Intervista a Giambrone (Idv): “La Gelmini vittima della Lega. Ha fallito, si dimetta”
Data: Sabato, 12 febbraio 2011 ore 12:13:51 CET
Argomento: Rassegna stampa


All’insegna dello slogan “La Gelmini studi la Costituzione” diventa un caso politico la sentenza della Corte Costituzionale che ha bocciato lo stesso ministro dell’Istruzione. Il provvedimento che ha incassato il no secco della Consulta stabiliva l’inserimento in coda alla graduatoria per tutti quei docenti precari che chiedevano una provincia diversa rispetto a quella in cui erano originariamente classificati. Adesso almeno 15.000 precari possono reclamare il ruolo e la tanto desiderata cattedra. La conseguenza è che nell’aggiornamento delle graduatorie a esaurimento il personale docente avrà diritto al trasferimento e all’inserimento a pettine, secondo il proprio punteggio (merito) e non secondo l’anzianità di iscrizione in graduatoria. Questa sentenza sancisce il fallimento delle politiche scolastiche del governo e apre a una delicata questione sulla validità delle graduatorie 2009/2011 e delle nomine conferite secondo il criterio ora censurato. Insomma, tutto da rifare? Sul sonoro fallimento del ministro Gelmini, bocciata dunque per violazione dell’articolo 3 della Costituzione italiana, taglia corto il capogruppo Idv in Commissione permanente Istruzione pubblica e Beni culturali: “La Gelmini è vittima della Lega. Adesso si dimetta”. 
 La Consulta boccia la Gelmini e ritiene illegittima la norma per le graduatorie dei precari della scuola in nome dell’uguaglianza tra tutti i cittadini. Una questione che sembrava ovvia ai più, ma evidentemente non al ministro dell’Istruzione...
Siamo dinanzi all’ulteriore conferma che questo governo farebbe bene ad andare a casa. La Consulta ha giustamente e ovviamente rigettato un provvedimento incostituzionale e razzista, che genera discriminazioni e che certamente offende i tanti lavoratori del mondo della scuola. Siamo dinanzi alla conferma, lo ripeto ancora, che questo governo è culturalmente e politicamente inadeguato a ricoprire il ruolo che copre e dinanzi alla conferma di come questo governo consideri le politiche legate al mondo della scuola, dell’università e della ricerca come marginali e secondarie. Credo si sia ormai arrivati ad un punto in cui bisogna prendere atto: il ministro prenda atto del fallimento delle politiche che ha messo in atto e si dimetta. Può soltanto dimettersi rispetto ad una serie di ricorsi e un contenzioso altissimo, che provocherà danni molto gravi alle casse dello Stato.

Pare quasi scontato che ci sia lo zampino della Lega dietro le azioni del ministro Gelmini. Cosa ne pensa?
Assolutamente si. Il ministro è vittima della forte pressione della Lega. Questo ragionamento inoltre va esteso al generale rapporto tra il partito della Lega e il governo nel suo complesso: l’intero esecutivo è nelle mani della Lega. Il problema serio è un altro: dietro qualsiasi riforma, dietro qualsiasi provvedimento dovrebbe esserci un’idea. A nostro avviso dietro tutti questi provvedimenti, non ultimo quella bocciato dalla Consulta, non c’è nessuna idea concreta. Noi invitiamo ancora una volta il ministro a prendere atto non solo di questo grave fallimento, ma di tutti i fallimenti legati alle politiche della scuola da lei attuate, per compiere il nobile gesto delle dimissioni.

Quale sarà ora secondo lei l’atteggiamento del ministro? Permetterà lo spostamento da una provincia all’altra o prorogherà le attuali graduatorie provinciali, senza permettere spostamenti sul territorio nazionale?
Noi da questo ministro e da questo governo ormai ci aspettiamo di tutto. Io credo che il ministro dovrebbe adeguarsi a quanto stabilito dalla Corte: prendere atto di tutto ciò e ripristinare le minime garanzie di correttezza, al fine di evitare atti discriminatori per gli insegnati che decidono di spostarsi da una provincia a un’altra. Sono semplicemente le regole basilari, minime, che un ministro dovrebbe seguire e rispettare, senza bisogno di avere la disapprovazione della Corte Costituzionale e per di più essere bocciata dalla stessa.

È polemica sul 17 marzo. Il ministro dell’Istruzione è propensa a tenere aperte le scuole (seguendo così le orme della Lega). Immediata la reazione dei presidi che hanno bocciato la linea di viale Trastevere. Cosa ne pensa?
Siamo con i presidi, perché il 17 le scuole siano chiuse, dal momento che la motivazione è di estrema importanza oltre che di grande festa. Noi ci associamo alla protesta dei presidi e ancora una volta ci dissociamo da una politica che non condividiamo, che il ministro Gelmini anche in questa occasione ha messo in campo.(da http://www.julienews.it/di Antonio Formisano)

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