Foibe, celebrazione al Quirinale con Napolitano per il 'Giorno del Ricordo'
Data: Giovedì, 10 febbraio 2011 ore 08:09:06 CET
Argomento: Eventi


Si celebra oggi al Quirinale, alla presenza del presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, il 'Giorno del Ricordo' dedicato alle vittime delle foibe, istituito con la legge del 30 marzo 2004.
Dopo l'intervento del sottosegretario alla presidenza del Consiglio dei ministri, Gianni Letta, e la relazione del giornalista e scrittore Enzo Bettiza, verrà eseguito un concerto dall'orchestra 'I Cameristi Triestini' diretta dal Maestro Fabio Nossal. Letta consegnerà i diplomi e le medaglie commemorative del 'Giorno del Ricordo' ai congiunti degli infoibati.
E' imprecisato il numero delle vittime 'infoibate' dai titini, i seguaci del leader comunista jugoslavo Tito. Gli storici sono divisi: le stime più condivise vanno dai mille ai 5-6.000 morti, senza considerare le migliaia di persone uccise nei campi di concentramento.              
La parola 'foiba' è una dialettizzazione del termine latino 'fovea', ovvero fossa, con la quale si indicano le cavità carsiche presenti in Friuli, nella Venezia Giulia, in Istria e in Slovenia. Il luogo 'simbolo' è la foiba di Basovizza, a pochi chilometri da Trieste, a 377 metri d'altitudine sul Carso, divenuta monumento nazionale.
In verità, si tratta non di una cavità naturale carsica ma di un pozzo minerario, scavato all'inizio del Novecento per intercettare una vena di carbone e poi abbandonato per la sua improduttività. Nel maggio del 1945 divenne un luogo di esecuzioni sommarie per prigionieri, militari, poliziotti e civili, dapprima destinati ai campi d'internamento allestiti da Tito in Slovenia.
Il 'Giorno del Ricordo', istituito dalla legge del 2004, si celebra in Italia il 10 febbraio, "al fine - si legge nel testo - di conservare e rinnovare la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, dell'esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra e della più complessa vicenda del confine orientale. Nella giornata sono previste iniziative per diffondere la conoscenza dei tragici eventi presso i giovani delle scuole di ogni ordine e grado. E' altresì favorita, da parte di istituzioni ed enti, la realizzazione di studi, convegni, incontri e dibattiti, in modo da conservare la memoria di quelle vicende".(Andkronos)


Alla fine della Seconda guerra mondiale, mentre tutta l'Italia, grazie all'esercito Anglo-Americano, veniva liberata dall'occupazione nazista, a Trieste e nell'Istria (sino ad allora territorio italiano) si è vissuto l'inizio di una tragedia: la "liberazione" avvenne ad opera dell'esercito comunista jugoslavo agli ordini del maresciallo Tito.
350.000 italiani abitanti dell'Istria, di Fiume e della Dalmazia dovettero scappare ed abbandonare la loro terra, le case, il lavoro, gli amici e gli affetti incalzati dalle bande armate jugoslave. Decine di migliaia furono uccisi nelle Foibe o nei campi di concentramento titini. La loro colpa era di essere italiani e di non voler cadere sotto un regime comunista.
Trieste, dopo aver subito più di un mese di occupazione jugoslava, ancora oggi ricordati come "i quaranta giorni del terrore", visse per 9 anni sotto il controllo di un Governo Militare Alleato (americano ed inglese), in attesa che le diplomazie decidessero la sua sorte.
Solo nell'ottobre del 1954 l'Italia prese il pieno controllo di Trieste, lasciando l'Istria all'amministrazione jugoslava.
E solo nel 1975, con il Trattato di Osimo, l'Italia rinunciò definitivamente, e senza alcuna contropartita, ad ogni pretesa su parte dell'Istria, terra italiana sin da quando era provincia dell'Impero romano.
Il 10 febbraio è il giorno che l'Italia dedica alla memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle Foibe e dell'Esodo dalle loro terre degli Istriani, Fiumani e Dalmati. 

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