Federico Garcia Lorca: il geniale artista spagnolo scomodo, come tutti gli intellettuali onesti, al franchismo.
Data: Domenica, 30 gennaio 2011 ore 09:10:15 CET
Argomento: Redazione


Probabilmente è stato il  più grande poeta spagnolo dell’era contemporanea, Federico Garcia Lorca, la cui memoria  è stata pienamente riabilitata dopo che per decenni, durante il franchismo, le sue opere teatrali venivano rappresentate dappertutto tranne che nella propria patria dove venivano censurate immotivatamente ma,… come si dice, nemo profeta in patria.
  Dopo anni di menzogne e reticenze in cui il regime franchista non solo ha negato di aver avuto qualche responsabilità nell’assassinio di F.G. Lorca ma, addirittura, arrivò  a sostenere che il poeta granadino si stesse avvicinando, negli ultimi anni,  a posizioni di destra. Ma, se è vero che egli non prese mai un netto impegno politico come invece fece un altro poeta spagnolo come Rafael Alberti  e che per questo venne esiliato, è anche vero che in un’intervista rilasciata ad un quotidiano locale pochi mesi prima della morte, Garcia Lorca dicesse: “ A questo mondo starò sempre dalla parte di coloro che non hanno nulla ed ai quali si nega persino la tranquillità del nulla. Noi intellettuali siamo chiamati al sacrificio, accettiamolo. Nel mondo non lottano  più forze umane ma telluriche. Se si pongono in una bilancia il risultato di questa lotta il tuo dolore ed il sacrificio e nell’altro la giustizia per tutti, pur con l’angoscia di un futuro che si pronostica ma che non si conosce, io su quest’ultimo piatto batto il pugno con tutta la mia forza.” Riesce difficile credere che queste parole siano state dette da un uomo che si avvicinava a posizioni di estrema destra come sostenne la propaganda franchista.
Successivamente la dittatura assoldò uno storico francese come Schonberg perché sul finire degli anni Cinquanta scrivesse un libro di fandonie in cui, senza uno straccio di prova, si assolveva il franchismo da ogni responsabilità e si sosteneva che F. Garcia Lorca fosse rimasto vittima di gelosie omosessuali. L a solita storia dell’assassinio a sfondo omosessuale tirata fuori anche per Pier Paolo Pasolini allo scopo di mascherare quello che invece fu un delitto politico atto a liquidare dalla scena culturale e sociale del paese un personaggio scomodo.
Il regime di Franco, pur negandone il ricordo, si è trovato così a cercare di scrollarsi di dosso in mille modi diversi l’infamia di essere stato il mandante dell’ uccisione di uno dei più grandi poeti del Novecento; quasi come se questa sola morte da sola pesasse più delle centinaia di migliaia di vittime che la repressione franchista operò nell’estate del 1936 e solo nella zona limitata di Granada e dintorni. Garcia lorca venne fucilato alle spalle  nella zona di Viznar ,  inscenando una fuga fittizia,vicino ad una fonte chiamata Ainadamar; a nulla valsero i tentativi dei suoi parenti ed amici di farlo scarcerare.
Al turista che avesse voluto curiosare per la Vega, la pianura granadina, sino agli inizi degli anni 70, il governo gli concedeva infatti di “poter ammirare” un vera e propria collinetta di scheletri ammassati, spessissimo ancora con i vestiti addosso, moltissimi di donne e bambini,  lasciati volutamente dissotterrati dal 1936 perché tale spettacolo servisse da monito alla gente. Ancora oggi, anche se i resti  di quelle povere vittime sono state coperte sotto una sottile coltre di terra, è possibile inciampare su qualche teschio o qualche tibia, camminando da quelle parti, come è successo a me qualche tempo fa..
Di Garcia Lorca ammiriamo soprattutto la versatilità letteraria; i suoi lavori vanno dalla produzione teatrale alle poesie. Queste ultime risultano tra le più suggestive della letteratura europea contemporanea. Ma è soprattutto il  Diwan del Tamarit ( dal nome della huerta, il Tamarit, di proprietà familiare),opera che consta di 21 componimenti poetici e poco conosciuta rispetto alle più famose raccolte, che costituisce il suo lavoro poetico più profondo e per certi versi ancora oscuro.
Il Diwan è un classico componimento arabo,  e tutte le poesie contenute sono denominate “gazzelle” ( dall’arabo gahazal, piccoli sonetti) e qàside , componimenti sempre di origine araba ma molti più lunghi e di contenuto di solito sentimentale. Tuttavia, l’opera di Lorca si discosta da quest’ interpretazione propria della poetica araba: le qàside e le gazzelle non seguono la metrica araba né i contenuti hanno un significato elegiaco ma piuttosto soggettivo ed interiore.

Tecla Squillaci
stairwayto_heaven@libero.it






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