Classi pollai e … pollai senza polli: forse un Marchionne a scuola?
Data: Lunedì, 31 gennaio 2011 ore 07:45:50 CET
Argomento: Redazione


In merito alla saggia protesta per le "classi pollaio"  che  ha riempito le pagine dei giornali, oggetto di interpellanze parlamentari ed altri mi permetto segnalare che i dati indicati anche nell'articolo  pubblicato su LA SICILIA di Catania a firma di Alessandra Belfiore  riguardano le classi con più di 25 alunni, classi che, secondo le  disposizioni in vigore non sono da  considerarsi “pollai”  , perché la capienza delle aule fino a 27-28 alunni non è una novità della scuola italiana e specie nella scuola elementare , quando la  richiesta dai genitori  diventa pressante, perché tutti desiderano per i loro figli quella tal  “maestra brava” e quindi  con il consenso ed sacrificio della stessa maestra, gratificata per la stima e l’apprezzamento dei genitori, si tenta di accontentare quante più richieste.
Una possibile soluzione a tali richieste è stata adottata in alcune scuole, e l’Istituto “Parini” di Catania  è uno di queste, assegnando alle stesse maestre o docenti di Lettere e di matematica due classi parallele  e con questo stratagemma organizzativo si  accontentano le istanze di  cinquanta genitori. che chiedono specifici docenti  di italiano e di matematica .
Tale procedura è stata facile adottarla nelle classi a tempo pieno della scuola primaria e delle classi a tempo prolungato, dove ancora (forse per poco) i docenti di lettere e di matematica hanno un carico maggiore di ore.
E’ corretto che venga individuato  il dato relativo alle classi con più di 30 alunni , Questo sì che si chiama sopraffollamento ed è bene denunciarlo, specie quando si può evitare. Ci sono comunque dei casi che possono essere considerati delle vere "eccezioni" e fanno parte del gioco, quando ad esempio c’è un solo corso ed in tal caso non si può negare il diritto allo studio.
Un dato  che sarebbe interessante conoscere accanto ai numeri delle "classi pollaio"  è quello   dei "POLLAI SENZA POLLI". Mi riferisco alle tante classi sottodimensionate con meno di 20 alunni e a volte anche meno di 15 frequentanti, con situazioni anche difficili di gestione per la tipologia dell'utenza scolastica.
Alcune di esse vengono chiamate “scuole a rischio” e per le quali il Ministero ha investito  negli anni copiose risorse. Si constata che nonostante tutto,  il “rischio” c’era, c’è e permane  ancora, perché non si riesce a modificare l’organizzazione didattica dell’orario e delle strategie di insegnamento.
Anche le lodevoli iniziative avviate  attraverso il progetto “2 you” nell’ambito della “scuola delle seconda opportunità”  vanno a morire perché non condivise e non sostenute da personale adeguato che compia tale scelta di lavoro “difficile”,  ma ricco di gratificazioni e di successi, unico percorso organizzativo che risponde al principio pedagogico dei rendere  “scuola per ciascuno” quella che per legge è definita scuola di tutti.
Il mancato dimensionamento scolastico causa ancora  questi "sprechi"  di “pollai senza polli” classi con pochi alunni iscritti ed ancor meno frequentanti  ed il carico finanziario per mantenere tali strutture organizzative, ancorché sono un servizio ed una presenza dello Stato nel territorio, non rispondono ai canoni  dell’efficienza e , purtroppo gravano  su tutto il sistema scolastico.
Si registrano, oggi in maniera particolare, casi di ex circoli didattici, che a seguito del dimensionamento sono  diventati “istituti comprensivi”,  ed hanno determinato la chiusura di scuole medie  anche “storiche”, che oggi tentano a sopravvivere con pochi alunni e poche classi e non si sa per quanto tempo .
      Se ci fosse anche per la scuola  un Marchionne, certamente con il  suo "decalogo” alcune cose potrebbero essere sistemate .

Giuseppe Adernò
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