La ribellione delle donne per la rinascita morale e civile dell'Italia
Data: Giovedì, 27 gennaio 2011 ore 20:30:00 CET
Argomento: Sindacati


Nel Comitato direttivo nazionale della FLC CGIL del 25 e 26 gennaio 2011 è stato approvato un ordine del giorno per dire no a questa società che controlla le persone e soprattutto le donne attraverso il loro corpo, che propone un prototipo di perfezione fisica come unico mezzo per ottenere il successo, che sfrutta continuamente l'immagine e il corpo femminile. Con questo documento, le donne e gli uomini del direttivo nazionale della FLC CGIL vogliono difendere l'immagine del nostro Paese nel mondo perché l'Italia merita di recuperare la credibilità e la dignità che la sua storia e la sua cultura le hanno consegnato.
Con questo documento, le donne e gli uomini della FLC CGIL dicono al Presidente del consiglio che deve dimettersi per indegnità morale e per liberare il Paese da una guida imbarazzante.
Nelle prossime ore il documento potrà essere sottoscritto on line. (da Flc-Cgil)

LA RIBELLIONE DELLE DONNE PER LA RINASCITA MORALE E CIVILE DELL'ITALIA
Ordine del giorno
approvato al Comitato direttivo nazionale FLC CGIL
25/26 gennaio 2011
Noi donne della FLC CGIL, insegnanti e ricercatrici della scuola e dell’università, dirigenti scolastiche, educatrici e operatrici dei settori formativi, vogliamo ribellarci al degrado morale, politico, istituzionale e culturale in cui sta cadendo il nostro paese. Il Presidente del consiglio è il massimo responsabile di questa situazione con i suoi comportamenti da padrone assoluto che compra persino la dignità delle persone.
Le donne, specie se sole, straniere e senza appoggio, sono le vittime di questi comportamenti. Nessuna solidarietà né politiche di inclusione, ma, come è tipico di padroni e satrapi, "concessioni e regalie" in cambio di umilianti servizi. Donne che finiscono con l’apparire un prodotto culturale del berlusconismo e somiglianti al presunto utilizzatore finale, tanto sono plagiate e smarrite.
Diciamo a queste donne che non c'è generosità nei comportamenti del Presidente del consiglio verso di loro, né sentimenti né ammirazione, ma solo violenza e ricatto, arroganza del denaro e del potere.
Nell'Italia reale noi donne studiamo, aspiriamo ad avere un impiego e se lavoriamo lo facciamo con impegno, serietà, professionalità e competenza portando avanti lavoro, famiglia e il pesante fardello, scaricato sulle nostre spalle dalla crisi sociale ed economica. Nell'Italia reale la metà di noi ha smesso di cercare lavoro perché la politica fallimentare di questo governo ci ha sbattuto la porta in faccia, togliendoci persino la speranza. Nell'Italia reale le famiglie sono sole.
Questa società controlla le persone e soprattutto le donne attraverso il loro corpo, "introiettando" un prototipo di perfezione fisica come unico mezzo per ottenere il successo, sostiene Foucault. Noi donne della Conoscenza ci ribelliamo a questo sfruttamento continuo dell’immagine e del corpo femminile che si può vendere e acquistare per soddisfare i capricci del potente di turno e del continuo dileggio delle nostre persone.
Noi lavoratrici e lavoratori dell’educazione, della ricerca e dell’istruzione siamo impegnati tutti i giorni nello sforzo di formare cittadini liberi, rispettosi della dignità dell'altro, di far passare valori etici e civili nello spirito della Costituzione, principi di solidarietà ed eguaglianza nello spirito della dichiarazione dei diritti dell'uomo e delle donne per costruire un mondo di pari opportunità, di pace e di civiltà. Per dare un futuro migliore ai giovani e una speranza al Paese.
I principi di onestà e decoro richiamati dalla Costituzione sono il fondamento del nostro lavoro di educatrici e di lavoratrici. Ma sono ignorati dal Presidente del consiglio che offre ai giovani un pessimo esempio illudendoli che si possa migliorare la propria condizione senza studio e lavoro, ma trovandosi un potente da compiacere.
Il Presidente del consiglio deve dimettersi per indegnità morale e per liberare il paese da una guida imbarazzante. L'Italia merita di recuperare la credibilità e la dignità che la sua storia e la sua cultura le hanno consegnato.
L'Italia, patria di grandi educatori ed educatrici come Maria Montessori, deve mandare a casa questo Presidente del consiglio che si è dimostrato un cattivo maestro e un pessimo esempio.
In questo impegno le donne non potranno che essere le più convinte protagoniste.

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