Come il ministero spreca i soldi. 105 Mila euro in un mese per spese legali per ottenere il docente di sostegno per 35 studenti disabili
Data: Domenica, 13 febbraio 2011 ore 14:59:48 CET Argomento: Redazione
La contrazione di
organico costa caro non solo agli alunni che rimangono senza
docenti di sostegno e agli stessi docenti senza
lavoro, ma allo stesso Ministero che dovrà spendere dei soldi per le
spese legali.
Nel solo mese di gennaio il Tar di Palermo ha emesso 35 sentenze
a faovre delle richiest dei genitori che reclamano il diritto di
avere assegnato il docente di sostegno e ne hanno ottenuto il
riconoscimento, obbligando la Direzione regionale e gli Uffici
Scolastici provinciali a provvedere alla nomina dei 35 docenti ed
inoltre a pagare le spese connesse al procedimento circa tre mila euro
per ogni sentenza.
Queste somme , circa 105.000 euro, nel solo mese di gennaio , e
sommate a quelle degli altri mesi e degli altri TAR d’Italia, la spesa
sarà certamente considerevole. In tempo di tagli e di risparmi si
sarebbero potute evitare questi oneri legali a maggior
garanzia di un diritto riconosciuto soltanto a seguito del
ricorso ai Trbunali amministrativi regionali.
E’ proprio vera l’espressione che
“nella scuola si entra per ricorso e non per concorso” e solo
attraverso i ricorsi si vedono riconosciuti i diritti dei
dirigenti, dei docenti e degli studenti anche disabili. La
vicenda dei 406 dirigenti “congelati” conferma e somma le ingenti spese
per avvocati e ricorsi che imporeviscono il personale della
scuola a vantaggio del Ministero di grazia e giustizia !
L’attuale complessa vicenda degli incaricati che reclamano la conferma
nei ruoli, quando e dove i posti ci sono, mette allo scoperto il
nervo di una cattiva politica scolastica che si nutre di graduatorie e
di deleghe sindacali, trascurando e calpestando la dignità della
scuola, che, invece, nella gestione autonoma dell’organico
d’Istituto ha il compito di garantire efficienza e qualità dei servizi.
Nel settore del sostegno, infatti, quando arriva a scuola un bambino
disabile e viene iscritto alla classe prima,
automaticamente l’organico dell’Istituto dovrebbe registrare di
“diritto” per cinque anni o per tre anni il posto dell’insegnante di
sostegno, garantendo possibilmente anche la continuità didattica dello
stesso docente e non come spesso accade che il posto figurerà,
forse, nell’organico di fatto e quindi ogni anno si assiste alla
girandola delle nomine, senza alcun rispetto dell’alunno e senza
garanzia di efficienza nella prosecuzione di un progetto
didattico in graduale evoluzione e sviluppo.
La logica del risparmio non dovrebbe intaccare la qualità dei diritti
che la Costituzione sancisce e proclama. Che tutto
ciò sia ben compreso al Ministero e presso le Direzioni regionali,
che hanno il compito di pianificare l’organico del personale
nella scuola. La logica della riduzione per programma e
standard preventivo non può essere applicata in maniera generica,
occorre che sia contestualizzata e correttamente adattata alle
diverse esigenze territoriali.
Giuseppe Adernò
redazione@aetnanet.org
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