La Lega non lascia, dopo la sentenza della Consulta, raddoppia. Un emendamento al decreto Milleproroghe, impone un nuovo ostacolo agli spostamenti da
Data: Martedì, 15 febbraio 2011 ore 07:34:20 CET
Argomento: Sindacati


Secondo l’emendamento, le attuali graduatorie (previste dall’art. 605 lett. C) della legge 27 dicembre 2006 n.296) devono rimanere in vigore; come dire che le graduatorie di coda rimarrebbero fino al 31 agosto 2012. Inoltre, l’inserimento nella I fascia delle GaE va consentito solo a chi è inserito nelle graduatorie a esaurimento della provincia in cui ha sede l’istituzione scolastica. Nei giorni scorsi il congelamento delle graduatorie era stato proposto anche con un emendamento a firma dei del Gruppo Futuro e Libertà. Il Miur, comprensibilmente in grande confusione, ha grande bisogno di analizzare i molteplici aspetti della situazione, e ANIEF potrebbe essere utilmente consultato, visto che è il protagonista della vicenda e ripetutamente, per tempo, ma inascoltato, ha indicato strade virtuose. 
E’ già positivo, ma era scontato, che la Ministro si prefigga di varare nuove regole per i passaggi di provincia, rispettose della sentenza della Corte costituzionale (come dire che rispetteranno il punteggio maturato nella graduatoria originaria), ma intanto l’emendamento della Lega approvato al Senato, in commissione Affari e Bilancio, è in dissonanza dalla sentenza. E’ già positivo, ma era scontato, che il Miur rassicuri, sui loro diritti, i contraenti delle nomine a t.i. effettuate in base alle vecchie graduatorie, nello scorso agosto/settembre (immissioni in ruolo e incarichi a t.d.). Speriamo di non sbagliarci: percepiamo toni differenti tra Lega e Ministero, poiché evidentemente è il ministro ad avere la coda di paglia in ordine all’eventuale contenzioso con i precari e dichiara di voler confermare la validità delle immissioni in ruolo ed incarichi conferiti. I precari danneggiati, in un modo o nell’altro, dall’insipiente gestione delle graduatorie sono tra i 180mila abilitati che hanno sfruttato l’opzione dell’inserimento in più province: per l’erario sarebbe una catastrofe, ed anche per gli uffici (che già ordinariamente sono in difficoltà per la normale amministrazione). Per uscire dal problema, la Lega conviene sulla linea della Ministro: procedere agli adempimenti imprescindibili derivanti dalla sentenza n.41/2011 declaratoria di illegittimità costituzionale dell'art. 1, comma 4 ter dl n.134/2009 n. 134; questo dovrebbe significare che al congelamento delle liste si procederà dopo aver escogitato il modo di salvaguardare i diritti riconosciuti ai ricorrenti per l’inserimento a pettine. Contestualmente, però, il senatore Pittoni capogruppo della Lega in VII Commissione accelera l’iter della riforma del reclutamento dei docenti affinando una proposta che TuttoscuolaNEWS (n.475 di 14 febbraio 2011) riportata nei seguenti termini: “Proponiamo un meccanismo su base regionale, ma non ci sono "fili spinati". Il progetto è inattaccabile sia per quanto riguarda la Costituzione e la legislazione nazionale sia sotto il profilo della normativa europea. Per assegnare il punteggio di base ai candidati, non si farà più riferimento (se non in misura ridotta) alla valutazione acquisita sul proprio territorio. Si dovrà scegliere una e una sola regione nella quale eleggere il proprio domicilio professionale e sottoporsi a quello che abbiamo chiamato “test di preparazione”, con cui si verificherà l’attitudine all’insegnamento e l’effettivo livello di preparazione dei candidati nelle singole materie. Il tutto - questo è fondamentale-, nella regione di arrivo, a parità di condizioni con i candidati del posto. Quelli valutati con “manica larga” in altre realtà non riusciranno più a scavalcare chi effettivamente merita”.(da Anief)

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