Cittadinanza e Costituzione e scrutini. Una ulteriore chiarificazione ai tanti dubbi
Data: Domenica, 06 febbraio 2011 ore 17:17:45 CET
Argomento: Redazione


Come già delineato precedentemente in questo sito, esistono ben tre normative che indicano in modo molto esplicito come Cittadinanza e Costituzione non sia una materia autonoma e quindi  non può attribuire un proprio voto in decimi anche qualora la scuola abbia deciso, in via sperimentale, di  adottare questo insegnamento. In particolare si tratta del D.P.R 89/2009, del decreto ministeriale n. 37/09 art.2, della legge 169708 art. 1. A queste va aggiunta la nota n. 685/2010 nonché la C.M .n. 49/2010 , artt.5/6,  pag.4 nota 14.
 Infatti, la pecularietà di Cittadinanza e Costituzione, così come anche dell’ora di approfondimento di lettere, è  di essere insegnamento  pienamente inserito e dipendente dall’area storico-geografica;  cioè da cui dipende assolutamente per quanto riguarda la valutazione. 
E ciò vale anche al di là dell’autonomia scolastica  che non può prescindere dalle normative vigenti in nessun caso, per il semplice motivo che si tratterebbe in tal modo di “anarchia” e assoluta discrezionalità di ogni istituzione che oltrepasserebbe di gran lunga ogni concetto lecito di autonomia. Oltre al fatto, naturalmente, che verrebbero a crearsi discrepanze incredibili tra istituti dello stesso ordine e grado e a delinearsi gravi profili di incostituzionalità del proprio operato. Infatti, se solo alcune scuole decidessero di attribuire ai propri alunni un voto “ in più” in una materia non curricolare, decisione, ricordiamolo, non contemplata né supportata da alcuna direttiva ministeriale o legge, ai sensi dell’art. 3 della Costituzione, si  potrebbe delineare un quadro di violazione di pari trattamento dei cittadini, ovvero di subalternità e discriminazione valutativa, fra l’altro non voluta, di quegli alunni che frequentano scuole in cui non si è scelta la sperimentazione di Cittadinanza e Costituzione vedendosi così automaticamente negato un voto rispetto ai primi.. .
In caso di scrutinio l’insegnamento di cittadinanza e Costituzione non ha quindi una propria voce autonoma ma deve “accodarsi” in tutto alla valutazione dell’area storico-geografica, non potendo esprimere una valutazione autonoma e rilevante.. Per questo motivo,  per tutti quei casi che parimenti potrebbero delineare una forma di “discriminazione” ai limiti del lecito, verso quei docenti a cui è stato esclusivamente affidato quest’insegnamento, ribadiamo che risulta senz’altro necessario che Cittadinanza e Costituzione venga affidato agli insegnanti curriculari di classe di storia e geografia. E questo vale ovviamente sia per ottimizzare l’apprendimento di una materia che pur non essendo autonoma ha una propria pregnanza formativa ( come l’algebra non può prescindere dal voto globale in matematica , ne fa parte ma è una parte importante , per fare un esempio) sia per evitare d’ora in avanti situazioni di incostituzionale disparità di trattamento tra docenti da cui si pretende quasi il “paradosso” tragicomico di una presenza agli scrutini ma del tutto passiva e muta. Il che varrebbe la pena di chiedersi che senso ( sia razionale che legale) abbia.


Tecla Squillaci
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