola e lì, nel centro antico, lo raccoglie la Ugo Foscolo, che sarà in piazza del Gesù il 16 marzo, con una manifestazione fortemente voluta dalla preside Stella Taranto: gli studenti suoneranno, guidati dai loro docenti musicisti, l’Inno di Mameli e Va’ Pensiero, Viva l’Italia di De Gregori e il Passo di corsa dei Bersaglieri. E poi coreografie, letture di poesie e brani risorgimentali, riproduzioni di quadri dell’epoca. Così gli eventi fondativi della vita del Paese diventano occasioni educative. Al punto che la preside dell’Itc Galiani, Armida Filippelli, terrà la scuola aperta, il 17 marzo, anche se il ministro deciderà altrimenti: «Perché la festa la voglio fare con i miei studenti».

Il Laboratorio di storia del Galiani, attivo ogni giorno, in particolare sui temi della Shoah, ha puntato l’attenzione sull’apporto dato dagli ebrei all’Unità e sui problemi dell’emigrazione all’indomani di quella data. Argomenti dei quali si discuterà il 17 marzo, quando saranno anche proiettati spezzoni di film preparati dai ragazzi. E non c’è scuola che non abbia invitato almeno uno storico: il liceo scientifico Caro li ospiterà in aula magna («Anche il pomeriggio  spiega la preside Liana Nunziata  per far partecipare le famiglie»), il classico Umberto avrà, tra gli altri, il professore Francesco Barbagallo. «Ma il nostro lavoro sul tema  spiega il dirigente Ennio Ferrara  procede da mesi. Attenzione puntata, in particolare, su “Diritto e diritti nei 150 anni dell’Unità”».

Ricchissimo il programma del liceo Mazzini. Anche qui l’Unità la si celebra da mesi. Ed a marzo saranno 4 gli incontri con altrettanti storici, da Paolo Varvaro a Guido D’Agostino, e poi il film con Ligabue “Niente paura” ed il “Noi credevamo” di Mario Martone. Che ha promesso agli studenti di esserci quando vedranno il suo film sul Risorgimento.    (di Bianca De Fazio  da http://napoli.repubblica.it)







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