Non eravamo così... ma..
Data: Giovedì, 03 febbraio 2011 ore 15:18:43 CET Argomento: Opinioni
Spesso noi italiani
abbiamo l'esigenza di paragonare il passato con il presente, sentire
“l'antico” che si riaccende nelle nostre memorie, ma la realtà, il
quotidiano, i problemi di ogni giorno cancellano tutti i nostri
pensieri, richiudendoli nell'armadio della nostra esistenza.
Accennavo ai ricordi perchè parlando di istruzione, di scuola
elementare, mi si riaccende l'immagine del mio maestro Santoro delle
elementari a Villa San Giovanni, una persona molto colta, conosceva
l'inglese, il francese e il tedesco. Una cultura mostruosa. Un vero
partigiano, fuggito dai fascisti, un vero eroe, un uomo che ci regalava
i suoi ricordi, pezzi di storia. Assomigliava a Sandro Pertini. Da lui
ho imparato il rispetto delle regole, il rispetto dell'avversario,
anche lui come Pertini ci ricordava sempre l'importanza
dell'istruzione, dello studio, ore e ore di dettati, di quaderni di
bella calligrafia, la tabellina pitagorica a memoria, non c'erano “si,
ma, uffa, che pal... ”, non c'erano genitori che si sostituivano agli
insegnanti, i presidi erano con i professori, i soldi erano pochi, mi
ricordo, ma c'era un elemento fondamentale: il rispetto dei ruoli!
Il rispetto verso quel maestro, il rispetto verso tutti gli insegnanti,
figure importanti per la loro preparazione, importanti perchè sapevano
appassionarti, importanti perchè erano insegnanti!
Alle medie e alle superiori le cose non cambiarono, tutti i docenti, i
miei insegnanti, ricordo quando occupammo l'Istituto Tecnico
Commerciale di Villa San Giovanni perchè volevano spostare la scuola in
un'altra città per motivi organizzativi. Eravamo seduti dentro con i
nostri prof, tutti insieme, anche il preside era con noi mentre mio
padre che era il comandante della stazione dei carabinieri era fuori
che attendeva la nostra uscita... e soprattutto la mia...
Non so se fosse giusto occupare la scuola ma erano i tempi degli
omicidi di Peppino Impastato, di Aldo Moro. La politica del compromesso
storico, la sinistra anti fascista, la destra di Almirante e Ciccio
Franco ...del boia chi molla.
Eravamo accesi, eravamo vivi, si parlava di politica, credevamo nella
democrazia e nella libertà delle idee. La mia prof di Italiano non era
comunista, ci ricordava spesso le parole di Piero Calamandrei (un
giornalista, giurista, politico e docente universitario italiano):
“Quelli che voglio mostrarvi oggi sono alcuni discorsi e citazioni
sulla Costituzione e la libertà. Comunque vorrei specificare che ogni
cittadino di là dall’orientamento politico, deve sempre preservare i
diritti e il rispetto della nostra Costituzione e queste
regole valgono per tutti.
Facciamo l'ipotesi, così astrattamente, che ci sia un partito al
potere, un partito dominante, il quale però formalmente vuole
rispettare la Costituzione, non la vuole violare in sostanza. Non
vuole fare la marcia su Roma e trasformare l'aula in
alloggiamento per i manipoli; ma vuol istituire, senza parere, una
larvata dittatura. Allora, che cosa fare
per impadronirsi delle scuole e per trasformare le scuole di
Stato in scuole di partito? Si accorge che le scuole di Stato hanno
difetto di essere imparziali. C'è una certa resistenza; in quelle
scuole c'è sempre, perfino sotto il fascismo c'è stata. Allora il
partito dominante segue un'altra strada. Comincia a trascurare le
scuole pubbliche, a screditarle, a impoverirle. Lascia che si
anemizzino e comincia a favorire le scuole private. Non tutte le
scuole private. Le scuole del suo partito, di quel partito. E allora
tutte le cure cominciano ad andare a queste scuole private. Cure di
denaro e di privilegi. Si comincia persino a consigliare i ragazzi ad
andare a queste scuole, perché in fondo sono migliori, si dice di
quelle di Stato. [...] Così la scuola privata diventa una
scuola privilegiata. (dal discorso al III Congresso
dell'Associazione a difesa della scuola nazionale, Roma, 11
febbraio 1950) ”.
