28 gennaio: i perché dello sciopero nella scuola
Data: Lunedì, 24 gennaio 2011 ore 07:00:00 CET
Argomento: Rassegna stampa


I COBAS SCUOLA invitano tutti i lavoratori della scuola, indipendentemente dalla sigla sindacale di appartenenza, a partecipare allo sciopero generale del prossimo 28 gennaio e alle manifestazioni regionali Cobas. La connessione tra ciò che sta accadendo alla Fiat e l’attacco alla scuola pubblica è evidente! Sono in gioco diritti sociali fondamentali garantiti dalla Costituzione!
Il diritto all’istruzione: il taglio di 132.000 posti di lavoro, il licenziamento di fatto dei precari, l’aumento degli alunni per classe, la riduzione delle ore di lezione, la riduzione progressiva dei fondi, il taglio del sostegno tendono a dequalificare la scuola pubblica e a potenziare quella privata.

Il diritto di sciopero: nel settore pubblico la legge sulla regolamentazione dello sciopero (voluta anche da Cgil, Cisl e Uil) ha di fatto già depotenziato questo strumento (basti pensare al blocco degli scrutini), ma la Fiat - con l’accordo di Cisl, Uil, Ugl e Fismic - prevede sanzioni disciplinari fino al licenziamento per chi non rispetta l’accordo o mette in atto “comportamenti idonei a rendere inesigibili … i diritti o i poteri dell’Azienda”, oltre a sanzioni per i sindacati che non “obbediscono”.

La democrazia e la libertà sindacale: chi non è d’accordo non ha diritto di nominare rappresentanti sindacali, ma anche questo non nasce oggi, perché – con il consenso anche della Fiom – ai Cobas sono stati tolti da tempo i diritti sindacali, in particolare il diritto di assemblea in orario di lavoro, cioè la stessa libertà di parola, ledendo anche la libertà di scelta dei lavoratori!

Inoltre, nel settore privato 1/3 delle Rsu è riservato per diritto “divino” a Cgil, Cisl e Uil! Nel settore pubblico, anche se non eletti, i sindacati firmatari hanno diritto di far parte della delegazione trattante. Con l’accordo Fiat salta anche la possibilità di eleggere Rsu per estromettere dalla contrattazione e dalla stessa presenza in azienda chi non è d’accordo, la Fiom e i Cobas, che hanno ottenuto il 22% e il 7% dei voti alle ultime elezioni Rsu.

Il diritto alla salute: Brunetta ha imposto la perdita del salario accessorio per i pubblici dipendenti in caso di malattia con visita fiscale, ora la Fiat non paga i primi due giorni se il tasso di assenze per malattie certificate (quindi non di “assenteismo”) non scende sotto il 3,5% entro il 2013.

La contrattazione collettiva: il Decreto Brunetta prevede la sottrazione di molte materie alla contrattazione dando poteri decisionali e valutativi ai DS; l’accordo sul nuovo modello contrattuale del 2009 (Cisl, Uil, Ugl) ha previsto la derogabilità del CCNL da parte dei contratti di II livello; la legge 122 ha bloccato per 3 anni i contratti pubblici.

I nuovi contratti Fiat per Mirafiori e Pomigliano sono completamente al di fuori del Ccnl. Ma con la firma individuale dei lavoratori che passano alle Newco si punta di fatto al primato del contratto individuale. L’obiettivo è dividere i lavoratori sotto il ricatto della disoccupazione per indebolirli!

Il risultato del referendum-capestro alla Fiat Mirafiori, costituisce un grande esempio di resistenza e di dignità dei lavoratori: malgrado la pesantezza dell’ignobile ricatto, la maggioranza degli operai – gli unici a subire gli effetti del piano – ha votato NO al Piano Marchionne, ma il risultato è stato poi ribaltato dal voto degli impiegati!

È evidente che quanto sta accadendo in Fiat è in parte già accaduto nella scuola, ma si estenderà rapidamente in tutti i settori modificando le relazioni sociali. L’obiettivo di fondo è violare i diritti costituzionalmente garantiti per indebolire il potere contrattuale dei lavoratori pubblici e privati.

Ma il movimento studentesco e giovanile, che il 14 dicembre ha fatto registrare un vero salto di qualità, la mobilitazione da anni in corso nelle scuole, la mobilitazione dei metalmeccanici, il movimento per la difesa dell’acqua bene comune sono segnali – tra gli altri – di resistenza e conflitto che vanno riunificati in uno sciopero generale, che significativamente la Cgil si è rifiutata di convocare. La Confederazione Cobas si è assunto questo compito e responsabilità, rispondendo alle richieste di tanti lavoratori e studenti e mettendo a disposizione di tutti i lavoratori uno strumento essenziale per esprimere il proprio dissenso!

MANIFESTAZIONE REGIONALE A PALERMO, piazza Politeama ore 9.30





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