Stenta a decollare il progetto di valutazione dei prof
Data: Mercoledì, 09 febbraio 2011 ore 11:00:00 CET Argomento: Redazione
Quanto è lunga
la strada che porta al merito? Davvero molto, a giudicare da quanto sta
accadendo intorno alla riforma voluta dal ministro Brunetta per
intordurre criteri di valutazione all’interno della pubblica
amministrazione. La scuola si è ribellata fin dal primo istante
boicottando in gran parte la sperimentazione per nulla interessata alle
parole del ministro dell’Istruzione Mariastella Gelmini che l’aveva
definita una «riforma epocale».
Ieri sera in una riunione al ministero con i sindacati è giunta la
conferma: per quel che riguarda gli standard di valutazione degli
insegnanti meglio andarci piano. Il provvedimento che il ministero sta
preparando infatti, è pronto ma - a differenza della versione
precedente e degli annunci - rinvia ad un futuro accordo con la Civit,
la Commissione indipendente per la valutazione, la trasparenza e
l’integrità delle amministrazioni pubbliche. per definire le fasi, i
tempi e i criteri della misurazione.
«Praticamente è il fallimento di Brunetta - spiega Mimmo Pantaleo,
segretario generale della Flc Cgil - perchè il decreto rinvia ad un
ulteriore provvedimento proprio per la particolarità del comparto
scuola e delle specificità dell’insegnamento che non può essere
equiparato ad un normale lavoro della pubblica amministrazione. Come
noi avevamo detto da tempo».
I prossimi passi per l’applicazione della valutazione dei docenti
vedono la pubblicazione del decreto sulla Gazzetta Ufficiale, mentre di
pari passo continueranno le due sperimentazioni di diversi tipologie di
valutazione. Ma, segnala il sindacato, sono pochissime le scuole che
hanno aderito: «Dai dati che ci sono stati consegnati oggi, emerge che
si tratta di 35/40 scuole per la valutazione individuale e di una
quarantina per il percorso relativo alla scuola. Un numero esiguo,
tanto che si sta tentando di estendere le due sperimentazioni ad altre
città e non è escluso che si trovi anche una terza modalità, anche se
al momento non è stato detto quale».
Insomma un deciso cambiamento rispetto agli inizi. Ed è cambiato anche
il riconoscimento dei premi. La bozza precisa che «saranno assegnati ad
una fascia di insegnanti che non potrà comunque superare il 75% e al
suo interno articolata secondo criteri meritocratici che saranno
stabiliti dal sistema di misurazione e valutazione. Ma, come
sottolineava due sere fa la Uil, è un riconoscimento che si potrà
imporre ai dipendenti del comparto dell'istruzione non prima del 2013,
alla scadenza del contratto in vigore. Quindi, secondo la Uil Scuola
«si tratta, al momento, di un decreto del tutto inutile perché non
attuabile: per la scuola la questione del merito si porrà nel prossimo
contratto 2013 - 2015.
Anche per quel che riguarda il resto della pubblica amministrazione le
difficoltà non sono poche. Cinque giorni fa è stato raggiunto l’accordo
sui premi di produttività ma senza la firma della Cgil. E Pietro
Ichino, senatore del Pd, ha scritto una dura lettera al ministro Renato
Brunetta sostenendo che l’accordo «sostanzialmente azzera la riforma
Brunetta delle amministrazioni. Se nell’estate scorsa Tremonti aveva
abolito la ‘carota’ prevista in quella riforma, cioè i premi per i
dipendenti pubblici più meritevoli, ora questa Intesa abolisce il
‘bastone’: in sostanza garantisce che a nessuno, per quanto
inefficiente, verrà tolto un solo euro del ‘salario accessorio’
percepito nel 2010.
Parole che Brunetta ha contestato: «Pur ignorando la realtà dei fatti,
il professor Ichino non rinuncia a offrirne interpretazioni
fantascientifiche che avrebbero suscitato l’invidia di Isaac Asimov. Il
senatore del Pd non ha infatti ancora compreso che l’accordo firmato
venerdì scorso non abroga la legge (e d’altronde non potrebbeneppure
farlo), limitandosi a toccare solo un punto che riguarda l’art. 19
della riforma Brunetta: quello relativo ai premi individuali».
(da La Stampa)
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