ADIDA: La questione dei precari non abilitati
Data: Martedì, 15 febbraio 2011 ore 18:00:00 CET Argomento: Rassegna stampa
Da alcuni giorni
Adida ha lanciato una campagna stampa su siti web e stampa locale
per allargare e diffondere meglio le problematiche legate alla
situazione dei docenti di III Fascia,
quelli non abilitati non inseriti in graduatorie privilegiate, ma
docenti a tutti gli effetti abilitati all'insegnamento con stessi
incarichi, oneri e onori dei docenti di ruolo, anzi spesso con più
titoli e più punteggio nelle graduatorie di merito dei loro colleghi
abilitati e anch'essi precari.
Abbiamo incontrato un rappresentante dell’ADIDA, l’associazione che
tutela i diritti dei precari della scuola senza abilitazione. Uno
squarcio sulla complessa e lungi dall’essere risolta, questione del
precariato.
L’Associazione Docenti Invisibili Da Abilitare é
solo una delle tante parti del complesso mondo della scuola italiana, è
molto probabile che proprio grazie a quest’eterogeneità e alla
complessità di una tematica che va sempre più complicandosi, agli occhi
della maggior parte delle persone, questi non vengano visti di buon
occhio, o, come sostiene l’acronimo, divengono addirittura invisibili.
Sovente, soprattutto nei periodi “caldi”, quando la scuola inizia
portando con sé il suo bagaglio di problematiche, assistiamo alla
disamina più o meno corretta del fenomeno del precariato scolastico,
che rappresenta una voce preponderante nell’agenda del ministro. Spesso
però l’informazione sembra essere alquanto pregiudiziale e supportata
da retrivi luoghi comuni. Ecco perché desideriamo, nella scia dei
nostri approfondimenti, dare voce anche a loro, sperando di renderli
meno invisibili e più vicini a un’opinione pubblica sempre più distante
e monocolore.
Il nostro interlocutore è Luca Dibitonto, docente non abilitato di
scuola primaria.
Maestro Luca Dibitonto, ci illustri per sommi capi, cos’è l’ADIDA e
soprattutto quali sono le sue aspirazioni.
«Per prima cosa vorrei ringraziarla per il fatto di consentirmi di
poter parlare della nostra associazione Adida, Associazione Insegnanti
Invisibili da Abilitare, per noi è importantissimo incontrare e trovare
giornalisti disponibili a parlare della nostra gravosa questione. Che
cos’è l’Adida? L’Adida nasce l'11 Novembre del 2009, attualmente
rappresenta l'unico ente legalmente riconosciuto che si occupa
esclusivamente della tutela dell’intera categoria dei docenti precari
non abilitati inseriti nella III fascia delle graduatorie d’istituto.
Stiamo parlando di circa 300.000 docenti (secondo il ministro Gelmini),
di cui almeno 40.000 con esperienza pluriennale di insegnamento. Siamo
un’associazione radicata sul territorio e legalmente riconosciuta, che
consta di un coordinatore nazionale, di un vice coordinatore, di una
segreteria e di numerosi coordinatori provinciali e che in un solo anno
ha saputo raccogliere c.a. 7.000 adesioni».
«Chi sono i precari non abilitati? I precari di III fascia sono docenti
privi di abilitazione ma in possesso dei titoli e dei requisiti
curriculari necessari all'insegnamento, tant’è che molti svolgono
regolarmente attività d’insegnamento da più anni. Secondo la normativa
vigente infatti, per ‘salire in cattedra’, o se si preferisce, per
esercitare la professione di docente, è indispensabile possedere tutti
i requisiti curriculari previsti dal vigente regolamento (diplomi e
lauree a seconda degli insegnamenti, con un preciso piano di studi), ma
non l’abilitazione».
Lei sa che c’è gente che punta il dito contro il precariato? Gente,
anche qualificata, come giornalisti e addetti ai lavori che fanno di
tutt’erba un fascio, sottolineando il fatto che esistano ancora docenti
non abilitati nel mare magnum del precariato, come gli vuole rispondere?
