L’amministrazione, ferma restando la terza tranche di tagli prevista
per l’anno prossimo che prevede, per il personale docente, la riduzione
di ulteriori 19.700 posti, nessuna ipotesi di ripartizione alle varie
regioni è stata ancora prospettata ai sindacati. A questo taglio
seguirà poi quello previsto anche per il personale ATA (-15.000 posti
circa), di cui ancora non si è parlato. La Direzione del personale ed
il Dipartimento del MIUR si sono limitati ad illustrare le linee guida
ed alcuni contenuti specifici che saranno previsti nella prossima
circolare di emanazione del decreto interministeriale, il quale
conterrà le tabelle organiche sulla ripartizione dei posti per singola
regione.
Molti i punti problematici emersi, uno tra questi
è l’estensione del tempo scuola a 27 ore fino in 3° classe nella
scuola primaria e la previsione dell’abrogazione,
in organico di diritto, dei posti di “specialista” per
l’insegnamento della lingua inglese, essendo terminato il triennio
di formazione obbligatorie dei docenti su tale insegnamento.
Altro problema sarà il coordinamento tra i vari soggetti in campo
per le diverse competenze di ciascuno. Le regioni e gli EE.LL. che
hanno la titolarità sulla rete scolastica e sull’attivazione dei
nuovi indirizzi, in particolare nella secondaria di secondo
grado, previsti dai nuovi ordinamenti da un lato, lo Stato,
e dunque il MIUR, che hanno competenza sulle risorse complessive
(organici) nel rispetto dei vincoli derivanti della leggi
finanziarie. L’insieme delle richieste e delle scelte fatte dalla
varie regioni, a detta del MIUR, non sono compatibili con le
dotazioni organiche attuali, tanto meno con quelle che conseguiranno
alla terza tranche di tagli. Solo come esempio, le tante
richieste di nuove attivazioni di licei musicali, visti anche i costi
(in termine di personale docente) che tale scelta comporta rispetto
ad altre, non saranno compatibili con i vincoli di bilancio della L.
133/08. Chi dovrà decidere e coordinare questo aspetto è uno degli
aspetti problematici emersi dall’incontro.
La posizione della Flc_cgl
La FLC CGIL ha ribadito ancora una volta, e con forza, la netta
contrarietà a qualsiasi ulteriore riduzione di posti, sia
docenti che ATA. Per la FLC CGIL è inaccettabile questa sorta di
scambio, su cui c’è un silenzio assordante: altri tagli al
personale, tagli alle risorse alle scuole, nessuna stabilizzazione
per il personale precario in cambio di risorse per la presunta
“valorizzazione - valutazione” del personale, modello Brunetta,
oppure come condizione per avere risorse per il ripristino dei
gradoni “rubati” con la finanziaria del ministro Tremonti.
La
scuola non può più tollerare questo scempio, ne va della
sopravvivenza del servizio pubblico come ampiamente hanno dimostrato
i dati sull’organico di fatto di questo anno scolastico.
Inaccettabile, tra le altre cose, la generalizzazione di fatto del
tempo scuola a 27 ore nella scuola primaria, per
poter raggiungere l’obiettivo della riduzione di altri 9.260 posti
solo in questo grado di istruzione, quando in passato
l’amministrazione aveva garantito il diritto ad estenderlo fino a
30 ore su richiesta della famiglie.
L’anno prossimo non sarà
più così! Ci sarà anche la totale soppressione dei posti, in
organico di diritto, dei docenti specialisti per l’insegnamento
della lingua inglese, quando la stessa amministrazione sa bene che
non ci sono ancora le condizioni per poter assicurare tale
insegnamento, visto, tra l’altro, il taglio anche sulle risorse per
la formazione del personale, ancorché obbligatoria per legge. Questo
insegnamento l’amministrazione lo dovrà comunque garantire poi con
ore aggiuntive in organico di fatto, ma questo comporterà lo
sconvolgendo della continuità didattica in tante scuole dal momento
che tutti i docenti a tempo indeterminato, attualmente titolari su
questo posto, nel frattempo saranno tutti ricollocati su posti
comuni.
Incredibile, poi, quello che si prospetta per la scuola
secondaria di primo grado: il MIUR prevede un incremento di
circa 12.500 alunni, nulla è modificato rispetto al nuovo
ordinamento ormai a regime, ma si faranno altri 1.310 tagli di posti
sui docenti! Come si giustifica tutto questo? Come si potrà
realizzare, se non con un forte taglio nel numero delle classi e,
dunque, con un altrettanto forte aumento del numero di alunni per
classe? Esattamente il contrario di quanto sentenziato dal TAR
Lazio che ha bocciato le classi sovraffollate fatte in
questo anno scolastico.
Infine, nella scuola secondaria la riduzione
deriverà soprattutto dall’attuazione dei nuovi ordinamenti sia in
prima che in seconda classe, dalla riduzione del tempo scuola a 32
ore nelle V classi degli istituti tecnici, dalla previsione di
riduzione dei serali per altri 700 posti circa (a rischio
l’educazione degli adulti), dall’innalzamento ulteriore, anche
qui, del numero medio di alunni per classe.
Rispetto a questo scenario devastante è ora di dire basta.
Anche per queste ragioni, e per tanto altro, la FLC CGIL, insieme
alla Funzione Pubblica CGIL ha indetto lo stato di agitazione
per tutti i settori della conoscenza e per tutto il pubblico impiego.
(da Flc-Cgil)
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