La scuola non è uguale per tutti
Data: Sabato, 05 febbraio 2011 ore 07:39:10 CET Argomento: Rassegna stampa
I test
Invalsi e i dati Ocse-Pisa parlano chiaro: il rendimento scolastico è
più alto in quelle regioni dove si investe in educazione di qualità sin
dalla tenera età e dove è più diffuso il modello educativo del tempo
pieno nella scuola primaria. L’Eurispes denuncia che «tra tutte le
realtà del degrado meridionale quello della scuola è quello che
richiederebbe l’intervento pubblico più urgente e incisivo». Ovviamente
il governo Berlusconi prende atto dei divari, ma non fa nulla per
colmarli. Anzi, taglia amanbassa il bilancio dell’Istruzione. Il
fenomeno dell’abbandono scolastico nel 2009 coinvolge ancora il 23 per
cento dei giovani che vivono nel sud Italia. In Campania, Puglia,
Sicilia e Sardegna, almeno un giovane su quattro non porta a termine il
percorso scolastico dopo la licenza media. Secondo gli indicatori
Ocse-Pisa gli studenti del Nord nascono con un vantaggio di 68 punti
nelle competenze, a prescindere dalle proprie capacità. Non è solo un
problema di giustizia
sociale.
La dispersione scolastica e la mancanza di equità costano,
perché abbassano le potenzialità di successo, riducono la
competitività, aumentano l’emarginazione sociale. La Fondazione Agnelli
calcola che se in Italia si riuscisse a eliminare il fenomeno
dell’abbandono scolastico, ci sarebbero 1 milione e 300 mila occupati
in più e un reddito aggiuntivo di 70,7 miliardi di euro. La rassegna
Starting Strong, condotta dall’Ocse, ha sottolineato l’importanza di
servizi educativi 0-6 anni di buona qualità per il successo scolastico
e ha indicato, come priorità per il nostro Paese, il loro inserimento
tra le politiche per combattere la povertà e l’esclusione sociale.
L’obiettivo è anche quello di favorire la partecipazione femminile al
mercato del lavoro. Invece la percentuale di bambini che frequenta
l’asilo non raggiunge il 3 per cento in Calabria e in Campania. Nel sud
il modello educativo del tempo pieno con le compresenze degli
insegnanti nella primaria è unararità, eppure produce i più alti
livelli di apprendimento degli alunni. Per colmare i divari economico
sociali tra nord e sud del Paese dobbiamo realizzare un piano
straordinario di investimenti nell’istruzione. Nel Mezzogiorno le
scuole devono essere aperte tutte il giorno, come luogo di aggregazione
e come presidio sociale. Scuola, lavoro, diffusione della cultura della
legalità, sono motore per lo sviluppo e favoriscono la sicurezza.
Vogliamo promuovere una scuola tecnica e professionale di qualità per
rilanciare il sistema produttivo e il made in Italy. Serve infine un
piano straordinario per l’edilizia scolastica. Possono essere
utilizzati i fondi Fas, togliendo le scuole dagli “appartamenti” in
locazione ed edificando nuovi poli scolastici dotati di palestre,
biblioteche e laboratori. Dare avvio a centinaia di nuovi cantieri,
avrebbe un impatto positivo sull’economia e l’occupazione. Altro che
ponte sullo stretto di Messina(di Francesca Puglisi da l'Unità)
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