Parole vere, parole umili, parole più che mai attuali... pesanti come
un macigno sulle coscienze di chi ci governa!
Sono passati più di trent'anni da quando mi sono diplomato e questo
Natale, mi trovavo in Calabria dai miei genitori, ho portato alcune
copie del libro che ho scritto: “ Pensieri volanti e Sentimenti
correnti”, li ho regalati a parenti e amici ma una copia era per lei,
la mia prof.ssa d’italiano. E' stato un momento emozionante, io alunno
e nello stesso tempo collega della mia prof.ssa eppure la mia simpatica
insegnante mi ha fatto sedere, mi ha preso la mano e mi ha detto: “ che
fine avete fatto voi giovani? Siete i nuovi insegnanti? Fatevi
rispettare, ricordate che siete la guida per i vostri alunni, non
disperdete il sapere, non accettate i soprusi dei politici, rivendicate
la vostra autonomia nell'insegnamento, la valutazione dei docenti
spetta solo agli ispettori ministeriali e non ai presidi, né tantomeno
al consiglio di Istituto composto di mamme e papà che si arrogano il
diritto di giudicarvi bravi insegnanti solo se metterete voti alti.
Loro non potranno giudicarvi come non potranno giudicare un chirurgo
che opera!
In questi giorni ho letto articoli, lettere scritte da presidi sui
quotidiani locali e nazionali che inneggiavano alla valutazione dei
docenti, della sperimentazione della Gelmini, bocciata dai collegi
docenti di Napoli e Torino.
Adesso il Ministro ci tenta con la Lombardia! Vuole che i collegi
docenti approvino la sperimentazione meritocratica.
Sono molto curioso di conoscere i membri della “commissione di
valutazione” che deciderà, all’interno della scuola il 20% degli
insegnanti e a chi assegnare la briciola di aumento.
Quasi certamente sarà formata da un gruppo composto dal Preside, da
alcuni docenti eletti con voto segreto dal collegio dei docenti con la
“benedizione” (è davvero pericoloso e vergognoso) dal presidente del
consiglio d'Istituto (che, ricordiamo a coloro che leggono… è un
genitore!!!).
Ma quali saranno gli indicatori di valutazione? Curriculum -
Scheda di autovalutazione - Attività connesse al profilo dei docenti
previste dal contratto vigente - Apprezzamento da parte di genitori e
studenti (così un docente severo che impegna gli alunni con compiti e
verifiche sarà penalizzato rispetto a coloro che usano solo le
fotocopie, invece di spiegare… e mettendo sul registro voti alti…)
L’UNICOBAS SCUOLA e tutti i sindacati di base (CGIL, CISL, UIL, SNALS
come al solito assenti... dove sono?) sono contro questo gioco del
”mònopoli” composto da probabilità e imprevisti inventato da Gelmini e
noti personaggi in cerca d’autore.
Trasformare la didattica, la qualità in miseria offrendo uno stipendio
meritocratico di 4 euro in più rispetto al collega “più sfortunato” e
che sta antipatico al Dirigente e ai colleghi “giudici” e al genitore
che difende gli alunni… che voteranno contro i docenti che spiegheranno
molto e daranno tantissimi compiti.
Mi rivolgo a voi care colleghe e colleghi, dalle materne alle
superiori, al personale non docente: state attenti! Rispondiamo insieme
con un “NETTO NO” alla sperimentazione meritocratica. Non aderite
alla sperimentazione, battiamoci per riavere i nostri soldi, il nostro
contratto e tutti i nostri diritti come sempre calpestati.
Piero Calamandrei diceva: "La libertà è come l'aria, ci si accorge di
quanto vale quando comincia a mancare".
Paolo Latella
Segretario Provinciale Unicobas Scuola Lodi
paolo.latella@alice.it
|
|