La famiglia non può pagare i buoni pasto, bambina cacciata da scuola nel veneziano
Data: Giovedì, 17 febbraio 2011 ore 06:45:21 CET
Argomento: Rassegna stampa


Costretta ad uscire in anticipo da scuola perché la famiglia non può pagare i buoni pasto. Protagonista della vicenda, denunciata dal segretario regionale veneto dell'Udc Antonio De Poli, è una bimba di quattro anni, figlia di immigrati in difficoltà. "Veramente un brutto fatto di cronaca", sottolinea De Poli, che ha presentato anche un'interrogazione parlamentare in cui si critica aspramente il comportamento di Massimo Sensini, sindaco leghista di Fossalta di Piave, in provincia di Venezia.
Il caso nasce nel gennaio scorso, quando una collaboratrice scolastica telefona all'ufficio scuola chiedendo come occorra comportarsi con la bimba che da settimane non porta il buono pasto. La decisione, spiega De Poli, è di continuare ad assicurare il pasto alla bimba, finché non interviene il sindaco sostenendo come i pasti già consumati vadano pagati.          
 L'assessorato ai Servizi sociali prospetta la possibilità di una contribuzione straordinaria alla famiglia per l'acquisto dei buoni pasto, ma la proposta viene bocciata dal sindaco, "che impone che la bimba vada a mangiare a casa se non può acquistare i buoni pasto". Né i buoni pasto possono essere ceduti, aggiunge il primo cittadino, "perché questo creerebbe un danno erariale". Per due giorni la bimba è costretta ad uscire anticipatamente da scuola, finché "una persona di cuore" non acquista per la bimba 3 blocchetti di buoni pasto, consentendo alla piccola senegalese di restare a scuola. "Una vicenda - conclude De Poli - vergognosa e gravissima, che mostra il volto di una Lega ottusa, razzista e arrogante. Quel sindaco dovrebbe vergognarsi. Zaia prenda posizione su questo fatto disgustoso".   (Adnkronos)

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