I nuovi tagli all'istruzione
Data: Mercoledì, 09 febbraio 2011 ore 11:09:55 CET
Argomento: Rassegna stampa


Come confermano numerosi analisti quest’anno chi insegna o lavora al ministero dell'Istruzione, all'università o è ricercatore costerà 39.640 euro allo Stato, il 30% in meno rispetto a chi lavora per il Ministero della salute, per quello dello Sviluppo economico, per quello della Giustizia, quello dell'Ambiente e delle Politiche agricole. Dati che servono a sfatare la leggenda che i lavoratori della scuola costano troppo.
Intanto il Ministero dell’Istruzione ha comunicato alle organizzazioni sindacali che per il prossimo anno saranno cacciati altri 19mila 700 insegnanti e ben 14.167 tra tecnici e amministrativi. Si tratta della terza tranche dei tagli imposti dal ministro leghista Giulio Tremonti, che all’inizio del suo mandato ha ordinato al Ministero della Pubblica Istruzione, guidato dalla deputata lombarda Mariastella Gelmini, un piano triennale di 132mila licenziamenti. Il Ministero già mercoledì 9 febbraio dovrebbe comunicare i dati di questa falcidia suddivisi per regione, suggellando così il definitivo tracollo della scuola italiana.                             
Il Ministero oggi dovrebbe comunicare i dati di questa falcidia suddivisi per regione, suggellando così il definitivo tracollo della scuola italiana. Aumenteranno ancora di più gli alunni nelle classi, verrà ridotto il tempo scuola asole 27 ore in tutte le nuove prime, seconde e terze classi della scuola elementare, elimineranno nella scuola elementare circa 4700 docenti specialisti di lingua inglese, ridurranno a 32 ore i quadri orari settimanali delle terze classi degli istituti professionali, elimineranno 3000 posti nei corsi serali delle superiori. Un modo di investire sul futuro, massacrare la scuola e generare nuova disoccupazione.
Salvatore Pizzo (da http://www.corrierediaversaegiugliano.it/index.php?option=com_content&task=view&id=13526&Itemid=66)

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