«A differenza di altre professioni, il ministero è sempre intervenuto a
monte richiedendo che l’aspirante docente orientasse il proprio piano
di studi in prospettiva dell’insegnamento. Chi è in possesso del titolo
(diploma o laurea) senza tuttavia che questo sia accompagnato anche da
un piano compatibile con i requisiti stabiliti dal Ministero, non può
accedere ad alcuna graduatoria e conseguentemente non può insegnare»
«Questi docenti sono stati per anni assunti a ricoprire cattedre
vacanti e supplenze annuali. con gli stessi incarichi e le identiche
mansioni e contratti dei colleghi abilitati e di ruolo; nominati non a
discrezione delle singole istituzioni scolastiche, ma da graduatorie di
merito, redatte e pubblicate dallo stesso Ministero. È indispensabile
precisare che i criteri mediante i quali i docenti abilitati e non,
maturano il punteggio di servizio sono esattamente gli stessi; e che la
nomina da parte del MIUR prevede in entrambi i casi lo scorrimento di
graduatorie di merito compilate secondo precisi criteri dettati dallo
stesso ministero dell’Istruzione: una procedura che è a tutti gli
effetti è da considerarsi di tipo concorsuale».
«Deve essere inoltre evidenziato come per i precari non abilitati il
diritto alla stabilizzazione sia stato negli ultimi anni
sistematicamente leso. La chiusura delle Scuole di Specializzazione
all’insegnamento (S.I.S.S.), la cui ultima indizione risale al 2007 ha
determinato l’impossibilità oggettiva per questi docenti di potersi
abilitare. Per alcune classi di concorso e possessori di diplomi validi
all’insegnamento – tra cui gli ITP (Insegnanti Tecnico Pratici), i
diplomati Magistrali, i diplomati ISEFF - mancano percorsi abilitanti
ordinari dal lontano 1999. Inoltre, anche quando i Corsi di
Specializzazione all’insegnamento - S.I.S.S., CobasLid, Didattica della
Musica erano attivi gli alti costi e gli obblighi di frequenza che non
prevedevano deroghe di alcun tipo ne hanno di fatto impedito la
frequenza a chi non poteva permettersi di pagare le salate rette o di
trascurare O addirittura abbandonare il proprio lavoro per un periodo
di 2/4 anni».
«La recente esclusione operata nei confronti dei precari non abilitati
dal Salvaprecari e l’istituzione delle graduatorie di coda, ossia
dell’opportunità offerta ai soli docenti abilitati di fare domanda in
quattro province anziché in una, ha provocato una disparità di
trattamento che ha fortemente discriminato dei dipendenti del
Ministero, quali sono, appunto, anche i docenti di III fascia».
Come vede il suo futuro di precario non abilitato in questo tormentato
panorama?
«Molti docenti si sono spesso visti scavalcare da chi, seppur
abilitato, non poteva vantare un solo giorno di servizio e punteggi di
merito assai inferiori finendo così per perdere il proprio posto di
lavoro: tale situazione, ha portato negli ultimi 2 anni al drammatico
licenziamento della quasi totalità dei docenti non abilitati di scuola
secondaria di primo e di secondo grado (scuole medie e superiori),
lasciando solo qualche speranza ai docenti privi di abilitazione di
scuola dell’infanzia e di scuola primaria, i quali sono spesso passati
da contratti annuali a supplenze di pochi mesi o di pochi giorni od a
semplici spezzoni di 4, 6 o per i più fortunati 12 ore».
«Sono pochissime le province nelle quali vi è ancora la possibilità di
insegnare per i docenti privi di abilitazione di scuola dell’infanzia e
di scuola primaria: come riportato sopra, quasi nessuna possibilità per
i docenti di scuola media e superiore, che sino a 2 anni fa potevano
insegnare tutti gli anni, sempre da precari non abilitati, ma senza la
benchè minima difficoltà. Ecco il quadro devastante della situazione
dei docenti non abilitati in Italia, dall’infanzia alla scuola
secondaria di secondo grado: docenti che hanno insegnato per anni, da
precari, spinti dall’amore e dalla passione per la propria professione,
si ritrovano oggi a casa, disoccupati, licenziati senza un perché,
umiliati nella loro dignità di lavoratori e soprattutto di persone».
(Fonte foto: Rete Internet)
Autore: Ciro Teodonno (Da Adida)
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