Il decalogo del Marchionne della scuola
Data: Lunedì, 24 gennaio 2011 ore 07:49:10 CET
Argomento: Redazione


Accogliendo la proposta “provocatoria” ma non troppo, del direttore Luca, penso proprio che la scuola ha bisogno di un Marchionne che sappia rilanciare l’azienda scuola da improduttiva , passiva e zavorra dell’economia dello Stato ad azienda efficiente e  produttiva di qualità e di competenze, palestra di professionalità nuove e competenti.
  D’accordo con il Ministro dell’economia che usa soltanto la scure e le fobici dei tagli nella logica del risparmio, io Marchionne, comincerei a:
1. Abolire i distacchi sindacali e i tanti tralci di pesi morti che gravano sul bilancio del Ministero dell’Istruzione,
2. Metterei a lavoro nella scuola attiva tutte le risorse capaci ed attive e darei la “buona uscita” a tutti coloro che  non intendono  lavorare e scommettersi con e per i ragazzi. Tale operazioni immetterà nelle scuole nuove risorse e linfa nuova, carica di entusiasmo e di energia
3. Manderei  in pensione i docenti utilizzati ad altri compiti anche perché le loro prestazioni risultano inefficaci ed improduttive
4. Apporterei un ragionevole dimensionamento della rete scolastica, proseguendo in maniera efficace all’accorpamento di plessi scolastici, eliminando le realtà improduttive, le classi semivuote, e mentre adesso il Ministro dovrà eliminare le “classi pollaio” io smonterei i pollai senza polli, la scuole senza o con pochi alunni, accorpandole ad altre realtà viciniori, sena bisogno di costruire “reggenze”
5. Formerei una squadra forte di dirigenti convinti e  coraggiosi, capaci di risolvere i problemi e non di complicarli, capaci di portare a buon fine con positivi risultati le questioni delicate e difficili, capaci di inventarsi soluzioni intelligenti per superare le difficoltà ed aggirare gli ostacoli.
6. Manderei  in pensione  il giudice Virgilio che applica la lettera e la formalità della legge e bandirei un nuovo concorso regolare e giusto, con una commissione seria e responsabile, distaccata per tale compito a tempo pieno e quindi efficace e puntuale  nel lavoro di correzione dei compiti
7. Con i nuovi dirigenti affronterei un piano strategico di qualità, abolendo tutti gli orpelli inutili delle scuole (Rsu e organismi improduttivi di formale collegialità) e attivando una reale cooperazione e ricerca del miglior bene dei ragazzi e della qualità della formazione culturale e professionale.
8. Incentiverei lo stipendio dei docenti che si impegnano a scuola a tempo pieno, e non solo per 18 ore settimanali, che  svolgono un servizio produttivo ed efficace per i ragazzi seguendo i più deboli e potenziando i più bravi.
9. Qualificherei con appositi corsi di specializzazione la formazione e la competenza dei docenti di sostegno per i quali non dovrebbe prevalere il numero delle ore e degli alunni da assistere, ma il progresso migliorativo di sostegno e di integrazione
10. Dai risultati di tali  interventi di economie e di risparmi  potrà motivarsi  e giustificarsi per i docenti uno stipendio europeo e per i dirigenti un riconoscimento adeguato alle mansioni dei dirigenti dello Stato.
Questo decalogo è formulato con i verbi al condizionale, ma si può pensare che questa ricetta è saggia e, se messa in atto , apporterà certamente un grande beneficio all’azienda scuola nella quale ciascuno di noi dovrebbe sentirsi “azionista”
    Io ci credo. Tutto è possibile. Basta volerlo!

 Giuseppe Adernò
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