La scuola boicotta il merito; il ministero: «Uso politico»
Data: Mercoledì, 02 febbraio 2011 ore 17:30:00 CET
Argomento: Istituzioni


Il Sud traina i progetti di valutazione dei professori e delle scuole lanciati a novembre dal ministro Gelmini e incappati nel no compatto degli insegnanti delle città del Centro-Nord selezionate per partecipare. In palio ci sono fino a una mensilità in più per i docenti brillanti e fino a 70mila euro per le scuole che otterranno la “pagella” migliore. Eppure da città come Torino, Milano, Pisa e Cagliari, è arrivata l’indisponibilità secca di molti docenti: «I progetti presentati sono fin troppo fumosi». Gli insegnanti hanno trovato il modo di far pagare alla Gelmini il conto per le cattedre saltate, i blocchi contrattuali, la mancanza di una retribuzione europea che resta un miraggio. «Respingeremo questo ennesimo attacco alla libertà di insegnamento e alla nostra dignità di insegnanti», tuona il Coordinamento 3 ottobre di Milano.              
Intanto al caso dei docenti che fanno muro si aggiunge una notizia dell’ultima ora: sarebbe pronto il provvedimento di attuazione del decreto Brunetta sulla valutazione del pubblico impiego per la parte che riguarda i docenti. Ma i sindacati non hanno mai potuto vederlo e ora protestano e si domandano come il decreto si raccordi con le sperimentazioni che dovrebbero partire. Secondo alcune anticipazioni il punto cardine del testo sarà questo: i premi andranno al massimo al 75% del personale e non ci saranno automatismi o distribuzioni a pioggia, il merito andrà verificato. «Sarebbe pronto un decreto - commenta Francesca Puglisi responsabile scuola del Pd - per imporre un modello di valutazione senza un confronto col mondo della scuola».
In questo clima teso si attende il 7 febbraio quando scadranno i termini per candidarsi alla sperimentazione della valutazione. All’inizio le città selezionate erano quattro: Pisa e Siracusa per le pagelle alle scuole, Napoli e Torino per quelle ai prof. Le candidature scadevano a dicembre. Servivano venti scuole campione per la parte sui docenti e un numero di istituti rappresentativo per quella sulle scuole. Non sono arrivate abbastanza candidature e il Miur ha allungato i tempi per aderire (fino al 7 febbraio, ma si andrà anche oltre) e il campione di città coinvolte (sono entrate Milano e Cagliari). Solo al Sud le scuole stanno aderendo. A Siracusa più del 70% degli istituti comprensivi della città e della provincia si è candidato. A Napoli sono 8 le scuole pronte a dare il voto ai loro insegnanti, altre si stanno aggiungendo. Scelte diverse a Pisa, Cagliari, Torino e Milano. A Pisa i presidi erano pro, ma i docenti stanno facendo muro. Cagliari si è aggiunta in corsa e i Cobas stanno facendo campagna per il no. A Torino solo tre scuole hanno aderito e l’Ufficio scolastico del Piemonte ha deciso di allargare le candidature a tutta la regione per invertire la tendenza. A Milano 74 istituti hanno detto no. C’è solo una adesione formale. Al ministero comunque si respira ottimismo, nonostante i numeri critici. «Alla fine - dicono da Viale Trastevere - arriveremo alle venti scuole necessarie per la valutazione dei professori. Magari ci vorrà più tempo, ma alcuni sindacati hanno fatto un uso politico della sperimentazione.
La legge Brunetta per la valorizzazione del merito nella pubblica amministrazione impone la valutazione. Per la scuola stiamo cercando di arrivare ad un modello mirato per tutelare la specificità del settore. Chi dice di no si dà la zappa sui piedi: il rischio è che poi arrivi un meccanismo calato dall’alto. La scarsa adesione ai progetti, comunque, dimostra che in Italia la valutazione fa ancora paura». La pensa diversamente la Flc Cgil secondo cui, di fronte al fallimento dell’operazione, il ministero avrebbe dovuto fermarsi. «Invece si persevera. Per il merito? No, per aver assecondato un progetto fumoso, ideologico, scientificamente inconsistente buono solo per i titoli dei giornali». (Di Alessandra Migliozzi da Il Messaggero)

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