La Corte Costituzionale dà ragione all’Anief
Data: Mercoledì, 09 febbraio 2011 ore 17:29:27 CET Argomento: Sindacati
Illegittimo l’art. 1,
comma 4-ter, del d.l. n. 134 del 2009 perché viola l’articola 3 della
Costituzione. Abrogata la norma del
Salva-precari voluta dal Ministro Gelmini per evitare il
commissariamento. Ora più di 15.000 ricorrenti iscritti al Sindacato
possono reclamare il ruolo. La norma salva-Gelmini cade sotto la scure
dei giudici costituzionali.
I giudici della corte costituzionale con l’ordinanza n. 41 del 9
febbraio 2011, danno ragione all’ordinanza del 5 febbraio 2010 dei
giudici del Tar Lazio e confermano i rilievi mossi dai legali
dell’Anief, gli avv. F. Ganci e W. Miceli del foro di Palermo,
censurando tutti i rilievi dell’avvocatura dello Stato (tra cui il
difetto di giurisdizione del giudice del lavoro alla luce delle
sentenze delle sezioni unite della
cassazione).
Nell’aggiornamento delle
graduatorie ad esaurimento disposto dalle norme vigenti, il personale
docente ha diritto al trasferimento e all’inserimento a pettine secondo
il proprio punteggio (merito) e non secondo l’anzianità di iscrizione
in graduatoria.
Neanche due anni fa, l’Anief otteneva per più di 15.000 ricorrenti
l’annullamento del decreto ministeriale n. 42/09 laddove vietava il
trasferimento da una graduatoria all’altra all’atto dell’ultimo
aggiornamento (biennio 2009-2011) e disponeva l’inserimento in coda in
altre tre province aggiuntive.
Il sindacato vinceva l’appello per la sospensione cautelare
dell’ordinanza proposto dal Miur in Consiglio di Stato, ma il ministro
Gelmini decideva di non eseguire il disposto del giudice
amministrativo. A questo punto, i legali dell’Anief ottenevano la
nomina del Commissario ad acta, dott. Cannerozzi de Grazia, per
l’esecuzione coattiva delle ordinanze cautelari, ma il ministro
otteneva in sede di conversione del cosiddetto salva-precari, dal
Parlamento, nonostante la fiera opposizione dell’on. Russo (PD) in
Commissione cultura della Camera, l’approvazione di una norma di
auto-interpretazione autentica che per i giudici del Tar Lazio violava
palesemente gli artt. 24 e 113 della Costituzione, in quanto essa
avrebbe avuto l’unico scopo di limitare il diritto di difesa dei
ricorrenti, ai quali sarebbe preclusa, per effetto dello jus
superveniens, la possibilità di conseguire l’esecuzione della sentenza
di primo grado già pronunciata in loro favore dal TAR. E così è
avvenuto con più di 20.000 immissioni in ruolo e 200.000 nomine di
supplenti annuali che il MIUR ha disposto in palese violazione delle
pronunce del giudice amministrativo e del merito dei candidati.
A questo punto, dichiara il presidente
nazionale dell’Anief, dott. Marcello Pacifico, il ministro Gelmini
dovrebbe prendere atto di non essere stata capace di gestire le
graduatorie del personale docente, dovrebbe assumersi la responsabilità
di aver creato un profondo danno erariale alle casse dello Stato e
sanare la posizione dei ricorrenti aventi diritto, senza nulla togliere
ai docenti già individuati nei contratti, come da prassi corrente.
Le regole vanno rispettate così come il rapporto tra i poteri dello
stato. L’organo esecutivo deve assolvere a quanto disposto dalla
magistratura e non interpretare liberamente o faziosamente le regole
del diritto. Ancora una volta, l’Anief si dimostra corretta interprete
della giurisprudenza e baluardo dei principi fondamentali della
Costituzione. Dopo aver tutelato il diritto alla mobilità del personale
precario e all’istruzione degli alunni con disabilità, ora, obiettivo
dell’organizzazione sindacale e professionale, da poco entrata nella
Confedir Mit-Pa, è quello di stabilizzare i supplenti docenti e ata che
hanno conseguito tre anni di servizio nel rispetto della normativa
comunitaria, di tutelare i docenti di ruolo che hanno avuto bloccato
per due anni gli scatti biennali di anzianità, e di ripristinare il
rispetto delle relazioni sindacali.
Siamo convinti, in conclusione, che alla fine, in uno stato di diritto
il rispetto delle regole paghi e questo ci conforta, specialmente per
chi è chiamato ad educare e formare le nuove generazioni del nostro
Paese. La sentenza spazza via così
ogni dubbio anche a chi, in questi giorni, ha proposto la proroga delle
graduatorie in emendamenti specifici al mille-proroghe in discussione
al Senato: è evidente, infatti, che un blocco o una cancellazione delle
stesse graduatorie violerebbe i principi richiamati dal Giudice delle
leggi. (Da Anief)
redazione@aetnanet.org
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