Unità d'Italia, dialetti alla riscossa e minoranze linguistiche in cattedra
Data: Martedì, 08 febbraio 2011 ore 09:50:00 CET Argomento: Rassegna stampa
Non
chiamateli dialetti: il friulano, il sardo, l'occitano e altri nove
idiomi parlati sul territorio italiano sono "lingue di minoranza" a
tutti gli effetti, con tutele ad hoc e piani di valorizzazione previsti
da un'apposita legge dello Stato (la 482 del 1999). E così, a 150 anni
dall'Unità d'Italia - e a 12 dall'entrata in vigore della normativa
plurilinguistica - mentre nella scuola dell'obbligo la lingua ufficiale
"standard" non se la passa benissimo (come dimostrano le ultime
rilevazioni Ocse-Pisa, ndr), a livello accademico fioriscono le
iniziative dedicate al recupero e alla diffusione di culture
linguistiche "altre": in questo variegato panorama s'inseriscono, a
buon diritto, anche i progetti di valorizzazione dei tanti dialetti che
costituiscono il patrimonio linguistico nazionale.
Marilenghe per tutti. L'Università di Udine fin dal 2003 propone corsi
gratuiti di marilenghe (lingua friulana) rivolti ai dipendenti
dell'ateneo, agli studenti ma anche a semplici appassionati.
L'insegnamento prevede diversi livelli di apprendimento (base,
intermedio, avanzato) e molteplici moduli didattici: come ad esempio un
corso per "Comunicare in lingua friulana" rivolto a giornalisti e
addetti stampa con tanto di laboratori e seminari. Ma l'ateneo friulano
è molto attivo anche sul fronte della formazione dei futuri insegnanti
"friulanofoni": organizza, infatti, master e corsi di aggiornamento per
"insegnare in lingua friulana", indirizzati a educatori e docenti.
Sa
limba sarda online. "Fuedhai e iscriri in sardo" è il nome del corso
base di lingua sarda promosso dal Consorzio Interuniversitario per
l'Università Telematica della Sardegna nell'ambito del progetto
"Sportello linguistico sardo": un'iniziativa volta a promuovere la
conoscenza linguistica e accrescere l'identità culturale dei sardi. Un
idioma antichissimo il sardo (sa limba sarda) che però guarda al futuro
e alle nuove tecnologie: il corso è costituito da 12 videolezioni di
un'ora e prevede test di autovalutazione, documenti e forum di
discussione caricati su un'apposita piattaforma online, alla quale si
accede tramite password. Al termine del corso chi vorrà potrà sostenere
un esame "in presenza" a Cagliari e ricevere un attestato di merito.
Primavera occitana. Grazie a internet le minoranze linguistiche possono
contare su un nuovo, prezioso canale di diffusione. C'è tempo fino al
18 febbraio per iscriversi ai corsi di cultura e lingua occitana online
(in partenza a marzo) realizzati dall'Associazione Espaci Occitan e
giunti all'ottava edizione. Si parte con un corso di alfabetizzazione
base, con i rudimenti grammaticali e sintattici; si prosegue con un
secondo step formativo, arricchendo il lessico; si perfeziona la
propria preparazione grazie allo studio di terminologie specialistiche.
Il tutto attraverso lezioni online con schede grammaticali, file audio,
dizionario di base, esercizi e test di valutazione.
Dialetti alla riscossa. Seppur non tutelati come "lingue di minoranza"
vere e proprie, anche i tantissimi dialetti parlati lungo tutto lo
Stivale aspirano a salire in cattedra o, quantomeno, ad avere un
riconoscimento formale da parte dello Stato. In prima fila c'è il
veneto che l'Istat - già nel lontano 1998 - indicava come idioma
"preferito" (al 52%) dagli autoctoni della Regione Veneto rispetto
all'italiano. Non a caso da quest'anno il governatore leghista Luca
Zaia sovvenziona stabilmente la cattedra di Dialettologia
all'Università Cà Foscari di Venezia. Ma la lista di dialetti che si
considerano di fatto lingue "menomate" in cerca di riscatto è
lunghissima: al Centro-Nord il piemontese, il ligure, l'emiliano e il
romagnolo; al Sud spicca su tutti il napoletano, forte di una solida
tradizione letteraria e di una diffusione mondiale grazie soprattutto
al teatro e alla canzone.
Miur: si può fare di più. Una recente segnalazione del Consiglio
Nazionale della Pubblica Istruzione al ministro Gelmini certifica che a
proposito della "valorizzazione delle lingue di minoranza" si può - e
si deve - fare di più: "L'apprendimento della lingua italiana avviene
sempre a partire dalle competenze linguistiche e comunicative che gli
alunni hanno già maturato nell'idioma nativo: appare necessario,
quindi, un decisivo potenziamento delle strutture, delle modalità
didattiche delle risorse professionali specifiche a partire dalla
scuola dell'infanzia". Il futuro plurilinguistico dell'Italia
multiculturale di domani passa anche da qui. (di Manuel Massimo da
Repubblica.it)
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